Trentacinque

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HOLDEN

Dopo aver raggiunto la casetta, mi sfogo subito al pianoforte. Dopo di che, sento i ragazzi rientrare e vado in cortile a fumare. Non ho voglia di vedere nessuno.

La prima a raggiungermi in cortile è Mew.

"Mi dispiace davvero molto. Ho rischiato tantissimo. Sono davvero rammaricato per la cover, é la terza volta che faccio più di un errore. Non ci credo. Oggi è andato tutto storto, è successa proprio la cosa che non doveva accadere", inizio a sfogarmi con lei.

"Quando hai iniziato a cantare e ti sei dimenticato il testo, la prima volta io e Micol abbiamo iniziato a cantarla insieme a te, non credo che tu l'abbia sentito. Quando non ricordavi le parole, te le abbiamo proprio urlate per fartele sentire", accenno un sorriso.

"No, non le ho sentite."

"Infatti, mi è dispiaciuto un sacco perché so che tu questo pezzo lo puoi fare veramente bene."

"Sì, ho capito."

"Però, cioè. . . Non può essere."

Ringrazio Mew per tutto quanto, si è rivelata davvero un'amica oggi.

MICOL

"Come sta?" chiedo a Mew.

"Distrutto", mi informa.

"Secondo me è arrivato il momento che devi andarci tu a parlare, l'hai fatto soffrire abbastanza. Chiarisci con lui, forse è anche la vostra situazione che lo ha fatto andare in crisi", mi dice.

"Ma ciò che lui non capisce è che io l'ho già perdonato", ammetto sospirando.

"Sì, ma se no glielo dici direttamente, non ci arriva."

Mi sa che ha ragione.

Kumo, tutto contento si avvicina a me e appoggia le mani sulle mie spalle.

"Ha ragione Mew, noi siamo lenti nel capire le cose. Sei l' unica che può risollevargli il morale", mi dà la giusta spinta e vado verso il cortile, prima però passo dalla mia camera per prendere una coperta. Esco e lo trovo sulla sedia. La mano appoggiata sulla fronte per coprirsi gli occhi.

"Che fai, piangi?" gli domando.

"No. . .", risponde lui.

"E allora togli la mano, dai" , mi avvicino a lui e noto che ha gli occhi rossi, come in puntata. Sospiro e mi siedo in braccio a lui, copro entrambi. I miei occhi guardano i suoi.

"Sbagliare ci sta, ti capisco. Tu sei partito con l'idea che questo brano ti faceva cagare, magari arrivi lì con questo mood dicendo anche a te stesso, vado lì perché lo devo fare."

"No, ma non è questo. Sono tre puntate che faccio più di un errore, capito?" mi dice. "No esiste che io sbaglio o testi", detto ciò, lo abbraccio.

Holden nasconde la testa nell'incavo del mio collo, le sue lacrime silenziose bagnano la mia felpa. Le mie mani a questo punto si perdono tra i suoi capelli, li accarezzo dolcemente nel tentativo di consolarlo.

"Va tutto bene", gli sussurro.

"Non va bene, le cose non vanno bene, con te non va bene. . . Sono un disastro totale e questo influisce su tutto probabilmente", si sfoga e mi viene un'idea.

"In camera mia c'è Lucia che sta sistemando le sue cose, camera tua è libera, andiamo lì e parliamo, ti va?" gli domando.

Holden accetta e insieme andiamo verso la sua camera. Non c'è nessuno e chiude la porta. 

"Jo, io ti ho perdonato."

E lui mi abbraccia forte, mi tiene stretta a sé.

"Non vado da nessuna parte, ma mi stai stritolando", glielo dico dolcemente e poi per farglielo capire ancora meglio, lo bacio.

Dimmi che non è un addio [Holden]Where stories live. Discover now