CHAPTER THREE

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Knew he was a killer
First time that I saw him


A proposito del bacio, comunque, in caso ve lo steste chiedendo, Louis non riesce a smettere di pensarci.

E non è che non abbia niente da fare, tra parentesi. Deve organizzare la sua cena di laurea e ringraziare le milioni di organizzazioni pubbliche che gli hanno fatto gli auguri, riprendere a studiare e partecipare alle riunioni, tenere insieme la sua famiglia finché suo padre non gli fa il fottuto favore di ritornare in Francia eccetera, eccetera, eccetera. Eppure tra gli angoli di quei pensieri spigolosi che affollano la sua mente c'è Harry che lo bacia sotto un albero con in sottofondo i fuochi d'artificio, e Louis, tra le altre cose (ci ha pensato abbastanza per essere sicuro, ci ha pensato fino a sentirsi male), non è nemmeno certo di poter dire da dove provenga, quello scoppiettio che ricorda così chiaramente, se dal cielo o direttamente dal suo stomaco. Sta calcolando dei bilanci e improvvisamente è come se avesse di nuovo le mani del Principe sulle guance e le sue labbra contro le proprie ed è un bacio così bello, Cristo. E' capitato troppe volte che Louis ci ripensasse, a letto, fissando il soffitto con le mani sulla faccia, come una ragazzina in crisi ormonale. Gli basta un attimo di silenzio o distrazione per ritornare indietro e viverlo da capo, gli occhi vitrei fissi alla parete. Niall e Lottie l'avevano riportato alla realtà con ridicoli schiocchi di dita un numero imbarazzante di volte, a parer suo.

Il fatto è questo: Louis non aveva mai davvero pensato che gli piacessero i ragazzi. In generale la sua famiglia e la sua generazione erano molto tranquilli, a riguardo, non c'era davvero bisogno che qualcuno si etichettasse come etero o come gay, ti piaceva quello che ti piaceva e fine della storia. E Louis, forse, sta realizzando, per un ridicolo complesso sociale che voleva che ai ragazzi piacessero le ragazze, ha sempre dato per scontato di essere eterosessuale. Ha iniziato ad ammettere, però, dopo Capodanno, che ha sempre visto la sua vita sentimentale come delle tappe, partendo dal sesso. A diciotto anni aveva semplicemente pensato che fosse qualcosa che doveva fare, e aveva iniziato a svolazzare in giro. Da lì, per quanto i tabloid adorino raccontarne, aveva avuto fugaci incontri solo con tre, massimo quattro ragazze. Ricorda i loro nomi e ricorda nitidamente di aver chiesto loro il consenso ed essere assolutamente sicuro, ma a parte quello non c'è niente, di romantico o passionale, nei suoi rapporti. Solo qualcosa che andava fatto, a volte anche per rilassarsi. Eppure Louis aveva sempre visto quel suo comportamento con una placida tranquillità, perché, andiamo. Aveva appena vent'anni, aveva tutto il tempo di conoscere qualcuno che gli facesse perdere la testa. E poi, anche se adesso sta iniziando davvero a pensare da cosa sia davvero attratto, è anche vero che Louis ha lavorato con uomini, modelli, attori eccetera, anche quando posava per qualche shooting. E non ha mai sentito niente di specificatamente riconducibile a un'attrazione romantica o sessuale. Si considerava un tipo tranquillo, sotto quel punto di vista.

Poi però pensa ad Harry e, oh. Pensa ai riccioli portati elegantemente attorno alle tempie, abbracciati alle piccole orecchie, pensa alle spalle larghe e la figura alta, la vita sottile, le gambe infinite, alle sue mani grandi e come gli avevano strattonato il viso, dove sarebbero potute andare se Louis gliel'avesse permesso, o se il Principe fosse rimasto. Le sue labbra che si arricciavano sempre quando Louis parlava, o si alzavano, un angolo, a sorridergli, che si erano premute e aperte sulle sue e avrebbero potuto fare miracoli, avrebbero potuto risolvere tutti i problemi di Occidente. E c'era quello spazio così soffice tra il collo e la spalla, o tra il collo e la mascella, quelle piccole porzioni di pelle coperta che sembravano pregare per la sua presenza, silenziose. La sua voce roca e bassa che gli parlava, al telefono, in un messaggio vocale, vicino al suo orecchio, il profumo di liquore al limone. Una volta, Louis ci aveva pensato così tanto che, mentre si allenava, era caduto e si era sbucciato un ginocchio.

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