ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 6

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«Com'è potuto succedere…? Che cosa ti è saltato in mente?»

La voce preoccupata di Shadis riecheggiò nella sua testa in una forte baraonda, le parole che si susseguivano l'una dietro l'altra, distorte, seguite da un lieve eco che le prolungava. La testa gli aveva iniziato a girare terribilmente, e non era sicuro che la colpa fosse solo dell'oppio che si ostinava a bere dal boccale di legno. Era stanco per l'incontro tenutosi il pomeriggio, confuso per la sua conclusione, spaventato per le conseguenze che sicuramente ci sarebbero state, e gravi. Afferrò il secondo bicchiere e tracannò il liquido denso al suo interno, poggiandolo sul tavolo con un gesto secco. Reclinò la testa, deglutì e schiacciò le palpebre, cercando di pensare lucidamente.

«Possiamo parlare dopo cena?» biascicò, il tono basso, stanco e provato.

Guardò Shadis con la coda dell'occhio, per poi osservare la tavola apparecchiata. Da quando era divenuto il campione di quella scuola, aveva diritto ad un pasto più vario e bilanciato, l'unico (insieme a quello degli altri gladiatori) veramente gestito con attenzione dagli ufficiali, al contrario dei pasti degli altri schiavi.
Una dieta sana ed equilibrata era la chiave fondamentale per poter vincere uno scontro nell'arena, e l'imperatore Floch era qualcuno a cui proprio non piaceva perdere.

«Una punizione fattibile prevede che ti venga tagliata la lingua. Tanto a voi gladiatori non serve, dico bene? Voglio proprio vedere come mangeresti in quel caso» replicò Keith, severo.

Eren strizzò gli occhi e aggrottò la fronte, l'immagine concreta che gli aveva descritto Shadis lo aveva disturbato al punto da fargli venire la pelle d'oca; la testa che aveva preso a pulsare dal dolore. Proprio non capiva il suo comportamento. Era un miracolo il fatto che fosse vivo, ancora doveva metabolizzare il tutto, eppure Keith non sembrava minimamente toccato dalla cosa, e anzi; gli parlava quasi come se avesse commesso un crimine o simili, come se fosse colpevole di una qualche atrocità, e non la misera vittima.

«Avresti dovuto attaccare, perché hai esitato? Anzi, ti rendi conto che ti sei rifiutato di combattere? E per di più sotto gli occhi dell'imperatore?!»

«Sei cieco? È lui che si è fermato, ha gettato l'arma a terra!» replicò il gladiatore a tono grave.

«Questo non ti rende certo meno colpevole!» tuonò Keith, assottigliando lo sguardo, «Anche se lui è stato il primo ad opporsi, tu non ti sei certo fatto problemi a seguirlo! Questa situazione è anche colpa tua, non credere di starne fuori!»

Un altro rimbombo, stavolta più forte; gli fuse il cervello per qualche secondo. Le volte che Keith lo aveva cazziato si contavano sulla punta delle dita. Era sempre stato un ottimo allievo e un grande combattente grazie ai suoi insegnamenti, non credeva che lo avrebbe sgridato così forte, un giorno. Però aveva ragione: Si era illuso per qualche istante di essere nel giusto, di essere una mera vittima di quella situazione, e che le persone attorno a lui lo avrebbero protetto, data la sua posizione di campione. Balle, tutte puttanate. Aveva sbagliato, aveva ceduto alla paura, all'istinto di sopravvivenza che lo aveva portato a smettere di lottare e a stringere la mano morbida del gladiatore di Verona, anzi; Levi. Sul momento la cosa non lo aveva troppo preoccupato, ma ora la realtà schiacciante delle cose gli incuteva più timore che mai. Era uno schiavo nonostante tutti i titoli che gli potevano affibbiare. Campione, sì, gladiatore, anche, ma pur sempre uno schiavo: inferiore, impotente, alla stregua di un animale.

«Senti, mi dispiace, ok? Che cazzo, lo so che ho sbagliato» il giovane si portò una mano sul viso a massaggiare le palpebre, digrignando i denti l'istante dopo in una muta imprecazione: aldilà delle bende che fasciavano le sue dita, tagli freschi si facevano sentire in un intenso bruciore ogniqualvolta li muoveva.

«Essere dispiaciuto non ti salverà certo dalla punizione» disse l'istruttore, camminando su e giù davanti al tavolo assortito, «L'imperatore Floch ha richiesto un incontro per domani mattina. Sicuramente è per chiarire l'accaduto… e decidere quali saranno i provvedimenti da prendere in merito a questa situazione».

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⏰ Last updated: May 13 ⏰

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Iʟ ᴘʀᴇᴢᴢᴏ ᴅᴇʟʟᴀ Lɪʙᴇʀᴛᴀ̀Where stories live. Discover now