Quarantadue

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HOLDEN

Con il volto segnato dalla stanchezza, rientro in  casetta dopo l'ennesimo rimprovero di Rudy. I ragazzi mi fermano, mi vogliono parlare ma io ho bisogno di farmi una doccia.

 Nonostante la mia relazione con Micol vada a gonfie vele, tutto il resto sembra essere un caos. Lil, Petit, Micol ed io abbiamo portato a termine il compito di squadra assegnato, ma gli altri no. 

Qui sembra andare tutto bene secondo voi, vero? Ma in realtà è  qui che inizia il vero caos.

Ci viene assegnato un pezzo di Natale da modificare a nostro piacimento, con poco tempo a disposizione. La produzione poi lo metterà sulle diverse piattaforme. Mi ritrovo in difficoltà, non voglio  pubblicare un brano su cui avrò lavorato per soli tre giorni. Dopo questo, arrivano altri richiami per il problema delle cover e per il modo in cui mi esprimo.

Non so più cos'è giusto e cosa no.

Esausto, dopo aver riflettuto su tutto ciò, esco dalla doccia e indosso l'asciugamano e vado in stanza dove trovo Micol seduta sul mio letto. Vedendomi così arrossisce.

"Ho i boxer", mi metto a ridere e indosso solo dei pantaloni, mi siedo accanto a lei sul letto e la osservo. "Sei una finta timida comunque", le dico lasciandole un bacio sulla fronte. 

"Come stai?" mi domanda, sempre più imbarazzata.

La guardo, apprezzando quanto sia stata vicina a me in questi giorni difficili.

Dopo un po', la trascino verso di me  e lei nasconde la testa nell'incavo del mio collo. "Sto meglio, ma solo grazie a te che mi hai fatto ragionare. Sono sicuro che in puntata il pezzo spaccherà, ma sarà che per come sono fatto io. . . "

Sospiro, e Micol mi mette un dito sulle labbra. "Per come sei fatto tu", dice, "non te la senti di presentare un pezzo fatto in tre giorni. Va bene così, sarà Rudy a scegliere a chi farlo cantare tra noi tre. E poi, ehi, c'è sempre la tua produzione di mezzo..."

La bacio dolcemente, approfondendo il bacio. Ci  stacchiamo e Micol mi sorride nel mentre mi  accarezza il viso.

 "Vado dalle ragazze, è quasi ora di cena. Ti aspetto in cucina", dice.

Annuisco, "Ci metterò poco, grazie ancora, Micol." Micol esce dalla stanza, lasciandomi da solo con i miei pensieri.

MICOL

Questa sera, la cucina è il mio regno. Gaia, Kumo ed io abbiamo deciso di preparare un piatto tipico di Roma: la pasta alla carbonara. Un primo piatto che mette d'accordo tutti, un vero comfort food.

Mentre Gaia e Kumo si affaccendano in cucina, io sono intenta ad osservare l'albero di Natale.

"Perché fissi l'albero da dieci minuti?" mi chiede Kumo con un sorriso divertito.

Rispondo senza distogliere lo sguardo. "Mi ricorda che il Natale non è poi così male se ho accanto le persone giuste."

Gaia che fino a quel momento era concentrata sulla preparazione della carbonara, si volta verso di me. "Odi il Natale?" mi chiede.

Rispondo di sì. "Perché non avendo qualcuno accanto come Jo, spesso mi sono sentita sola. È brutto sentirsi così durante le feste."

Il silenzio riempie la stanza per un attimo, poi Gaia sorride. "Penso lo stesso, sai? Anche io sono felice da quando c'è Cri nella mia vita", le sorrido. Aiuto Gaia con la carbonara. Proprio in quel momento, Jo entra in cucina. Mi abbraccia da dietro e ruba un pezzo di guanciale dal piatto.

"Mmm... 'sta carbonara è bona da morì!" esclama Jo, masticando con gusto.

"Jo, ma che fai? Stai a rubà er guanciale?" rispondo, utilizzando anche io il romano. Pur essendo romana il romanaccio lo uso poco.

"Eh, ma se è troppo bono, come faccio a resistere?" risponde Jo ridendo.

"Vabbè, ma la prossima volta te tocca cucinà!" dico sorridendo.

"Ah, allora preparatevi a magná la miglior carbonara de Roma!" risponde Jo con un sorriso malizioso.

"Staremo a vedere", ridacchio prima di prendere il mio telefono e postare la foto che abbiamo fatto sui social, voglio fissare questo momento.

Dimmi che non è un addio [Holden]Where stories live. Discover now