Fine Line - Suguru Geto

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Agosto 2007, Tokyo

Era un periodo molto impegnativo quello all'Istituto di Arti Occulte di Tokyo, le maledizioni brulicavano come vermi e c'era tanto lavoro da fare, anche se agli occhi degli altri quelle non erano che giornate ordinarie come le altre, la verità era ben diversa.
In particolare c'era una persona che non era più la stessa già da un po' di tempo anche se sembrava che nessuno se ne fosse accorto che qualcosa non andasse, ma non era così.
Lei se ne era accorta eccome.

Suguru Geto era cambiato: i suoi atteggiamenti, i suoi pensieri, le sue emozioni, erano ormai ben distanti da quelli del lui di un anno prima. Il cambiamento non era stato immediato, era avvenuto piano ma era evidente che qualcosa dentro di lui si fosse spezzato, dalla morte di Riko Amanai il ragazzo non era più stato lo stesso e sembrava che nessuno attorno a lui se ne fosse accorto, neanche il suo migliore amico Satoru aveva capito cosa stesse succedendo, troppo impegnato ad essere il migliore e a svolgere più missioni possibili sviluppando ancora di più la sua tecnica.

Ma lei se ne era accorta subito che il ragazzo stava cambiando, chiudendosi sempre di più in sé stesso. T/N poteva capire benissimo cosa stesse provando Geto, lo sentiva sulla sua pelle. Aveva avvertito ogni singolo cambiamento: dalle occhiaie sempre presenti sul suo viso, alla divisa scolastica che iniziava a stargli larga, per finire alla poca cura che aveva per sé stesso e per il suo corpo.

Gli eventi di quella maledetta missione lo avevano segnato a tal punto da modificare radicalmente il suo pensiero sul mondo dell'occulto e su cosa fosse giusto o sbagliato, dentro di lui avvertiva un senso di rifiuto e disgusto verso la protezione di coloro che non avevano un briciolo di energia malefica, considerate ormai solo delle inutili scimmie che non meritavano alcun tipo di protezione. E quel pensiero era diventato sempre più presente e martellante dentro di lui dalla morte dell'amico Yu Haibara, morto proprio per proteggere i deboli da maledizioni causate da loro stessi. La sua mente era ormai affollata da pensieri negativi, giorno dopo giorno.

Esorcizza. Assimila.
Ancora e ancora.

Non ne poteva più, non avrebbe retto oltre.

Aveva ormai deciso, quel giorno sarebbe cambiato tutto, avrebbe iniziato la sua nuova vita vivendo secondo i suoi ideali e pensieri.
Quella sarebbe stata la sua ultima missione, in un piccolo villaggio infestato da alcune maledizioni gli abitanti avevano dato la colpa di tutto a due bambine nate con tecnica maledetta e le avevano rinchiuse, aspettando il suo intervento per risolvere il problema.
Ma non lo avrebbe fatto, non poteva più farlo. Era deciso ad andare lì e liberare le due povere bambine, anche a costo di far fuori tutte quelle insulse scimmie, ormai aveva deciso.

Non aveva parlato con nessuno dei suoi pensieri e delle sue intenzioni e non aveva alcuna intenzione di farlo, o almeno era quello il suo pensiero. Si trovava nella sua stanza, intento a sistemare un borsone con alcune cose da portarsi dietro per quando avrebbe compiuto la sua ultima missione quando bussarono alla sua porta. Rimase molto sorpreso, non aspettava nessuno; non poteva essere Satoru, era troppo impegnato nelle sue innumerevoli missioni per degnarsi di visitare l'amico così come non poteva essere Shoko, lei di solito non aveva bisogno di bussare, non poteva essere neanche Nanami, anche lui ancora troppo provato dalla morte del suo amico per occuparsi di fargli visita.

Nascose il borsone sotto il letto e aprì la porta, aspettandosi a questo punto di ritrovarsi davanti qualche assistente supervisore per avere altri dettagli della missione, ma non si aspettava di certo di ritrovarsi lei con un'espressione molto preoccupata in viso.

I due non erano mai stati molto intimi, T/N era un anno più piccola di Suguru, faceva parte della stessa classe di Nanami ma non avevano mai avuto modo di frequentarsi spesso per via degli avvenimenti dell'ultimo anno.
T/N era una ragazza vivace e solare, aveva sempre una buona parola per tutti e anche nei momenti peggiori sul suo viso non mancava mai un dolce sorriso rassicurante, ma non in quel caso; il suo viso era teso e anche i suoi occhi erano contornati da occhiaie, segno che neanche lei se la stesse passando bene.
La morte di Haibara era stata una doccia fredda anche per la ragazza, ed era proprio per questo che riusciva a comprendere a pieno come si sentisse Suguru, e il suo sesto senso in quel momento le stava chiaramente comunicando che il ragazzo stava per fare qualcosa di brutto, non se lo sarebbe mai perdonata se non avesse provato a fermarlo, doveva farlo.

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