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-Eccoci qua.

Anche senza guardare i loro volti, Scarlett poteva sentire gli sguardi apprensivi con cui i tre Omega stavano scrutando la porta davanti al quale l'infermiere si era fermato con un sorriso conciliante. Le mani che erano aggrappate alle braccia di lei come un'ancora si strinsero impercettibilmente, portando la ragazza a mordersi brevemente il labbro. Ce l'avrebbero fatta? Iniziava a pensare che forse avrebbe dovuto insistere per portarli via immediatamente invece che restare in quel posto.

-Se desidera, può accompagnarli all'interno, signorina.

Scarlett sollevò le sopracciglia a quelle parole. Con sguardo esitante, si voltò di lato, posando gli occhi sui due visi che si susseguivano al suo fianco destro. Anche se non lo vedeva, poteva però sentire la presenza del terzo alla sua sinistra.

-Se volete, ho il permesso di entrare con voi. La decisione è vostra.

I due sguardi offuscati di ansia si sollevarono su di lei. Le bocche arricciate non si aprirono ma in un istante si ritrovò i tre corpi molto più vicini al suo, quasi incollati alle sue braccia, al punto da accarezzare la sua pelle con il loro naturale calore. Deglutendo, sbatté le palpebre, distogliendo lo sguardo con un risolino nervoso.

-Immagino sia un sì.

Fece quasi fatica a camminare mentre entrava per la porta bianca a causa delle mani che la tenevano stretta e i piedi che si trascinavano dietro di lei, ma non lasciò che alcun commento in merito le sfuggisse. Una volta fatto il suo ingresso nell'ambulatorio, infatti, si concentrò sull'operatore piegato sulla sua scrivania con il viso immerso nel computer e la schiena piegata in avanti sulla tastiera.

-Il primo paziente entri. Rimuova catenine, orecchìni, piercing o qualsiasi cianfrusaglia di metallo che abbia addosso-pronunciò l'uomo con voce atona. Scarlett annuì, ma il suo sguardo cadde sul vetro oltre il quale si intravedeva il lettino sospeso e il grande anello bianco che costituiva il macchinario. Nervosamente, posò lo sguardo sui tre ragazzi, forzando un sorriso sulle labbra.

-Allora, ascoltatemi bene. Uno alla volta, dovrete andare in quella stanza e sdraiarvi sul lettino.

Fece appena in tempo a terminare la frase che poteva già vedere l'apprensione colorare i visi degli Omega, portandoli ancora una volta ad allungare le mani l'uno verso l'altro, quasi come se quel contatto avrebbe potuto difenderli dall'essere separati.

-Lo so, dovrete allontanarvi temporaneamente, ma resterete a vista l'uno dell'altro per tutto il tempo. Purtroppo non possiamo stare dentro la stanza durante l'esame, ma resteremo qua davanti al vetro in modo che vi possiate vedere, e in più l'esame durerà appena una decina di minuti.

Degli sguardi esitanti saettarono fra i tre, balzando come parole inespresse da un volto all'altro per tornare a posarsi su di lei. Scarlett trasse un respiro profondo prima di continuare.

Ce l'avrebbero fatta.

Doveva crederci almeno lei, anche per loro.

-L'importante è che stiate fermi durante l'esame, ok? La macchina emette un rumore molto forte e anche se vi daranno le cuffie potrebbe spaventarvi comunque, ma è importante che anche in quel caso non vi muoviate. Dovrete resistere un po'. Ma voi sarete bravi e ce la farete sicuramente, non è vero?

Scar si aprì in ampio sorriso, sperando che il tono con cui aveva innalzato la frase risultasse convincente, perché continuava a vedere l'apprensione nei loro occhi sempre più pressante a ogni parola che pronunciava. Se non avrebbe potuto affidarsi alla loro parte razionale per fargli capire che l'esame era necessario e che se avrebbero seguito le sue istruzioni sarebbe passato molto velocemente, avrebbe attirato la parte emotiva che li stava comandando.

Vaniglia e caramello Where stories live. Discover now