Tentato omicidio

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Draco's pov

- Come è possibile che non me ne sono accorto!? -

- Dalla tua descrizione dovrebbe essere un elfo domestico. Sono abili e sanno nascondere la loro presenza e... -

- E non avete pensato...solo per uno stramaledetto attimo, di avvisarmi di un eventualità simile? -

- Io...di solito non attaccano le persone -

- A me può importarmene di meno di cosa fanno di solito, io so solo quello che ha fatto oggi-

Sentivo solo voci confuse ma non capivo il senso del discorso. Aprii gli occhi e li richiusi di scatto perché la luce mi acceccò.

- È stato un miracolo che si sia salvato -

- Io non credo nei miracoli professoressa e a buona ragione - rispose l'unica voce maschile nel mezzo che mi sembrava di conoscere - Ringraziamo il fatto che la lama non è arrivata fino in fondo e ringraziamo il sottoscritto che sa come fermare un'emorraggia. Per il resto, professoressa McGranitt voglio una lista su tutti i pericoli da cui mi devo guardare, sono stato chiaro? -

Pericolo? Lama? Emorragia? Spalancai gli occhi incurante del bruciore e mi misi seduto di scatto. Un dolore al petto mi fece piegare in due e tornare disteso.

- Draco! -

- Signor Malfoy! -

- Oh Signore! -

- Ancora con questo Signore - borbottò Percy.

Mi ritrovai circondato dalla professoressa McGranitt, l'infermiera e Percy.

Ora ricordavo qualcosa. Ero in biblioteca, in punizione, e ad un tratto era apparso un elfo domestico che era salito sul tavolo e mi aveva...mi portai una mano al petto, mi aveva pugnalato, avevo sentito la lama affondare nel petto e la bocca riempirsi di un liquido caldo che sapeva di ferro.

- Draco? - mi chiamò Percy afferrandomi il viso e voltandomi verso di sè.

Aveva uno sguardo freddo, inespressivo  ed era la prima volta, da quando lo conoscevo, che lo vedevo mortalmente serio.

- Sono vivo? - fu la prima cosa che mi venne in mente da chiedere.

Lui sbuffò.

- Parli, respiri, dici cretinate, direi di sì - rispose mentre il suo sguardo sembrò scaldarsi leggermente rispetto a prima.

Mi lasciò andare e si buttò sulla sedia, passandosi le mani sul viso. Sospirò e incrociò le braccia al petto per poi fissare la McGranitt.

- Direi che la pacchia è finita. Peccato - fece - Adesso ho la certezza che qualcuno lo vuole morto, fanculo le teorie -

- Signor Jackson... - fece la McGranitt.

- Fuori da qui - rispose Percy autoritario - E non fate entrare nessuno, devo parlare con Draco. In privato -

La Preside sospirò per poi fare un cenno all'infermiera e insieme uscirono, chiudendo la porta.

Provai a mettermi seduto ma il dolore tornò e fui costretto a restare disteso.
Lo guardai.

- Non sforzarti che si riapre la ferita - mi disse lui prendendo il bicchiere con l'acqua dal mio comodino.

- Che succede? - chiesi confuso.

Avevano cercato di uccidermi e l'avevo capito, ma Percy che cosa c'entrava? Perché sembrava aspettarselo? E perché aveva detto alla McGranitt che voleva una lista dei possibili pericoli?
Avevo tutte quelle domande e stavo per fargliele a raffica quando successe una cosa strana: lui inclinò il bicchiere facendo cadere l'acqua ma quella, invece di andare per terra come di consueto, cambiò direzione e si avvolse attorno alla mano di Percy, come un serpente, lui fece girare la mano e l'acqua si mosse con lui, poi girò il palmo e l'acqua rifece la strada al contrario, rientrando nel bicchiere che Percy aveva rimesso dritto.

- Che razza di magia....-

- Non so se posso definirla magia - mi rispose - È più una dote, un'abilità...un'eredità. Diciamo così -

Lo fissai, confuso.
Cosa stava cercando di dirmi.

- Non sono un mago Draco - disse - E non esiste nessuna scuola di magia in America, non da dove vengo io perlomeno -

Ok. La stavo prendendo meglio di quello che pensavo, in realtà la cosa non mi stava nemmeno stupendo più di tanto. Che non era un mago ci avrei messo la mano sul fuoco: non era solo che non sapeva usare la magia, ma non sapeva proprio niente sull'argomento, ne conosceva la storia.
Seguiva le lezioni semplicemente per inerzia, cioè stava in classe ma non ascoltava nulla di quello che dicevano i professori e trovava sempre qualcosa da fare per tenersi impegnato.

- Cosa sei allora? - chiesi.

Non era un mio nemico, questo era palese e non lo era nemmeno della scuola altrimenti la McGranitt non l'avrebbe accolto a braccia aperte. Inoltre, da quello che avevo sentito, la professoressa sapeva perfettamente chi era Percy Jackson.

- Ufficialmente sono un semidio, ufficiosamente...almeno per il momento, sono la tua guardia del corpo -

- La mia...cosa? -

- Mi hanno spedito qui per proteggerti, Draco - mi spiegò - A quanto pare tua madre è una protetta della dea Artemide e lei mi ha chiesto di badare a te perché temevano che la tua vita fosse in pericolo. E infatti ci hanno visto giusto: qualcuno ha davvero provato ad ucciderti -

Si questo era vero.

- E adesso che si fa? - chiesi.

Lui buttò la testa all'indietro con fare annoiato.

- Niente. Dimentica quello che ti ho detto e facciamo finta di nulla, continuiamo a seguire le lezioni come al solito -

La faceva facile, lui.

- Un elfo domestico mi ha accoltellato e mi stai dicendo di dimenticare la faccenda? - chiesi questa volta mettendomi seduto per attirare la sua attenzione che era molto volatile - Sai che quelle creature hanno dei padroni? L'ha mandato qualcuno, probabilmente un mago. Stanno cercando di uccidermi Percy! -

- Lo so -

- Lo sai? -

- Ti ho spiegato perché sono qui no? -

- E allora come fai a dirmi di stare tranquillo? -

Lui tornò dritto e mi guardò, fece un sorriso letale così come lo sguardo nei suoi occhi.

- Facciamoli arrabbiare - disse - Vedrai che verranno allo scoperto per provare ad ucciderti personalmente-

- La cosa non mi rassicura per niente- mi lamentai.

Inclinò il capo.

- Ma piace a me, quindi ti tocca fartela piacere pure a te -

- Odio la tua logica - borbottai.

Non mi rassicurava, non mi calmava per niente però...avevo la folle sensazione che quel pazzo mi avrebbe davvero protetto. L'avevano fregato una volta e non l'avrebbe permesso una seconda volta, questo mi trasmetteva la sua espressione.
E di nuovo, mi toccava fidarmi di lui.

Sospirai rassegnato accarezzandomi la parte dolorante, grattando le fasciature.

- Spiegami però una cosa...che cos'è un semidio? - chiesi.

- Ah! Un semidio è il figlio di un mortale e un... -

La porta si spalancò di colpo, bloccando le parole di Percy e facendoci sussultare.

- Stupido Furetto! - esclamò, entrando trafelata, l'ultima persona che mi aspettavo di vedere...



The Worst BodyguardWhere stories live. Discover now