1. La quiete prima della tempesta

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We're not who we used to be
We're just two ghosts standing in the place of you and me
Trying to remember how it feels to have a heartbeat
🌻🌻🌻🌻

"No, certo: Simone non deve saperne niente."
Manuel sapeva che origliare era considerato da maleducati, ma a lui purtroppo, di farsi i fatti suoi...

Non che Dante se li fosse mai fatti, comunque.
Non provava quindi rimorso alcuno nello spiare il professore.

Tornava dalla sua solita corsa serale, quando la conversazione intrattenuta dall'uomo in veranda attirò la sua attenzione.
"Massima riservatezza, ho capito" e sussurrava.

Era risaputo che sussurrare fosse 'na cosa losca -lui lo sapeva bene- figuriamoci sussurrare al telefono.
Che poi se ne sarebbe pure fregato degli impicci suoi, eppure, sentire il nome dell'amico l'aveva automaticamente congelato sul posto.

Si era nascosto contro l'edera, guardando di sottecchi la scena da dietro una delle arcate. Il sole era tramontato del tutto, le zanzare non volevano saperne di morire e quindi continuavano a tormentarlo nonostante fosse fine ottobre.
Aveva preso l'abitudine di allenarsi fuori da quando s'era trasferito in quella casa, l'ennesima che gli aveva attaccato Simone.
La sua gola supplicava per un goccio d'acqua fresca e non vedeva l'ora di togliersi la maglietta grigia zuppa di sudore, ma si costrinse a restare immobile.

Dante sembrava piuttosto ansioso, il che mise su di giri anche lui.
"Grazie mille, Pantera eh... okay. Va bene, allora ci aggiorniamo... ciao."

Pantera? Possibile fosse diventato abbastanza folle da voler regalare a Simone un gattino domestico alternativo? Oppure-

"Manuel?"

Sobbalzò così forte che perse l'equilibrio, sprofondando in parte tra i rampicanti.
Il professore s'era spostato alle sue spalle.
Ma che c'ha er teletrasporto?

" 'Sera...", fece tentando di ridarsi un contegno.

"Sei appena tornato?" lo stava scrutando da capo a piedi come fosse un marmocchio beccato a rubare le caramelle.

Deglutì a vuoto e si scrollò qualche foglia di dosso.
"In questo momento proprio. Ho fatto sei chilometri."
Sorrise compiaciuto di se stesso, cercando di suonare il più convincente possibile.
L'uomo lo fissò genuinamente impressionato e divertito.

"Che c'è, non me crede?" Manuel incrociò le braccia al petto.

Dante sbuffò, facendosi da parte per lasciarlo entrare "Mio figlio ha creato un mostro... ma certo che ti credo. È che mi hai fatto venire in mente un pensiero di Emerson."

Manuel colse la palla al balzo per sviare su un qualsiasi tema che non lo avrebbe fatto sgamare. E soprattutto doveva ricomporsi un momento, perché era certo gli si leggesse in faccia che sapeva qualcosa.
Per questo motivo domandò mentre si riempiva il bicchiere: "E chi è, n' filosofo?"

"Un grande filosofo."

Sulla sua fronte si formò un piccolo cipiglio "Questo ce lo chiederà all'esame?"
Si voltò in tempo per vederlo ridacchiare "Forse. È stato il più influente trascendentalista americano."

"Ma che è, 'na roba tipo una setta?", chiese mentre si affrettava a squagliarsela da lì.

"No, non è una setta- ecco, vai a darti una rinfrescata per il bene di tutti."

Manuel si mosse rapidamente, però indugiò un poco prima di salire le scale; la curiosità lo divorava sempre quando si trattava della filosofia.
"E qual è 'sto pensiero?..."

Sulla soglia della cucina, Dante lo soppesò in un modo che non riuscì a capire ma che lo fece sentire stranamente messo a nudo.
"Il nostro desiderio principale è qualcuno che ci ispiri a essere ciò che sappiamo di poter essere."

🌻🌻🌻

Simone era steso sul letto a guardare un anime con un pattinatore apparentemente innamorato del suo allenatore, quando Manuel irruppe nella stanza.

"A Simò, che te piacciono le pantere?"

La domanda lo fece ridere istericamente "C'è un doppio senso che non sto capendo?"

"Niente, lascia sta", disse entrando in bagno.

Simone si alzò, appoggiandosi contro lo stipite della porta. Manuel era una testa calda e a volte era strano, ma solitamente quando faceva così era nervoso per qualcosa.
E la prospettiva di nuovi casini non piaceva affatto a Simone.

Lo osservò che s'era già disfatto della maglietta e mirava pensieroso il suo riflesso allo specchio.

"È successo qualcosa?"

"Sì, Simò. Il lupo cattivo m'ha trovato e m'ha presentato l'amici sua", lo canzonò lanciandogli un'occhiata di scherno.
Simone aspettò pazientemente e Manuel sospirò.
"So' andato a correre da solo n'altra volta perché te sei impigrito" spiegò mentre flexava i bicipiti "Ho fatto pure 'e flessioni."

Simone sbuffò alzando gli occhi al cielo. Ormai si era abituato a vedere il maggiore a petto nudo d'estate, però gli faceva ancora uno strano effetto.
E non voleva ricascarci.
"Almeno io studio per il compito di chimica,  te invece la lasci la scia chimica."

Per tutta risposta si beccò un'occhiataccia.
"Eh, bravo. Perculame pure che intanto la prossima volta te batto coi tempi."
Andò a sedersi sulla tazza di porcellana chiusa per togliersi le scarpe. "Sempre se nun c'hai troppa paura de perde contro di me..."
Alzò lo sguardo su di lui, ancora appoggiato allo stipite, avevano entrambi un sorrisetto sulle labbra.
Quel punzecchiarsi a vicenda era una cosa che infondo piaceva a entrambi anche se non lo avrebbero mai ammesso.

Dopo qualche istante, Simone si sentì un po' a disagio. Non percepiva l'aria arrivargli propriamente ai polmoni "Vabbè, questo lo vedremo."

L'altro fece schioccare la lingua contro il palato mentre si sfilava i pantaloni della tuta.

"Ti lascio alla tua doccia, che ne hai bisogno."

Manuel alzò il dito medio. Gli diede le spalle, sistemando l'accappatoio e la cassa portatile su uno sgabellino affianco alla doccia.

"Anzi, ultima cosa: che dico a Matteo? Mi sta assillando da due ore per sapere da cosa ci vestiremo domani."

L'altro selezionò una canzone di Luché "Ancora? Bannalo, bloccalo, nun te preoccupá."
Fu la sentenza definitiva emessa prima di calarsi anche i boxer.

Simone distolse perennemente lo sguardo, schiarendosi la gola "Okay. Muoviti, che tra venti minuti arrivano le pizze", concluse tirandosi dietro la porta.

"Würstel e patatine?" lo sentì chiedere sopra lo scroscio dell'acqua.

Ovviamente. A volte gli sembrava un bambino.

Sorrise, ignaro del tornado che presto sarebbe arrivato a sconvolgere nuovamente le loro vite "Seh!"


❗️nota autrice❗️
Se siete arrivatə fino a questo punto, vi ringrazio immensamente. Ero molto riluttante nel pubblicarla, perciò mi auguro che questo capitolo introduttivo sia stato di vostro gradimento <3
Pubblicherò il resto coi miei tempi x la mia sanità mentale, perciò munitevi di tanta santa pazienza. 💀💗
- nica 🌻

GirasoliWhere stories live. Discover now