26. Pizza party

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CHRISTIAN POV

Stasera pizza.

Esther conosce il modo per conquistarmi, su questo non c'è dubbio. Anche se a sua insaputa.

Non c'è nulla che io ami di più della pizza in questo cazzo di mondo.

Beh, forse una cosa c'è ma non voglio risultare troppo volgare.

Mi precipito in camera di Nick e, senza nemmeno bussare, spalanco la porta.

"Cazzo, amico!", mi va di traverso la saliva e scoppio in una risata poco mascolina non appena sorprendo il mio migliore amico mentre si sta facendo una sega sdraiato in mezzo al suo letto,

"Porca puttana C! Bussa prima di entrare!"

Si tira il lenzuolo addosso ma è talmente leggero e sottile che riesco a vedere tutto ma proprio tutto il suo cazzo ancora in tiro.

La cosa peggiore è che, forse, era pure vicino all'orgasmo a giudicare dalla sua espressione.

Non riesco a smettere di ridere, mi manca l'ossigeno. Mi accascio a terra con una mano premuta sullo stomaco.

"Che cazzo hai da ridere?!", punta le sue iridi sul rigonfiamento che spicca dal lenzuolo e si affretta a schiaffarci sopra un cuscino così da nascondere completamente l'erezione, "Non ti fai le seghe tu?!" continua a parlarmi e io sto praticamente per sputare un polmone sul pavimento.

"Chiudo la porta di solito", riesco a dire tra una risata e l'altra,

"La mia porta era chiusa!", inveisce lasciandomi in piena faccia l'altro cuscino che tiene sotto la testa,

"Va che l'ho anch'io in mezzo alle gambe... Forse un po' più grosso ma la sostanza è quella", ammicco nella sua direzione mentre le sue guance tornano al colorito naturale,

devo avergli rovinato proprio un bell'orgasmo,

"Ti piacerebbe", sbuffa,

"Porto buone notizie", cerco di riparare alla mia intrusione da guastafeste,

"Cioè?"

"Stasera vieni con me", ancora non sa che mi sono rivisto con Esther,

"Dove?", dato che disapproverà la mia follia di ieri preferisco tacere e puntare tutto sull'effetto sorpresa,

"Lo scoprirai", ammicco e sparisco da dove sono venuto prima che possa tediarmi con un interrogatorio.

Nel pomeriggio sbrigo qualche commissione per conto di mio padre e mi sembra di essere un bambino la mattina di Natale che attende intrepido il momento in cui scarterà i regali.

Finalmente l'ora del crepuscolo si avvicina e io rientro a casa per lavarmi e cambiarmi. Prima di uscire dalla mia stanza noto, in un angolo, un sacchetto di carta marrone con all'interno la bottiglia di tequila che avevo comprato per Esther.

Sto per raccoglierlo da terra quando ripenso a ciò che mi ha raccontato Sarah e, forse, non è il caso di dare alcool ad Esther al momento. Meglio evitare.

La terrò per me e, magari, dopo che me la sarò scolata, ci metterò dentro dei fiori e gliela porterò. Sarebbe nel perfetto stile di Christian Carter.

Mi precipito nella camera di Nick per la seconda volta in questa giornata ma, ora, ho l'accortezza di bussare prima di varcare la soglia.

"Non sto facendo ciò che credi", urla dall'altro lato della porta e io reprimo una risata,

MOY SVETWhere stories live. Discover now