26- My body is a cage

393 8 0
                                    

"Non si ha meriti nell'abbondanza né colpe nella povertà."
-Lucio Apuleio

Ares, sei anni prima

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Ares, sei anni prima

Ares aveva appena compiuto la maggiore età quando varcò per la prima volta il cancello del Greensville Center Jail.

Teneva tra le mani un lenzuolo sbiadito, di un colore simile al grigiastro, mentre attraversava ad ingenti passi il lungo corridoio monotono e stinto, accompagnato dalle guardie carcerarie.

Un anno nel riformatorio più sicuro dell'intera Contea non era bastato a cambiare quelle che erano le abitudini di Ares.

Qualcuno avrebbe persino detto che la situazione di quel ragazzo, dagli occhi di ghiaccio e dai capelli costantemente in disordine, si fosse aggravata.

Quello su cui nessuno si poteva sbagliare erano i suoi modi: non era mai stato un ragazzino controllato, tutt'altro, ma l'aggressività che aveva liberato dopo quel periodo era aumentata drasticamente.

Rapine, spaccio, e risse.

Erano questi i suoi passatempi preferiti.

D'un tratto, le guardie si fermarono proprio dinanzi ad una delle tante celle presenti in quello scompartimento del carcere.

Una di esse lo squadrò fugace, ricavandosi un'occhiataccia da parte di Ares.

«Ehy, Mitchell! Hai un nuovo compagno di cellaUrlò uno degli uomini ad un ragazzo all'interno della piccola stanza, afferrando un mazzo di chiavi ed inserendo una di esse all'interno della serratura.

Il cancello emise un acuto cigolio, mentre Ares entrò nella cella, guardandosi attorno.

Quattro mura dall'aria umida e malconcia, completamente ricoperte da scarabocchi probabilmente eseguiti da precedenti detenuti.

L'odore di muffa repressa sulle pareti gli si insinuò prepotentemente nelle narici.

Non si scompose.

Era abituato a vivere nel bel mezzo del caos.

E per un attimo avvertì la previsione che quella strana sensazione di smarrimento, quell'odore nauseante ed il suono del cancello sbattersi violentemente sullo stipite fiaccato di sé stesso, non lo avrebbe dimenticato facilmente.

Ares si voltò poco dopo aver udito i passi pesanti delle guardie allontanarsi, per poi scostare lo sguardo sulla figura del ragazzo che lo affiancava a poca distanza.

Era seduto a bordo letto, intento a sfogliare le pagine ingiallite di un libro.

I capelli neri scompigliati gli ricadevano lenti sula fronte, e non appena notò gli occhi attenti di Ares su di lui, sollevò lo sguardo.

THE PERFECT DUELWhere stories live. Discover now