Eclissi

253 21 39
                                    

C'è sempre il silenzio dopo una battaglia.
Quel silenzio che corrode l'anima.
Il silenzio artefice e testimone di tutte le sconfitte.
Pensavi fosse diverso! Pensavi fossi tu a tenere le redini, a virare la disputa verso la vittoria...
Parole tenute nascoste per anni, venute fuori dal nulla, crudeli e insanguinate, scagliate contro chi credevi ti amasse, come lame arrugginite che strappano la pelle, e lasciano i segni di un passato atroce, ancora troppo vivo, ancora troppo presente.
Piccole conquiste. Piccole vittorie.
E allora perché piangi?
La tua anima si è spenta.
Piano piano. Senza far rumore.
Favorita dal silenzio che ha già stabilito il suo posto nell'oscurità.
Già, l'oscurità, amica d'un tempo,
sovrana delle tue paure.
Ma a chi importa se un cuore si oscura?
Se quel momento di gloria era tutto ciò che avevi?
"Sarò forte" ti dicevi, "lo prometto."
Ma da solo non riuscivi, e sei caduto,
ancora una volta.
Veloce sotto la tempesta.
Per non permettere  al buio di trascinarti verso l'oblio e strapparti via l'anima, non più.
Dovevi tener accesa la speranza, la tua luce...
Avevi spiegato le tue ali al vento,
pronto a spiccare il volo;
un vento senza origine, un volo senza meta.
Ma la ragione ha le sue radici, e a quelle s'aggrappa, inesorabile e decisa.
Recide ogni speranza.
Ti ha costretto al supplizio. E ti ha spezzato le ali.
E ancora una volta sei tornato al tuo guscio, per curare le ferite, rattoppare ogni squarcio.
"Bentornata oscurità!"
E la speranza?
E la luce?
Credevi fossero eterne le tue risa!
Ma in fondo,
che importa se un'altra luce si è spenta?!
Ci sono miriadi di stelle in cielo,
nessuno noterà la sua mancanza.

O forse sì...

Il nido del drago Where stories live. Discover now