1.4 - PATRICK 💋🔞

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TW: questo capitolo contiene linguaggio volgare e descrizione di pratiche sessuali.

Arrivista. Ecco quello che sono.

Seguire le persone giuste, le conoscenze giuste, per entrare al MIT. Le porte migliori sono quelle dei soldi, della rara società benestante americana, quando non sei un genio; e io non lo sono.

A cena sembravano tutti abbastanza contenti di conoscermi e avere un nuovo aiuto-tecnico.

Tutti, tranne la rossa.

Jane è lì, nel letto a gambe aperte e si sta coprendo parte del corpo in maniera pudica, con le guance rosse e la mano sul lenzuolo tra le gambe.

Suppongo che vorrebbe, anzi, vuole fare qualcosa, ma non riesco a farmelo venire duro. Mi porto la mano ai genitali per stimolarmi. Come lo faccio, davanti ho l'immagine della cavallona a tavola: i suoi occhi verdi e brillanti mi hanno colpito e anche i suoi lunghi capelli fulvi. Per non parlare della sua parlantina sfacciata. Mi si sta ingrossando in mano e continuo a sfregare.

«Chi era la tizia enorme, me lo rispieghi?» domando.

Jane mi guarda soddisfatta, come se avesse vinto il primo premio. «La ragazza che mi rubava tutti i ragazzi che mi piacevano. Beverley Mark. La figlia del fratellastro di Ella» storce il naso. «Ella ha sempre avuto un debole per lei. Ma per me è solo una troia».

«Troia?» Sento un altro colpo arrivare dal mio ventre, e mi si indurisce di più.

«Sì, fin da ragazza, stava con tutti quelli che le piacevano. Nel senso che proprio...» Fa cenno a un dito infilato nel cerchio. «Lei dice che il fatto che io pensi male è perché ho una mentalità maschilista, che anche le donne possono divertirsi come gli uomini. Per me invece è solo una maniaca. Cerca sempre e solo dei... sì, insomma, dei maschi nuovi».

Così la cavalla ha un certo appetito sessuale? Per qualche strano motivo la cosa mi stuzzica e riesce a venirmi abbastanza duro da reggere il preservativo.

Mi sdraio su Jane, che è ferma come una bambola.

Si cala la mascherina da notte sugli occhi «Mi raccomando, strofina piano» mi tocca la punta del naso col dito, quasi starnutisco e perdo quel poco eccitazione che ero riuscito a farmi arrivare.

Tira fuori la voce da bambinetta «Non vedo l'ora di sposarti, così adempiremo ai nostri doveri coniugali fino alla fine».

Sfrego la mia stentata erezione tra le sue gambe semi aperte, tra le labbra. Non la penetro ma, in queste condizioni, non ci riuscirei nemmeno se volessi. È già tanto che mi stia su il preservativo. Dopo qualche minuto, però, la stimolazione del clitoride deve dare qualche effetto. Inizio a spingere e lei fa qualche verso. Passato un quarto d'ora di ansimi e gemiti sconnessi da parte sua, mi alzo e tolgo il preservativo dal mio sesso, che somiglia a una di quelle gomme da annaffiare il giardino, quando l'acqua è chiusa.

Jane si alza dal letto e si toglie la mascherina. «Mi dispiace che hai questi problemi. Vuoi parlarne in clinica? Magari hanno una soluzione».

Faccio cenno di no con la testa, mi dirigo in bagno.

Provo ancora a muovere la mia mano sulla mio patetico cazzo e, l'immagine delle tette della cavalla che tendono la maglietta e i suoi capezzoli turgidi sotto, mi invade la mente. Chissà com'è nuda, con tutte quelle curve? Davvero è una che ci dà col sesso? Il brivido di stamattina si ripete e mi viene duro. Appoggio la testa sulle piastrelle fredde, proprio sopra al gabinetto e il pensiero di averla sul letto al posto di Jane si impadronisce della mia mente, il mio braccio va sempre più veloce, finché non mi scarico nel water. Le contrazioni del ventre continuano per diversi secondi, il cuore mi pulsa, a malapena mi reggo in piedi, mi sento come se avessi fatto una maratona. Guardo il mio seme che cola giù per la ceramica. Se questo è l'effetto che mi fa quella ragazza con una sega, vorrei sapere cosa si prova a stare tra le sue gambe.

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