Il destino del Drago

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Non c'è posto per un Drago in paradiso.
Dopo schiamazzi da bambini e corse sudate,
finite su letti di pianto.
E poi... silenzio!
Solo lo slacciar della cintura del padrone di casa,
responsabile delle squame sul tuo corpo,
dure come la roccia, forgiate con il metallo.
Passi lenti...

Non c'è posto per un Drago in paradiso.
Occhi chiusi!
Odore di gelsomini e di viole.
Sterzate in bici sotto caldi raggi di sole.
Spazi deserti adibiti a giochi perversi.
E quanto eri bravo in quei giochi...
Ma l'odor di quei fiori amati si mischiò
con il tanfo di liquido seminale e di sudore,
e di sangue.
Uno a uno i giocatori modellarono
la tua coda.
Buio!

Non c'è posto per un Drago in paradiso.
Preghiere vane!
In cortili lastricati di libri strappati,
di zaini buttati in aria,
di costole rotte da talloni che
nessun Paride riusciva a trafiggere.
Di ingiurie, sputi e grida.
Di pugni laddove gli squarci
erano così profondi che
ci hai incastrato le tue ali.
E poi? ancora...
silenzio!

Non c'è posto per un Drago in paradiso.
Anche se non sei stato tu a voler quest'aspetto.
Sognavi d'essere un'aquila, un falco, o una rondine.
O anche un passero, o una farfalla,
e invece...
Chi solo prova ad avvicinarsi a te rimane ferito.
Non c'è abbraccio che possa trasformare il tuo viso.
Il tuo alito è fuoco e la tua pelle ruvida e dura.
Sei stato maledetto dall'eternità.

"Via da qui, voi, operatori di iniquità. Via!
Nel fuoco eterno!"

Questo è il tuo destino.

Questo è il tuo destino

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