my tears ricochet - GojoxGeto

232 5 0
                                    

Ambientata dopo gli eventi di Jujutsu Kaisen 0.

E se Gojo trovasse una lettera di Geto indirizzata a lui scritta prima della battaglia?

---
Era una giornata fredda e cupa a Tokyo, rispecchiava perfettamente il clima di dicembre. Quel giorno in particolare sarebbe dovuto essere un giorno allegro, era il 25 dicembre. Tutte le famiglie del Giappone erano intente a scartare regali e a festeggiare il Natale in compagnia delle persone amate. Non era così ovunque, purtroppo. All'Istituto di Arti Occulte quella era tutto tranne che un giorno di festeggiamenti.

Il giorno prima si era consumata una tragedia in quel luogo, Suguru Geto aveva attaccato l'Istituto per poter uccidere Yuta e impossessarsi di Rika, la sua maledizione. Nel farlo aveva ferito molti stregoni e studenti, e alla fine era rimasto lui stesso ferito gravemente. Suguru Geto era morto quella notte, aveva esalato l'ultimo respiro dinanzi all'unica persona che avesse mai amato in vita sua, Satoru Gojo.

Nonostante non si vedessero da un decennio e tutto quello che fosse successo, Gojo aveva insistito per dare all'uomo la giusta sepoltura, in memoria dell'uomo che era stato un tempo. E così si ritrovò da solo a quella specie di veglia funebre, mentre il corpo di Suguru venne seppellito nel cimitero dell'Istituto. Poco più lontano dall'uomo si trovavano il preside Yaga e Shoko; quest'ultima si avvicinò con cautela all'amico mentre era intento ad osservare quella tomba, come se da un momento all'altro Geto potesse spuntare fuori dicendo che era tutto uno scherzo e che non era veramente morto, ma in cuor suo sapeva che non sarebbe successo. Dopo un attimo di silenzio, la donna parlò.

<<Ho trovato una cosa nella tasca del suo kimono, penso che dovresti averla tu>> disse cacciando dalla tasca del suo camice una busta, sembrava una lettera. La porse all'uomo che la prese subito rigirandosela tra le mani, si era decisamente una lettera.
Sul fronte della busta riconobbe la calligrafia ordinata ed elegante di Geto, vi erano due parole scritte al centro di essa.

"Per Satoru".

L'uomo perse un battito quando capì che la lettera era indirizzata a lui, non se lo aspettava dopo tutto quello che era successo tra di loro. Ringraziò l'amica con un cenno del capo mentre posò con cura la lettera nella tasca interna della sua divisa, diede un ultimo sguardo alla sua tomba e si allontanò da quel cimitero, camminando verso una meta anche a lui sconosciuta con le mani in tasca, la benda bianca a coprirgli gli occhi e lo sguardo indecifrabile, freddo.

Le gambe camminarono da sole, aveva la testa immersa tra mille pensieri e si accorse solo dopo dove le sue gambe lo avessero portato. Si trovò davanti alla porta di quella che un tempo era stata la stanza di Suguru. Da quel maledetto giorno in cui aveva lasciato l'Istituto quella stanza non era più stata utilizzata da nessuno studente, anche dopo anni. Ma lui aveva ancora conservata la chiave di quella porta, la portava sempre con se nel portafoglio, senza un motivo particolare.

Preso dall'istinto e dai mille pensieri che riempivano la sua testa, prese la chiave e aprì la porta; era rimasto tutto come lo aveva lasciato anni prima. Dopo quel giorno, era stato lui l'ultimo ad entrare in quella camera e a disfarsi della roba di Geto, anche se non aveva avuto il coraggio di buttare via nulla, aveva solo liberato la stanza. C'era ancora l'armadio ormai vuoto, una scrivania coperta da un telo bianco e il letto. Quello che era stato il suo letto.

Si richiuse la porta alle proprie spalle e sospirò mentre piano si toglieva la benda. Si stese sul letto mentre chiuse gli occhi per un attimo, una miriade di ricordi lo investirono. In quella stanza erano successe così tante cose; erano state tantissime le notti passate insieme a chiacchierare, a scherzare, a ridere.

Ad amarsi.

Perché si, Satoru e Suguru si erano amati, tanto amati. Ma tutto era finito quel maledetto giorno, quando Suguru aveva deciso che quella non voleva più essere la sua vita. E così aveva agito di testa sua e lo aveva lasciato da solo. Nonostante gli anni passati, pensare a quel giorno gli faceva ancora tanto male. Appoggiò un braccio sul suo petto e percepì la forma della lettera depositata nella tasca interna. Non avrebbe dovuto leggerla, sarebbe stato meglio se l'avesse depositata da qualche parte e se ne fosse dimenticato, avrebbe vissuto meglio. Ma non poteva ignorare i suoi sentimenti così, per quanto facesse male lui voleva leggere quella lettera e sapere quale fosse stato l'ultimo pensiero che gli avesse dedicato Suguru.

Si tirò su rimanendo seduto ed estrasse delicatamente la lettera. La rigirò tra le mani per qualche secondo poi si portò la busta al naso e inspirò. Su di essa c'era ancora una traccia del suo profumo, lo stesso da sempre. Si fece coraggio con le mani che tremavano leggermente, estrasse delicatamente la lettera dalla busta e iniziò a leggere, con il cuore che gli batteva forte in petto.

23 dicembre 2017, ore 23:56

"Caro Satoru, se stai leggendo questa lettera allora probabilmente sono morto. Lo so, non è di certo un bel modo per iniziare un discorso ma se sei qui a leggere allora sicuramente le cose non sono andate come avevo immaginato. Domani attaccherò l'Istituto e invece di pensare a come andrà la battaglia sono qui seduto dinanzi alla finestra di questa triste camera a pensare a te, a pensare a noi. Questa sarebbe stata come una di quelle notti prima di una importante missione, quando ero agitato e tu mi rassicuravi sussurrandomi che sarebbe andato tutto bene, che sarei stato forte e coraggioso, anche se non mi sentivo per niente così, non sono stato mai abbastanza forte come te, soprattutto psicologicamente, per sopportare quella vita da stregone.

Dopo la morte di Riko, non sono più riuscito ad avere fiducia nel mondo degli stregoni e nella stessa umanità. Come ben sai, il me del passato credeva che gli stregoni avessero l'obbligo di proteggere i più deboli ma dopo quegli eventi non sono più stato in grado di pensarla allo stesso modo. Ho iniziato così a mettere tutto in discussione, in particolare il mio scopo nella vita. Esorcizza e ingerisci. Ingerisci ed esorcizza. Era diventato tutto così inutile e senza senso che le mie convinzioni si sono sgretolate da un giorno all'altro, non riuscivo più a vedere l'istituto come casa mia.

Non so neanche io perché ti sto dicendo tutte queste cose, non sto cercando di giustificarmi ma, anche se sono passati anni ormai, voglio che tu sappia cosa mi ha spinto ad agire quel giorno. Sei sempre stato tu il più forte, Satoru, l'eroe che corre in lungo e in largo pronto a salvare tutti, e so che ti porti dentro il rimpianto di non essere riuscito a salvarmi, di non essere riuscito a capire cosa mi stesse succedendo. Ma non avresti potuto salvarmi, anche se non avevi capito cosa mi stessi portando dentro sono stato anch'io a non farti avvicinare, non volevo caricarti di questo peso che piano piano mi stava schiacciando. Vorrei che le cose fossero andate diversamente, avrei voluto tanto amarti come meritavi, ed essere amato da te come hai sempre fatto.

Non so cosa provi adesso, sono passati troppi anni. Non so se conto ancora qualcosa per te, se stai piangendo alla mia veglia funebre, se stai maledicendo il mio nome o se per te ero già morto da tanti anni ma so per certo che non meritavo tutto l'amore che mi hai donato, Satoru. Non lo meritavo per nulla.
Ma posso giurarti che non ho mai smesso di amarti, mai. Fino al giorno della mia morte.

Se ti dovesse capitare di pensare a me, ti prego, pensa solo alle cose belle, ai momenti felici vissuti insieme. Non ricordarmi come la brutta persona che ero agli occhi del mondo intero ma ricordami come la persona che ero dinanzi ai tuoi occhi. E' l'unica cosa che chiedo.

Sempre tuo, Suguru."

Dopo aver letto la lettera, Satoru non riusciva a pensare a nulla, a fare nulla. Rimase su quel letto per un tempo indefinito, mentre una lacrima sfuggì al suo controllo, seguita a ruota da tante altre. Nonostante gli anni passati, Satoru continuava ad amarlo e lo avrebbe fatto sempre, anche dopo la morte del suo amato Suguru.

One Shot Anime/MangaWhere stories live. Discover now