Capitolo 5

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"Volevo urlare quello che sentivo, ma sono rimasto zitto
per paura di non essere capito."
— Charles Bukowski

Bryan's pov

Errore.
Errore.
Errore.
Ecco cosa sono, solo uno stupido cazzo di errore. Penso questo mentre sferro un'altro pugno all'armadietto che ho di fronte sfogando tutta la mia rabbia contro quell'oggetto che non mi ha fatto nulla. Io sono fatto così, sono un'ammasso di rabbia e vuoto da ormai un po' di tempo e ricordare lo sguardo carico di compassione della ragazzina mentre veniva trascinata da mio fratello non aiuta per niente a far sbollire la mia rabbia. Avrei voluto prendere a pugni quel coglione di mio fratello perché non fa altro che rinfacciarmi in maniera indiretta quel fottuto giorno.

Cammino verso il bagno a controllare in che condizione si trovino i miei lividi, ho visto come la ragazzina li ha guardati appena ha avuto l'occasione di guardarmi e dalla sua espressione sembravano abbastanza gravi anche se non sento minimamente dolore. Sto continuando a caminare verso il mio obiettivo quando rivedo Cassy accovacciata a piangere, faccio per andarmene per lasciarla sola, la mia presenza peggiorerebbe le sue condizioni sinceramente non sono la persona adatta in questi casi ma anche perché sinceramente non me ne frega un cazzo. "Bryan..." sento la sua voce debole e spezzata dai singhiozzi dovuti al pianto che mi fa arrestare di colpo la camminata per poi girarmi nella sua direzione. "Puoi restare se vuoi, potremmo parlare, non voglio restare sola..." mi dice non riuscendo a guardarmi in viso forse perché l'ho appena vista in queste condizioni, non avevo mai visto questo lato di lei. L'ho vista in davvero molti modi ma mai così vulnerabile e sicuramente questo sarà colpa delle parole amare che gli ha rivolto mio fratello. Non mi piace stabilire legami né tantomeno parlare ma decido lo stesso di avvicinarmi in silenzio e sedermi poco distante da lei. "Perché tuo fratello é tornato? Sai lo vedo diverso, non é più il Nicholas sorridente di qualche anno fa, lo vedo spento..." mi dice sottovoce come se avesse paura che mio fratello potesse sentirla davvero.
Non mi va di parlare di mio fratello in questo momento ma non posso nemmeno trattarla male visto le sue condizioni pietose. "Cassy sai che non ti risponderò, vuoi saperlo? Bene. Chiedi a lui" dico cercando di rimanere più calmo possibile mentre appoggio la testa all'armadietto iniziando a fissare un punto nel vuoto. "Sai invidiavo il vostro rapporto, prima non esisteva Bryan senza Nicholas e Nicholas senza Bryan, cosa é successo quando ve ne siete andati che vi ha portati ad essere così? Siete tornati diversi come se non foste più fratelli ma solo due normali conoscenti" mi dice guardandomi per la prima volta da quando ha iniziato a parlare, sembra che qualcuno le abbia dato un pugno a causa della smisurata quantità di mascara che mette, sinceramente ora che la guardo meglio non é nemmeno così bella e non capisco ancora perché io continui a portarmela a letto. "Cassy non costringermi a lasciarti qui, sono cose che non ti riguardano e che non sono tenuto a raccontarti. Tu piuttosto perché piangevi così disperatamente?" Chiedo pentendomi subito dopo di aver posto la domanda in quel modo, so di essere un vero stronzo ma é un'aspetto del mio carattere che ormai prende il sopravvento in qualunque situazione. "É vero che tu mi stai usando? Io per te non conto nulla? Sono solo un corpo qualsiasi con la quale sfogarti quando sei frustrato?" Parte con una serie di domande a raffica con gli occhi che si stanno gonfiando di lacrime di nuovo. So che non dovrei farlo ma inizio ad alzarmi e vedo lei fare la medesima cosa. Voglio concludere questa conversazione davvero soffocante.
"Ascolta Bryan io sento di essermi legata a te e in tutta sincerità vorrei qualcosa in più da parte tua." Continua lei non avendo ricevuto una risposta da me, non posso fare a meno di risponderle male, deve capire che io non voglio relazioni o altre cazzate simili, mi basta restare da solo.  "Cazzo Cassy, avresti potuto dirmelo che volevi arrivare a questo senza mettere in scena questo teatrino pietoso. Mi fai pena sai? Pensavi veramente che io volessi una relazione? Mi sembrava di essermi spiegato abbastanza bene quando ho detto 'solo sesso' ma non mi sembra che tu abbia capito quindi ti rinfresco la memoria: 'chiamami quando hai voglia di scopare' non di parlare" le dico con cattiveria, so di averla ferita ma io sono questo e lo sarò per sempre. Lei sapeva benissimo a ciò che andava incontro quando ha accettato di venire a letto con me, io specifico ciò che voglio da una ragazza prima di scoparmela quindi la mia coscienza é pulita. La parte peggiore di me sta prendendo il sopravvento, in realtà lo fa sempre e quando succede non so come fermarla. Mi sembra di vivere in un loop continuo di rabbia che posticipa il senso di vuoto e mi sento pieno realmente solo quando divento una bestia poi questa sensazione passa e siamo di nuovo a punto e a capo. Decido di andarmene lontano da lei che ha iniziato a piangere di nuovo e come ho detto poco fa non me ne frega un cazzo. Ecco un'altro tratto che fa parte del mio carattere di merda il menefreghismo.

𝑨𝑷𝑷𝑬𝑨𝑹𝑨𝑵𝑪𝑬𝑺Where stories live. Discover now