Fase della depressione parte 2

9 0 0
                                    


Capitolo cinque: Fase della depressione parte seconda

La Cosa che somigliava a lei senza esserlo e contemporaneamente essendolo, la guardava, attentamente  Tea era incapace di muoversi. All'improvviso l'assenza d'ossigeno sembrò reale, non fittizia. Sembrò che la morte, stavolta con meno delicatezza,  la riprendesse di nuovo in un ciclo infinito di volte. Senza mai fermarsi. Moriva e moriva di nuovo, pur non sapendo ancora come fosse successo, lo rifaceva. Non esercitava più alcun controllo sui muscoli cadde sulle ginocchia. La visita era appannata, vedeva solo forme che somigliavano l'una all'altra . Riuscì solo a pensare.

Ma il suo pensiero fu ascoltato, non sapeva come, dalla Cosa che ora le sussurrava nell'orecchio con voce viscida

<< Io non ti ho fatto nulla, questo te lo stai facendo da sola>>

Era diventato tutto irreale, più irreale di trovarsi morta e svegliarsi su una scalinata di marmo.

Mattia sembrava non esserci più, come se non fosse mai venuto con lei.  Finì per non vedere più nulla, sentì la voce di Sara. Fu felicissima, per un attimo, ma poi riuscì a distinguere quello che stava dicendo

<< Non voglio mangiare!>>

Non voleva mangiare? Non faceva altro che chiedere tutto il giorno che cosa si sarebbe mangiato, a pranzo e a cena. Non aveva senso.  Tea pensò che doveva farlo invece. Poi riecheggiò di nuovo la frase e si accorse che stava piangendo. L'aveva saputo, lo sapeva. Sapeva che la sorella era morta. Non erano passati tanti anni o almeno sperava. Ma no a giudicare dalla voce era ancora quella di una bambina, forse non era passato neanche un mese. Gli occhi che vedevano solo buio grondarono di lacrime. Smise di lottare. Per la prima vera volta lo fece. Era stata egoista aveva pensato per lo più solo al fatto che fosse morta, ma ora aveva sentito che la sua sorellina di otto anni non voleva mangiare, e aveva toccato il punto più basso di tutto. Rivide di nuovo e si ritrovò da sola in mezzo al deserto. Era un deserto dalla sabbia nera, con un celo ancora più terrificante senza, nemmeno una stella.  Guardò  più in là e vide uno specchio. Andò a fatica avanti, non che fosse particolarmente lontano ma il suo corpo era invecchiato. Non invecchiato veramente quello l'avrebbe desiderato per il resto dell'eternità, ma i suoi movimenti erano diventati lenti e le cose che prima faceva con facilità ora erano diventate insormontabili. Finalmente arrivò e vide la Cosa, ma dopo poco si accorse che, quello che aveva davanti era il suo riflesso. Era diventata lei la copia di se stessa, il fantasma, il cadavere. Il suo aspetto era smagrito con occhi infossati e abiti logori. Provò a fare qualche movimento ma più il faceva e più sentiva dolore. Di colpo si ritrovò col suo nuovo aspetto che cadeva a pezzi pur rimanendo saldo in una forma umanoide, nel mondo. Cioè sembrava ma Tea sapeva che ovviamente non lo era, si ritrovò a parlare con le amiche. Ma non era bello, sembrava immersa in un tempo che non permetteva il suo stesso scorrere, le venivano fatte domande spensierate, semplici. Vedeva la sua vera forma seduta di fronte a lei, che rispondeva e faceva movimenti agili e rideva, nessuno la notava. Quella che una volta era una ragazza capì che doveva imitarla. Ci provava. Imitare i suoi modi da ragazzina era faticoso. Quello che una volta era il suo vero riflesso, ma che ora non riconosceva più come suo, andava troppo veloce. Tea prendeva in mano il bicchiere, prendeva sotto braccio le amiche, faceva vedere loro cose sul telefono, rideva e questo lo faceva inesorabilmente sempre troppo tardi. Tardi rispetto a quella che una volta era lei. Era dura fingersi se stessa. Aveva davanti una persona che somigliava a lei ma che sembrava quasi non esserlo mai stata. Ed era così, non erano più suoi i modi di fare da ragazzina e le risate di gusto per ogni piccola cosa. Aveva perso se stessa.

Si ritrovò in situazioni sempre diverse ma sempre simili. Studiava, passeggiava, parlava con i suoi parenti ma nulla ,c'è la metteva tutta per imitare la persona che più non era. Avvolte ripeteva i gesti, le parole ma nulla. Tea era diventata un'altra.  La vita non le riguardava più ma la depressione, solo quella rimaneva. Un residuo disgustoso, un promemoria sulla sua pelle, sui suoi movimenti e pensieri che gridava che era inutile che si sforzasse, lei non era più lei.  Sentì di nuovo la voce di Sarah piangere

Dall'altra parte dell'universoWhere stories live. Discover now