Capitolo 30- pulses

948 19 11
                                    

⚠️TW:Linguaggio volgare

Ogni impulso che soffochiamo ci avvelena l'esistenza

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Ogni impulso che soffochiamo
ci avvelena l'esistenza.
-Oscar Wilde

Mi diressi in camera mia, sbattendo i piedi a terra.
Come si permette di parlarmi cosi.
A un centimetro dalla faccia poi!
Dio, mi stava davvero facendo innervosire.

Io non avevo nessuna intenzione di sentire ogni volta che faceva le sue cose con Katrine.
E per principio, non avrei mai e poi mai cambiato stanza.

E poi con chi la cambiavo?
Wendy e Lily mi avrebbero ucciso se glielo avessi chiesto, in quel caso, sarebbero state loro a doversi subire i gemiti della biondina.

Sbuffai e mi lanciai sul letto.
Wendy stava facendo la doccia e Lily era in giardino a fare non so cosa, probabilmente a leggere.
Dovevamo preparare la cena.
Alla fine, non avevamo deciso chi avrebbe dovuto cenare a casa, quindi, se facevo prima io, avremmo mangiato noi.
Sfida che mi ero lanciata da sola dato che Ryan non lo sapeva.

Mi misi comoda, e scesi le scale, trovai David e Yuri sul divano, entrambi, non si girarono nemmeno a guardarmi.
Ringraziai che fossero talmente tanto presi dalla telenovela che non mi notarono nemmeno, sembravano due vecchietti.

Katrine era sparita, pensai che stesse ancora in camera con Ryan.
Un improvviso fastidio alla bocca dello stomaco mi fece storcere il naso.
Scossi la testa per non dar retta ai miei pensieri.

Iniziai a studiare il frigo per vedere cosa potevo inventarmi.
Per fortuna, prima di tornare a casa io e le ragazze ci eravamo fermate a prendere un po' di roba, quindi, la cena per stasera, era praticamente decisa: pasta con il tonno...in scatola...

Non sapevo cucinare in verità, ma non perché non volessi imparare, ma perché non mi piaceva farlo.
Ero un disastro, ogni volta che provavano a far qualcosa, finiva sempre nella pattumiera.
Non mi piaceva cucinare; quindi, non lo facevo con amore e le cose non mi venivano.

Ma ero io l'addetta alla cucina quella sera.
Quindi qualcosa dovevo fare.

Dai Eve, ce la puoi fare, devi solo far bollire la pasta.
Dopo dieci minuti, l'acqua iniziò a bollire e io a morirmi di caldo davanti ai fornelli.
Comunque; ce la feci, dovevo solo scolare la pasta, il tonno era pronto, mi mancava assimilare gli ingredienti.

Presi la pentola con due mani cercando di non scottarmi, quando la buttai nel lavandino, una nuvola di vapore caldo mi riempì la faccia.
Tossii e lasciai cadere la pentola a terra.
Cazzo.
Avevo gli occhi chiusi e cercai di riprendere la vista.

«tTeni, e spostati, disastro» una voce rauca mi fece aprire gli occhi di scatto.
Ryan, senza maglietta - di nuovo- aveva la mia pentola in mano e me la stava passando.
Ma a lui non si scottava le dita? Cos'è un robot?
La presi guardandolo male.
Il tonfo della pentola caduta, fece girare tutti verso di me.
Perfino Katrine, si era affacciata dalle scale per vedere cosa fosse succceso .

Solcito: Luce nelle tenebre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora