12. Gens

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Cordelia

Nessuno di noi era riuscito a prevedere come sarebbe andata quella giornata, neanche la Regina che fu sorpresa quanto me e Talitha quando Azazel si affacciò sulla porta per avvisarci che l'Arcangelo Michele era all'Inferno.

«Sta già litigando con Lucifero?» Clary e Talitha sembravano già aspettarsi una risposta positiva a quella domanda.

«Stavolta sembra serio.» Constatò con una scrollata di spalle, il tono tuttavia non era convinto.

«E quando mai non lo è?» Nelle parole della bionda c'era del divertimento, però non esitò un attimo ad alzarsi. «Forza, andiamo a vedere cosa stanno combinando.»

Non avevo ancora assistito a nessuno dei confronti pseudo-amichevoli che Altair mi aveva raccontato, quello che mi trovai davanti però non lo sembrava neanche lontanamente.

Non vidi subito l'uomo con cui stava discutendo Lucifero, gli occhi anzi sfrecciarono subito a incontrare l'espressione divertita del mio compagno che stava assistendo al diverbio già da prima.

«Possibile che voi due non vi stanchiate mai di discutere da secoli?»

L'angelo e il demone si voltarono subito verso di noi, io ne approfittai per raggiungere il mio compagno mentre Talitha dichiarò che non aveva intenzione di immischiarsi in cose di famiglia e si dileguò.

«Non dovremmo seguire il suo esempio e piantarli qua?» Mormorai a bassa voce quando Altair avvolse il braccio intorno alla mia vita e mi tirò verso di sé. Lui scosse la testa, nonostante l'aria combattuta che assunse.

«In altre occasioni ti avrei detto di sì, stavolta è importante.»

Il che, detto da lui, suonava strano considerando quanto fosse propenso a prendere tutto con leggerezza, ma lo sguardo deciso che indirizzò ai tre davanti a noi rendeva abbastanza chiara la sua concentrazione.

«Fammi capire bene, sei venuto qua perché le tue spie ti hanno riferito che tra i vampiri c'è malumore e si mormora che il loro Re si sia scontrato con noi?» Stava snocciolando la Regina il volto ora più serio, avevo perso il pezzo precedente della conversazione ma quella menzione alla Corte di Sangue attirò la mia attenzione.

«È per Iulius?» Tre paia di occhi si fissarono su di me, la stanza si era fatta improvvisamente silenziosa, dietro di me Altair ridacchiò.

«Ben fatto, bambolina, dritta al punto.»

L'Arcangelo mi squadrò da capo a piedi, gli occhi che esprimevano fastidio e confusione, poi scivolarono un po' più in alto, come a cercare qualche risposta che forse già aveva intuito.

«Non la guardare così, ha tutto il diritto di stare qui.»

«Anche se è la tua compagna non credo che sappia...»

«Ho ucciso io Iulius.» Mi affrettai a dire, esternare quella verità era sempre più facile. Il silenzio permeò per un momento la stanza prima che Lucifero tornasse all'attacco con un'altra punzecchiatura per l'Arcangelo.

«Vedi Michele? La ragazzina sa il fatto suo.»

Lui gli scoccò un'occhiata al vetriolo. Se non fosse stato per l'argomento che mi toccava ancora troppo, avrei ammesso molto più facilmente che quei battibecchi erano divertenti da vedere da fuori.

«Ma smettila, quello che importa è che i vampiri sono malcontenti.»

«E allora?»

«Allora? Ma ti senti quando parli?»

Il Diavolo, quando rispose, aveva la sicurezza di chi era consapevole di cosa può o non può fare.

«Potremmo schiacciarli tutti quanti in men che non si dica, non vedo perché dovremmo preoccuparci. Voi angeli ancor meno, visto che ve ne state appollaiati lassù.»

Fragmenta AmorisTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon