Capitolo 77- ...

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Ti guardavo e avevi gli occhi gonfiAumentava il battito nei polsiE mi dicevi: "dentro ho mille chiodi, mi fanno sanguinare"-il Tre

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Ti guardavo e avevi gli occhi gonfi
Aumentava il battito nei polsi
E mi dicevi: "dentro ho mille chiodi,
mi fanno sanguinare"
-il Tre

Non mi sembrava vero averla di nuovo tra le mani. Non mi sembrava vero abbracciarla, baciarla, sfiorarle i capelli e perdermi tra il suo profumo.

L'avevo appena poggiata sul letto, io sopra di lei reggendomi sui gomiti.

Ero eccitato sì, ma mi importava ben poco di farlo.
Sarei rimasto lì a guardarla tutta la notte, a stringerle le mani e non lasciarla andare.

Non avrei dormito, per essere sicuro che la mattina dopo fosse ancora lì.
Che tutto questo non era un sogno, un'allucinazione.

No, lei era vera, era .

Come una farfalla che svolazzava piano sbattendo le ali, una farfalla colorata che leggerla si posa sul fiore ma non lo piega.
Era lei il mio colore, la mia luce, la mia leggerezza.

Misi il naso nell'incavo del suo collo, respirando ogni piccolo centimetro di lei.
Respiravo, finalmente.

Una settimana senza ossigeno, una settimana a boccheggiare.
Ad aspettare che mi riportasse il fiato che mi aveva strappato via con la sua assenza.

Evelyn inarcò la schiena, e spinse il bacino contro il mio.
Mi baciava con foga, come se anche lei, come me, non aspettava altro.

Due anime in fiamme, ecco cosa eravamo.

Ma quella sera decisi di staccarmi dalle sue labbra.
Mi allontani di poco e lei mi scrutò confusa, non capendo cosa volessi fare.

Scesi a darle baci dolci sulle clavicole, piano piano passai al ventre, leccandola prima di lasciare baci umidi sulla sua pelle morbida.

Senza guardare le sfilai i pantaloni e con sé mi portai dietro le mutandine, che non guardai nemmeno.

Evelyn gemette, già senza fiato, aspettando impaziente di congiungersi in un'unica anima.

Mi fermai quando scendendo verso l'intimità la trovai bagnata.

Le accarezzai le grandi labbra lasciandole piccoli baci sulle cicatrici che la contornavano e ne facevano parte.

Mi alzai cauto.
«Parlami»

Lei si alzò di scatto, provando a chiudere le gambe con me in mezzo.
«C-cosa?»

«Non ti tocco, voglio la tua mente, i tuoi incubi, le tue paure. Voglio che mi parli senza veli, che mi racconti di te, che mi rendi partecipe delle tue tenebre. Parlami»

Evelyn fece un'espressione confusa e chiuse gli occhi.
Le si erano già riempiti di lacrime.
Mi alzai facendola mettere seduta e le coprì le gambe con la coperta, sedendomi accanto a lei.

Solcito: Luce nelle tenebre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora