48. «Anche lui c'è dentro?»

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Jungkook quella mattina si era svegliato frastornato: nudo e frastornato

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Jungkook quella mattina si era svegliato frastornato: nudo e frastornato.

La sera precedente - nonostante l'arrivo del suo calore il quale era solito stordirlo -  il futuro capobranco aveva dormito male, quasi a fatica, e questo soprattutto a causa dei strani sogni che lo avevano tormentato per tutta la notte. Aveva sognato di trovarsi da solo, in una foresta, ma di trovarsi però successivamente sulla cima di un burrone: una mano lo aveva ferito al fianco destro e poi lo aveva buttato giù lasciandolo così fluttuare nel vuoto fino ad incontrare l'impatto forte con il terreno. Quella fu la prima volta che Jungkook si svegliò di soprassalto quella sera e con il fiato corto, ma gli era bastato osservare la schiena nuda di Taehyung che dormiva beato per tranquillizzarsi. Lo aveva quindi abbracciato da dietro e si era addormentato di nuovo.

La seconda volta, in quella stessa notte invece, aveva sognato proprio il suo compagno. Stavano litigano, o per lo meno questo era quello che Jungkook pensava di aver compreso dato che in quel sogno non riusciva né a sentire né tanto meno a parlare. Lo aveva compreso dal volto corrucciato dalla rabbia di Taehyung, dalle sue guance rosse e dalle innumerevoli lacrime che avevano preso a scendere dai suoi occhi eteocromatci. L'unica cosa che Jungkook era riuscito a sentire in quel sogno fu soltanto che uno scoppio; un rumorossissimo boato e poi nulla di più. Ancora una volta si era svegliato, svegliando però questa volta anche Taehyung.

«Gukkie è tutto okay?»

L'omega gli aveva posto la domanda con dolcezza; quasi cercando di dar a vedere meno la voce impastata dal sonno, e il futuro capobranco a quella domanda gli aveva silenziosamente annuito per poi baciarlo all'improvviso, finendo così per far l'amore ancora una volta. E anche quella volta Jungkook - vinto dalla stanchezza - si era addormentato, accompagnato dalle dolci fusa di Taehyung il quale, anch'egli stremato, si era addormentato sul petto del compagno poco dopo. L'alpha si era immerso nel mondo dei sogni ancora una volta e questa volta lo segnario che gli capitò fu così realistico da fargli venire i brividi.

Davanti a lui, circondato dal buio più totale, vi era una culla. All'interno vi era un cucciolo, una femminuccia per la precisione: aveva l'incarnato chiaro, i lineamenti fini, pochi capelli scuri e gli occhi grandi ed eterocromatici. La cucciola piangeva, era spoglia di ogni indumento e Jungkook - in un primo istante - pensò che quest'ultima piangesse per via del freddo, fu quindi per questo che l'avvolse subito nella copertina sotto di lei per coprirla e riscaldarla dal gelo. Jungkook se l'era poi portata al petto, cullandola e cercando di farla calmare da quel pianto incessante.

«Non piangere tesoro mio, il tuo papà è qui» quelle parole uscirono in maniera naturale dalle labbra di Jungkook e quasi non se ne rese conto, preferendo anzi concentrarsi sul far calmare la cucciola, ma quando decise di scostarla dal proprio petto per osservarla meglio in volto, si rese conto che quella copertina fosse ormai vuota e che ogni traccia della cucciola era come sparita. L'unica cosa che Jugkook percepì prima di svegliarsi fu una voce femminile.

The son of the Moon || KookVWhere stories live. Discover now