Fase del patteggiamento

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Capitolo tre: fase del patteggiamento

<<Cosa hai fatto! Riapri subito la porta>>

Mattia urlò

<< No! non ci penso nemmeno Vai con quegli esseri se vuoi! La differenza tra me e te è che,  a te non te ne mai importato veramente della tua vita! A me si>>

Subito dopo aver detto questo si sentì male. Non aveva mai detto una cosa così cattiva a nessuno. Lui si vedeva lontano un miglio che era un bravo ragazzo. Non avrebbe mai nemmeno pensato una cosa così. Lei invece ora non sapeva nemmeno se lo fosse mai stata, una brava persona. Forse era morta perché non aveva nulla da dare al mondo se non la sua acidità. Mattia fu come pietrificato.

Voleva abbozzare delle scuse ma non ci riuscì.

<< Mattia, io...>>

<< Dire il mio nome non servirà a nulla. Sei stata chiara. Ti ho seguito solo perché tu hai la mia chiave>>

Era vero. C'è l'aveva ancora. Stretta tra le mani con la sua. Stava per dargliela ma all'improvviso videro passare delle luci davanti a loro. Non erano angeli. O almeno non come li avevano visti fino a quel momento. Le luci li accerchiarono e cominciarono a girare vorticosamente intorno a loro fino a formare un cerchio la luminosità che emanavano veniva riflessa in quegli specchi che, solo adesso Tea si accorgeva, essere dappertutto.

<< Avete infranto, avete infranto>>

Ripetevano in un canto meno melodioso di quelli precedenti.

Pensò a tutti quelli che amava, non avrebbe più potuto parlargli.

Che senso aveva lottare così intensamente per....

<< Che facciamo ora?>>

Domandò il ragazzo

<< Non lo so>>

Avrebbe solo voluto dire addio alle persone che aveva amato. Ma il tempo passato non si addiceva. Anche se era morta. Le amava anche ora. Se avesse dovuto scegliere se dire addio o scoprire come c'era finita li. Avrebbe scelto la prima opzione, anche se la seconda l'avrebbe tartassata per tutta l'eternità. Chiuse gli occhi. Smise di sentire tutto, il vento e le altre cose. Per un attimo sperò di svegliarsi, ma nel suo letto stavolta.

<< Tea, apri gli occhi>>

Fece come il ragazzo dagli occhi nocciola e con voce dolcissima gli disse.

Erano in una vecchia casa.

<< Ma cosa...?>>

<< Quando hai chiuso gli occhi, ti ho presa e ho attraversato uno degli specchi>>

<< Ma erano in alto>>

<< Non tutti>>

<< E quella specie di cerchio ?>>

<< credo volessero solo avvisarci, non credo altro. Quel cerchio era diventato meno potente o roba così>>

Tea era stupita. Aveva detto delle cose che lo avevano ferito, eppure lui non si era salvato da solo. Di certo la porta di Mattia avrebbe portato al vero paradiso. Lui se lo meritava. Di sicuro stava mancando a molte persone.

Era una vecchia casa rustica, sembrava abbandonata già da tempo,percorsero il corridoio e aprirono le porte per guardare superficialmente le stanze.

<< Secondo te dove siamo?>>

Chiese Tea mentre "ammirava" lo strato di polvere che vi ricopriva qualsiasi cosa.

<< Direbbe mia madre che siamo in un porcile>>

Dall'altra parte dell'universoWhere stories live. Discover now