1.18 - BEVERLEY 💋

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Parto per andare allo stadio, quando arrivo mi faccio la doccia e inizio il giro delle attrezzature. Lui sta parlando con suo padre, si sbraccia ed è rosso in viso. Non capisco quello che dicono, ma sta lavorando su un quadro e sta alzando la voce col genitore.

Vado a prendere le mie attrezzature, ma quando torno, lui non c'è e ha lasciato i contatti fuori posto. Mi incazzo e grido, cercando il responsabile. Prima che se ne vada, gli voglio dare una bella strigliata.
Lui però mi ignora, troppo occupato dal padre. Mi avvicino e inizio a mettere a posto le valvole, da dietro mi arriva un grido, poi, c'è una grande luce.

C'è Sam vicino a me, che mi fa la CPR.
C'è Sam vicino a me che mi fa la CPR?

Aspetta, e io? Dove sono? Mi guardo intorno. Tra la gente, c'è una forma più luminosa.

«Papà?».

In un attimo, senza capire come, sono da lui.

«Ciao fiammella, come stai?» Mi sorride, quel sorriso enorme che c'è in tutte le foto che ci sono in giro. Stavolta però non è immobile, è vivo e limpido e caldo, come è nei miei ricordi.

«Papà, sono morta?»

«Cosa?» ride, «No, ci sono io qui a proteggerti. Però mi sa che qualcuno è in pericolo, qui».

«Più di me?».

«Tu hai me. Sempre. Lui no».

Mi volto, Mandy è pallido, sta gridando e ha il volto umido di lacrime. Indietreggia tra la folla, fino a correre via, verso il parcheggio dei camion e dei caravan.
Lo seguo.
Non fa altro che ripetere che è colpa sua, che mi ha uccisa. Riesco a sentire il suo cuore: è disperato, nero.

«Forse è meglio che smetti di trattarlo male» mi redarguisce papà.

«Io, trattarlo male? Ma vedi cosa mi fa?».

Inclina la testa «Ammetto che all'inizio non mi piaceva. Ma credo siano gelosie da papà, no? Però è per come è stato cresciuto. A volte ha anche cercato di essere più carino, no? Poi ammettilo, anche tu non lo hai trattato benissimo. E mi sembra che ti abbia fatto una dichiarazione d'amore, a modo suo. Dagli una seconda possibilità».

«Io non voglio fare l'amante» brontolo.

«Lo so, siamo esclusivisti».

«Io... Pà, tu sai tutto, no? voglio dire sei...» gesticolo per non dire "morto".

Mi guarda e mi fa un sorriso larghissimo come per dire "andrà tutto bene".

«Mi sono dimenticata la pillola e ho paura» gli confesso.

«Ehi, c'è tua madre, e c'è Damien. Vedrai che andrà tutto bene».

«Ma lui? Se glielo dico?».

«Sta a te, se dirglielo o meno».

«Io... Io vorrei che si dimenticasse di me» anche se sento di essere qualcosa più vicino a un morto che a un vivo, le lacrime mi stanno arroventando le guance.

Mi guarda un po' triste «Se lo desideri. Ma il cuore non dimentica, mai» fa una pausa, « A proposito, dì a tua madre e a Damien che li amo ancora tanto. E a Benjy di darsi una mossa con Jane, perché gli piace» ride.
Amo la risata di mio padre.

Mi sento più sicura, ora, ma mi giro, e Mandy ha tirato fuori il coltellino e se lo sta passando sul collo.

«No!» urlo.

Una boccata d'aria mi riempie i polmoni e la prima cosa che mi viene da gridare è il suo nome, mentre sono ancora a terra.

«Tenetela ferma!» grida qualcuno. Io invece, mi voglio alzare.

«Mandy! Mandy!» mi guardo in giro. C'è Sam sopra di me.

«Cerca Mandy! Sul camion delle attrezzature! Il numero cinque. Sta male! Cercate Mandy!» urlo, con tutto il fiato che ho in gola.

Dopo poco arriva l'ambulanza e caricano entrambi. C'è solo rosso sangue, intorno a lui. Mi sento mancare.

Sdraiata sul letto dell'ospedale, in osservazione, con la holster, mia madre mi fa visita.
Ha gli occhi rossi. Posso immaginare che un'altra perdita la ucciderebbe. La sua mano mi stringe forte il braccio «Sei qui» annuisce, e manda giù forte qualche lacrima.

«Sì. Sto bene, ora. E Mandy?».
«In terapia intensiva» si passa un fazzoletto sotto gli occhi. Mio fratello e Damien entrano.
«Come sta?» le domando ancora.

«Lo stanno tenendo sotto osservazione, fortunatamente il taglio non era profondo e non ha perso molto sangue, ma è in coma farmacologico. Non appena si sarà stabilizzato, Ella ha detto che lo riporteranno in una clinica in Inghilterra».

«Cosa? Il mio assistente!» protesto. Stringo forte la sua mano. Ma cosa vado a pensare? Lo avevo licenziato io proprio stamattina. Però, per la prima volta ho davvero paura di perderlo.

«Comunque, non potrebbe finire il tour» dice mamma.
Fisso la punta dei miei piedi «Forse è la cosa migliore. Stava diventando un peso».
Sorride «Tanto poi lo vedrai all'università, no?».
Annuisco. Poi mi ricordo quello che mi ha detto papà. Sono incinta.
«Mamma, ero morta».

Ripassa il fazzoletto sotto gli occhi e tira su forte col naso «Lo sai che per diversi minuti il tuo cuore si è fermato? Sono stata veramente male, Bev. Ho pensato di perderti. Alcuni mi hanno detto che è stato lui, l'ultimo a mettere mano al quadro».
«Non l'ha fatto apposta».
«Lo so, però~»

«Ho visto papà».
«Cosa?» scatta sulla sedia.
Mi giro verso di lei «Sì, ho visto papà, è stato lui a farmi vedere quello che stava facendo Mandy».
Mia madre si ferma a riflettere «Tu ti sei svegliata e sapevi dov'era. Hai visto~»
«Quello che stava facendo. Mi sono svegliata per dirvelo».
«Davvero hai visto papà?» la sua voce trema.
«Sì, ha detto che lui ci protegge sempre».
Le scende una lacrima dall'occhio «Benjamin».

«Sinceramente mi ha detto anche per filo e per segno quello che abbiamo fatto io e Mandy e questo mi ha messo in imbarazzo... Ma papà era un guardone?».
Le affiora un sorriso sul volto. «No, ma era decisamente interessato che si facesse del sano sesso!».
«Ora non so come sentirmi, quando vado con qualcuno. Devo dirgli di lasciare la stanza?».

Damien sbotta in una leggera risata.

Li guardo, tutti e due. Non sembrano nemmeno fratelli. «Ha detto di dire a te e a Damien che vi ama tanto, ancora. E dice che a Ben piace Jane» rido un attimo mentre mio fratello arrossisce.

La mamma invece scoppia a piangere e mi abbraccia «Mi manca tanto Ben. Ancora tanto...».

Me lo ha detto più di una volta: quello che le ha dato mio padre, è qualcosa che non riuscirà a darle mai nessun altro.

Un paio di giorni dopo, mi dimettono. Per fortuna, c'è solo un'altra tappa e poi il tour è finito.

Tutti mi danno una mano, attenti che non mi sforzi troppo, ma io sto bene, dopotutto.

Così bene che torno a fare quello che facevo prima.
Tutto quello che facevo prima.

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Dicembre è arrivato! Mamma mia, è già Natale. Voi che rapporto avete con le festività? Io non trovo mai i festoni del colore giusto per l'albero!

Spoiler next chapter

Mi libero delle mutande e mi sdraio su Jane. Appoggio la bocca sul suo collo, lei preme sulla spalla e mi allontana con un risolino «Mi fai il solletico, lascia stare. Certe cose non fanno per noi. Adempi al tuo dovere, su».
Adempiere al mio dovere? In pratica, me lo dovrei far venire duro e metterglielo dentro così? Tra l'altro, entrambi vergini?

Speriamo che nevichi, a prescindere se Jane e Patrick lo faranno o meno 🤣

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