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Dopo aver salutato Francesco e aver posato il telefono in magazzino, vado alla ricerca di Mida. Sta fumando fuori con Ayle e Kumo, perciò come se fossi la regina della casa mi vado ad accomodare tra di loro con tutta la comodità del mondo.

"Amo, ho sentito che mi dai una heets?"

Faccio gli occhi dolci a Ayle che poco ci mette a passarmi l'oggetto di mio interesse.

"Allora che ci racconti? Alla fine come ci sei finita con Holy?"

"Io ancora arrabbiato, potevo avere anche io la mia possibilità non è giusto così "

Si lamenta con fare scherzoso l'allievo della pettinelli. Si vede che non è realmente arrabbiato per la questione, ma che anzi sia felice di vedermi spensierata dopo quello successo pochi mesi fa.

"Tra me e Francesco è una cosa particolare. Non saprei se definirlo amore oppure no, ma è ciò di più sincero che ho mai conosciuto da quando sono nata. È venuto da me senza pretese, anzi con il solo obbiettivo di aggiustare le mie ferite psicologiche. Non vi nego che molto volte l'ho trattato male a cause delle crisi di panico che avevo, eppure è sempre rimasto con me. Sono stata io a baciarlo, lui non si è mai avvicinato a me con quello scopo ma comunque sperava che un giorno avrei potuto ricambiarlo. È brutto da dire, ma all'inizio era solo un chiodo schiaccia chiodo, ma lui l'ha accettato lo stesso. Mi sentivo in colpa a baciarlo e chiudendo gli occhi ad immaginare un altro, ma piano piano ciò non è più successo. Ora non so dirvi se siamo il per sempre oppure no, ma so che Francesco al momento è la persona che più mi fa stare bene"

Racconto tutto quanto con più sincerità possibile, perchè voglio che sappiano la verità del nostro rapporto. Dire che l'ombra di Joseph sia solo un ricordo lontano, sarebbe parzialmente una bugia perché è chiaro nelle mura della nostra relazione che c'è ancora quel qualcosa che rimane un tabù per noi.

"Quindi se per caso Jo venisse da te e ti venisse a dire che ti ama, cosa faresti?"

Si interessa di domandarmi Tiziano, con cautela e senza insinuare nulla.

"Qui entra in gioco un altro fattore: il rispetto per me stessa. Non vi nego che ci ho pensato moltissimo e sono arrivata alla conclusione che io sostanzialmente non avevo fatto nulla per meritarmi le sue sfuriate. Ha voluto fare di testa sua, ferendomi con la consapevolezza di starlo facendo, quindi non sono io che mi devo porre delle domande. Poi, ad oggi, non importa più. Io sono fidanzata e anche lui, quindi non mi interessa più nulla. L'unica cosa che mi ha fatto stare particolarmente male è che si è andato a mettere con una mia coetanea, quindi il problema non era veramente l'età, ma io in particolare"

I ragazzi si scambio un occhiata, ma nessuno di essi si appresta a parlare. Sembrano sapere palesemente qualcosa più di me, senza però rendermi partecipe.

"Sei diventata molto matura, lo sai?"

Cambia quindi discorso Christian, strappandomi un sorriso.

"Grazie tesoro"

"Allora Alicetta. Io ti ho voluto fortemente qui perché so quanto tu possa essere un elemento spettacolare per la mia squadra"

Sono in sala con Umberto per preparare un bel passo a due, quando Emanuel entra in stanza per parlarmi.

"Grazie prof, grazie per avermi scelto non una, ma ben due volte"

"Voglio però parlare faccia a faccia, con estrema sincerità. Quello che è successo è stata una grande mancanza di rispetto sia nei tuoi che nei miei confronti. La salute viene prima di tutto e il capisco cosa ti abbia spinto a tenere la bocca chiusa, ma questo non giustifica che sia stata una cosa sbagliata"

Annuisco più che consapevole di essere stata un'idiota. Se avessi parlato prima della mia condizione, forse sarei stata ferma molto meno.

"Quindi voglio sincerità tra me e te, me lo puoi promettere"

Io annuisco più convinta che mai, sono consapevole che oltre la seconda possibilità non posso più sperare in nulla quindi farò di tutto per non sprecare quest'occasione.

"Ora voglio che spacchi, quindi ti lascio lavorare"

Sia io che il professionista lo salutiamo, ritornando a lavorare sul pezzo che porterò in puntata. Le ore passano, ma io continuo a non sentirmi pienamente soddisfatta.

Nulla però mi fa sentire bene quanto riuscire a muovermi senza paura, paura di sentire nuovamente quelle fitte al ginocchio.

Umberto saranno già due ore che mi ha lasciato da sola e, come ormai è diventata abitudine, ho saltato anche l'ora di cena troppo concentrata a far venire il tutto alla perfezione.

Sta volta, però, ho una consapevolezza nuova che mi anima. Appena tornerò a casa mangerò qualcosa, poiché l'ho promesso a Francesco.

"Non sei cambiata per nulla, a quanto vedo"

Non sento la sua voce da molto eppure senza girarmi so già a chi essa appartiene. Joseph appoggiato al muro della sala mi guarda muovermi.

Non so da quanto sia lì, nemmeno mi importa. Per un momento mi sento spaesata, non sapendo che fare o che dire, ma subito mi riprendo andando verso il frigo per prendere dell'acqua.

"A quanto pare nemmeno tu, stronzo eri e stronzo sei rimasto"

Gli dedico anche un sorriso ricco di falsità, che lui ricambia con uno dei suoi maliziosi.

"Ti sei tatuata?"

Lo da per certo, come se avesse già visto la piccola scritta sul costato prima di oggi. Forse, quella volta quando ci siamo incontrati in sala relax e stavo in top.

"Si, qualche problema?"

Con sicurezza si avvicina a me, intrappolandomi tra il frigo e il suo corpo. Eccolo, quell'odore con cui amavo andare a dormire. Quell'odore misto al tabacco che solo su di lui sembra donare.

Sfiora con il pollice quei pochi caratteri fraintendibili. Francesco la chiama "sottonaggine", mentre io do a quella parola un significato diverso.

"Nuvola"

Sussurra dato che siamo a pochi centimetri di distanza.

"Si, quindi?"

Fingo di essere totalmente indifferente al suo tocco, consapevole che il mio corpo sia pieno di brividi. Lui si sente, lo percepisce e ciò non fa altro che renderlo orgoglioso.

Il bastardo è felice di avere ancora un certo effetto su di me.

"Mi suona familiare"

Mi sfotte, come se desse per certo che quel tatuaggio potesse essere riconducibile in qualche modo a lui.

"Ah si? Cosa ti ricorda?"

Non gli permetterò di giocare nuovamente con me come se fossi una stupida.

"Una certa canzone?"

"Perché, era per me?"

I sui occhi guardando i miei con un'intensità pazzesca.

"Dipende, è per me?"

Si riferisce al tatuaggio, ma io nego con la testa.

"Allora nemmeno quella era per te"

𝒪𝓅𝓅𝑜𝓈𝒾𝓉𝑒 - HoldenWhere stories live. Discover now