Capitolo 34

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Passo la serata sul divano, fissando il soffitto e sorseggiando del vino con l'intento di rilassare i miei poveri nervi. Non posso credere di essere a casa proprio ora.
È assurdo. La nostra campagna sarà lanciata lunedì e io non posso partecipare.
Per una cosa che non ho mai fatto. Lo so che questa non è una vera sospensione, da contratto non funziona così, ma non cambia come mi sento. 

Sono davvero giù di morale, al punto che non ho il coraggio di raccontarlo a nessuno. L'unica a cui potrei e vorrei parlarne è Claudia perché so che mi direbbe di fregarmene e mi tirerebbe su di morale, ma è via per una fuga romantica con Giorgio e provo un senso di frustrazione perché la mia unica amica ormai è sempre impegnata.

Come se non bastasse quello che è successo con Alex... Mi rendo conto che vorrei che fosse qui in questo momento. Questa sensazione di aver bisogno di lui mi attanaglia lo stomaco. Combatto con il mio orgoglio per ore, ma poi la necessità di sfogarmi con qualcuno si fa strada in modo sempre più prepotente e lui è l'unico che mi viene in mente. Cosa che è davvero molto triste visto che è una persona ripescata dalla mia lista nera. 

Alla fine, quando ormai mancano meno di due ore alla mezzanotte e l'alcool circola amabilmente nel mio sangue, mi decido ad attraversare il pianerottolo e mi presento davanti alla sua porta, nascondendomi dietro all'idea di essere superiore alla nostra discussione di San Valentino, anche se so che la verità è che voglio solo parlare con lui. Voglio che mi dica che queste sono cazzate, che sono una pazza stacanovista e che devo farmi scivolare addosso queste cose. 

Non resisto alla tentazione e suono il campanello. Lui sa svagarsi, è la persona giusta per un momento così. Il vederlo aprire la porta scatena in me emozioni che non avrei mai creduto di riprovare e, per una frazione di secondo, il mio istinto mi spinge a saltargli addosso stringendo le mie braccia al suo collo. E non per volerlo strozzare, come ho sognato di fare fin troppe volte, ma per abbracciarlo. Cosa che non faccio. Perché mi basta un istante per riprendere il controllo di me stessa. Nonostante il vino che mi fa sentire la testa leggera. 

Non avrei mai pensato di reagire così eppure voglio raccontargli tutto e sfogarmi. Forse la sua presenza in questi mesi mi ha reso più sensibile perché tutti questi sentimenti sono strani per me che normalmente li considero quasi una perdita di tempo. 

«Sono felice che tu sia ritornato», esordisco stranamente timida, «Mi dispiace per la nostra litigata». Per una volta nella mia vita, stacco il cervello. Sono solo felice di vederlo.

«Dispiace anche a me», replica stupito,  «Stai bene? Sei...strana».

 Gli occhi iniziano a pungermi e sento che a breve si riempiranno di lacrime. «Insomma. E' stata una giornata terribile».

 «Hai bevuto». Vedo la preoccupazione nel suo sguardo. 

 «No! O meglio, forse un pochino», dico avvicinando il mio indice al pollice, «Ma mi sei davvero mancato e mi dispiace per come mi sono comportata. Certo è stata soprattutto colpa tua, come al solito, ma io...». Il mio farneticare viene improvvisamente bloccato dall'apparizione di Nadia che fa capolinea alle spalle di Alex. 

«Oh», mi sfugge dalle labbra mentre la delusione mi colpisce come un pugno nello stomaco,  «scusate, non volevo disturbare. Volevo solo salutarti e scusarmi. Cioè, non che io mi debba scusare. Beh, il motivo per cui sono passata è che... è che... Sono felice del tuo rientro, vicino». Cerco di sorridere, ma è più difficile del previsto. Forse quella che ho intravisto nei suoi occhi non era preoccupazione, ma solo fastidio. 

Alex non dice niente e, dopo avermi scrutata per alcuni secondi di troppo, si limita a salutarmi con un: «Grazie di essere passata, è dispiaciuto anche a me». Che sensazione orribile. E' tornato ad essere il solito Alex, quello che non ho mai tollerato, anche se molto meno sarcastico del solito.

Attraversare il pianerottolo a ritroso, facendo quei pochi passi che separano le nostre porte, è una tortura. Mi sembra di sprofondare nelle sabbia mobili e ho un peso sullo stomaco che mi fa sentire come se stessi soffocando. Quando mi butto sul divano scalcio i piedi in aria per l'imbarazzo. Cosa cavolo ho appena fatto? Sono impazzita. Sapevo che prima o poi sarebbe successo, ma non pensavo in questo modo imbarazzante. Sbuffo rumorosamente, mentre mi nascondo il viso tra le mani. Dentro di me sento imbarazzo e rabbia, due emozioni terribili. 

Archimede mi guarda con la sua testolina pelosa inclinata verso sinistra. Sì, lo so, hai ragione ad essere perplesso.  

«Penso che questa possa essere considerata una delle mie giornate peggiori. Peggio di San Valentino. Peggio di quando, da piccola, ho preso una pallonata in faccia davanti al ragazzo che mi piaceva. Peggio di quando mi hanno preso in giro per i manga. Peggio di...», mi fermo di colpo quando lo sguardo mi cade sulla foto di mia nonna, appoggiata sulla mensola. La mia adorata nonna. E mi basta questo per fermare la mia lagna perché la verità è che ho vissuto giornate peggiori. Quindi va bene così. 

Questa realizzazione cambia immediatamente il mio umore. «Che dire? Sono in ferie, sono single,  il mio conto in banca è a posto e sono un ottimo leader. Quindi Pika, Archie, penso che dovrei fare qualcosa di diverso. Tipo andare alle terme o... beh, non lo so, fare qualcosa. Qualcosa di alternativo», annuncio ai miei due coniglietti, afferrando il cellulare e cercando idee per le cose che potrei fare durante queste giornate. Saranno giorni dedicati solo ed esclusivamente a me. Che vada a quel paese tutto. Alex incluso. 

Tra l'altro, non credevo che Alex potesse ferirmi così. Ho sempre pensato di essere immune a lui, a causa della sua idiozia. Invece, è bastato passare del tempo con lui per cambiare idea e ritrovarmi in una situazione dove l'unica che ci soffre sono io. Sapevo che la sua stupida trovata del finto fidanzamento mi si sarebbe ritorta contro. Lui e il suo non pensare al quadro più ampio e a tutte le conseguenze possibili. 

Cosa mi è successo? Da quando sono diventata così fragile? Non posso e non voglio affrontare questo sentimento che sto provando per Alex. E' come se la mia maschera fosse lentamente scivolata via in questi mesi, lasciandomi scoperta e volubile. Ma è una sensazione che non mi piace e da adesso in poi cercherò di stare molto attenta. 

Quando mi arriva una notifica al cellulare, sul mio profilo Instagram serio, rimango stupita nel vedere che si tratta di Marcelo, l'amico/nemico di Alex. Mi ero anche dimenticata di averlo conosciuto. 

Poi afferro il manga che stavo leggendo, Inuyasha, e mi lascio travolgere da quella storia. Non voglio pensare a niente, solo svuotare la mente. 


Alter Ego - Quando le apparenze ingannanoحيث تعيش القصص. اكتشف الآن