Quattordici

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HOLDEN

Sospiro e dopo che ho appoggiato le dispense sul comodino, mi sdraio. Ho bisogno di un po' di tranquillità. Dopo quella sera, passata sul canale youtube l'atmosfera in casa è cambiata. Holy e Mida continuano a discutere. Per cose serie, ma anche per banalità. Non sono per nulla compatibili e in generale ci sono conflitti anche per le pulizie domestiche. Ezio, dal canto suo, sta attraversando un periodo particolarmente difficile. Nonostante gli sforzi di tutti per offrirgli conforto e supporto, sembra non riuscire a superare questo momento di crisi. Parliamo ogni notte, ma non c'è nulla da fare. Per quanto riguarda me, sto lottando con i miei demoni interiori. Sono dell'idea che il segreto che sto nascondendo potrebbe essere la causa del mio cambio d'umore. È come se portassi un peso sulle spalle che sembra diventare sempre più pesante con il passare del tempo. Vorrei dire tutto, ma no. L'idea di perdere Micol mi spaventa. Mi sono affezionato a lei in un modo che non avrei mai potuto immaginare. La sua presenza è fondamentale in questo percorso, tanto bello, quanto difficile e l'idea di perderla per questa cosa mi riempie di terrore.

So che devo affrontare tutto, ma ho paura ed è il motivo per cui in queste ore ho preso un po' le distanze da lei. Lo ha capito perché ogni volta che si avvicina invento una scusa, per allontanarmi.

Poco dopo, Kumo bussa alla porta ed entra nella stanza con un sorriso sul volto.

"Sono arrivati dei pacchi per Halloween", dice ridendo. "Hai intenzione di startene qui tutta la sera?" mi domanda. Alzo lo sguardo verso di lui, sospiro. "Se è un modo per non avere Micol vicino, sì", rispondo. "Rimarrò qui tutta la sera."

"Ti aspetto di là tra cinque minuti. Se non vieni, veniamo a prenderti in massa", detto ciò esce dalla stanza.

Mi alzo dal letto e vado in bagno, mi sciacquo il viso e cerco di riprendermi.

Potrei stare qui a studiare, ma d'altronde è Halloween e sono sempre stato abituato a passare questa notte festeggiando, ma sono preoccupato. Mi unisco? Non mi unisco?

Non so come comportami con Micol. Era tutto troppo bello per essere vero, ma per me il "Per sempre" probabilmente ancora non esiste, come in amore, in amicizia. È tutto così complicato. Ma fanculo, vado a divertirmi, troverò il modo di evitarla senza sembrare cortese.

MICOL

Sono seduta in stanza con Gaia e Chiara e sono preoccupata. "Non capisco cosa sta succedendo con Joseph, è strano in queste ore", confesso alle ragazze, prima che finisco di prepararmi per la serata di Halloween.

Chiara annuisce.
"Ho notato anch'io il suo strano comportamento, non sembra essere lo stesso Holden di sempre."

Gaia, dopo un momento di silenzio, dice: "Stasera devi provare a fare il suo stesso gioco, Micol. Forse così capirai cosa sta succedendo", e forse ha ragione, ma io non riesco ad ignorarlo.

Mi appoggio al muro e le ragazze mi guardano confuse. In camera nostra fa irruzione anche Kumo.

"Come mai ci mettete tanto? Cosa succede?" ci domanda.

"Stavamo solo parlando", dice Chiara.

Penso al fatto che ho qui le persone più importanti per me, oltre a lui. Mi appoggio al muro e decido di sputare il rospo.

"Penso di provare qualcosa per lui", ammetto sospirando. Loro si voltano immediatamente verso di me. Non so descrivere le loro facce.

"Lo sapevo", esulta Kumo. "È un po' uno stupido, non è vero? Anche io ho notato che ha cambiato comportamento nei tuoi confronti, Micol. Non so cosa gli passi per la testa", commenta il mio amico che ha colto nel segno senza che io dicessi niente.

Arrossisco, ma sorrido. "Grazie, Kumo. È bello sapere che non sono l'unica a notarlo", Kumo mi fa l'occhiolino si avvicina a me e mi abbraccia. "Non preoccuparti, Micol. Joseph capirà presto che sta sbagliando a fare così. E se non lo fa, bè allora è davvero uno stupido." E con queste parole, ci stacchiamo dall'abbraccio e insieme torniamo verso il soggiorno. La festa è già iniziata ed è in pieno svolgimento. Nonostante la bella atmosfera, però mi sento un po' giù.

"Mangiare qualcosa ti farà sentire meglio", dice Nicholas, ma scuoto la testa. "Non ho fame", rispondo.

Kumo, nel frattempo, ha deciso che è il momento di ballare. La musica inizia e gli altri iniziano a muoversi. Kumo mi trascina in mezzo alla sala, le ragazze cercando di spingermi a ballare nonostante il mio essere negata, cercano di tirarmi su di morale, ma non riesco a godermi il ballo. È frustrante per me stare nella stessa stanza con lui e non essere notata.

Dimmi che non è un addio [Holden]Where stories live. Discover now