Cinque

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HOLDEN

"Com'è andata la tua lezione?" mi domanda Micol una volta che si è seduta sulla sedia accanto a me.

"Molto bene, grazie per aver chiesto. E tu? Com'è andata la tua?"

"È stata interessante. Sai, Raffaella ha pensato che potresti aiutarmi con la produzione del brano. Pensa che potrebbe essere un'ottima idea per renderlo un po' più mio."

Rifletto un attimo, non so come prende questo mio silenzio e poi vedo che si allontana e ascolto gli altri ragazzi che raccontano delle proprie lezioni e quando sta per andarmene la intercetto.

"Micol, se vuoi, dato che abbiamo del tempo libero, possiamo iniziare a lavorare sul brano."

"Non so, Joseph non mi sembri molto convinto. Non voglio rubarti del tempo", mi guarda dispiaciuta.

"Non preoccuparti Micol, ho detto che va bene. Se non avessi voluto aiutarti, non mi sarei nemmeno proposto. Sono qui per te", le ricordo.

La convinco ad andare in una stanza più piccola, ma accogliente, con un'atmosfera calma e rilassata che favorisce la concentrazione. Ci sediamo uno di fronte all'altro, con il testo del brano tra le sue mani mentre io tengo vicino il portatile.

Iniziamo a lavorare.

"Micol, penso che dovresti mettere più enfasi sulla seconda strofa. È un punto chiave della canzone e dovrebbe coinvolgere il pubblico", le dico.

"Hai ragione, Joseph. Ma anche il ritornello ha bisogno di una svolta. È la parte che la gente ricorda di più."

"Sì, hai ragione. Ma cosa ne pensi del ponte? Penso che potrebbe essere un ottimo posto per mostrare la tua gamma vocale."

"Sono d'accordo, ma non dimentichiamo l'importanza dell'intro e dell'outro. Sono le prime e le ultime cose che il pubblico sentirà, quindi dovrebbero essere memorabili", mi dice come se non lo sapessi. Sorrido.

"Micol fai un respiro... Sei così agitata perché vuoi fare bella figura con Anna? " le domando.

"Sì, proprio così e poi è il mio primo compito. Voglio dare il massimo", mi risponde.

"Beh, dai. . .Pensala così, se non le piace com'è prodotta puoi sempre dare la colpa a me", le dico scherzosamente.

"Potrebbe essere un'ottima idea", ridacchia più leggera. Il suono della sua risata mi fa star bene.

Continuiamo a discutere delle varie parti, provando anche diverse melodie e ritmi. Ogni tanto durante il lavoro ci scambiamo sguardi complici. Dopo ore di lavoro, finiamo di lavorare sulla base. Ci guardiamo sorridendo, stanchi, ma soddisfatti. Guardiamo l'orologio e ci rendiamo conto che è già sera. Il tempo è volato mentre eravamo immersi nella musica.

"Sicuro che non vuoi lavorare al tuo di brano?", so che me lo chiede perché pensa che mi abbia disturbato.

"No, tranquilla. Ci penserò domani", la rassicuro.

Mentre torniamo in casetta, il freddo ci investe ormai l'estate ci ha salutati, noto che Micol ha freddo e l'avvolgo con il mio braccio offrendole un po' di calore. Forse siamo un po' troppo vicini perché sento l'odore del suo shampoo alle ciliegie. So quale usa perché la seguo da molto tempo.

MICOL

Ok, non mi aspettavo di questo suo gesto. Ero anche un po' delusa all'inizio che non mi avesse risposto subito. Poi, però, abbiamo creato un capolavoro. Non ho tempo di continuare a riflettere perché le ragazze mi assalgono.

"Micol come è andato il pomeriggio? Raccontaci tutto", mi dice Gaia battendo le mani, prima di sedersi sul letto.

"Bene dai, ma vorrei andare in doccia, posso?" domando ridendo.

"No, ci vai dopo", si intromette Marisol.

"E va bene, ve lo dico subito. È stato un pomeriggio molto produttivo, abbiamo lavorato molto sulla base del brano. Sono stanca, ma soddisfatta", racconto in breve e sorrido come un'ebete. Tiziano fa il suo ingresso e si siede accanto a me.

"E Joseph? Come è stato lavorare con lui?" mi domanda Marisol.

Sto per rispondere, ma vengo anticipata. "Sì, certo, 'lavorare'. Avete fatto altro, vero?" Mi domanda Tiziano con un sorrisino interrompendo la mia risposta.

"Non essere malizioso! Abbiamo davvero lavorato sulla base del brano, nient'altro! Sono felicemente single e per ora non voglio pensieri."

"Sì, sì dite tutte così e poi vi lasciate incantare dal primo che passa." Tiziano ride a crepapelle e tutte noi anche.

"Raga, non guardate me. Io sono già a posto", dice Chiara coprendosi la faccia con le mani.

"Come ti senti ad avere una relazione da così tanti anni? Io non ci sono mai riuscita, forse è colpa della mia insicurezza che fa colare a picco le mie storie", le chiede Gaia. Per fortuna hanno spostato l'attenzione su di lei, iniziavo a sentire caldo. Che poi cosa c'è da dire? Niente.

"Capisco, Gaia. La mia è una relazione stabile, siamo complici in tutto e dove finisco io inizia lui. Certo ci sono momenti di tensione e gioia, ma è parte della vita, ma sappiamo che ci siamo sempre l'uno per l'altra", Chiara è proprio innamorata. Ha gli occhi a cuoricino. Io non so niente d'amore, anche le mie storie sono sempre stati brevi e a volte non corrisposte.


"E tu quando ascolterai il tuo di cuore?" mi domanda Gaia. Non rispondo, mi limito a sorridere, cambio discorso dicendo loro che vado in bagno. Ora ho seriamente bisogno di fare una doccia. Prendo l'intimo pulito, una maglietta pulita e i pantaloni della tuta. Lascio Gaia e Chiara con la domanda in sospeso. Anche perché veniamo interrotte dalla produzione che ci informa che è in arrivo un compito per Gaia da parte della Celentano.

Dimmi che non è un addio [Holden]Where stories live. Discover now