5. Gabbiano der cazzo

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Per colmare la tua distanza serve distrarmi, però non passa
Quando qualcosa si è rotto, non ti avessi avuto attorno
Sarei caduto sul fondo, ma ora mi lasci da solo
E quello che mi togli è un pezzo che non torna al suo posto

🌻🌻🌻🌻

A una settimana di distanza, Manuel era schivo nei confronti di tutti, scattava per ogni piccolezza e si rifiutava di bere caffè.

A due settimane di distanza, quei nervi scoperti trasmutarono in un assopimento generale della sua persona.

Era rimasto a casa di Anita e Viola solo quel venerdì -scuola era chiusa- e durante il weekend, per poi tornare a Villa Balestra, dove lui e Simone si tolleravano.

Trascorreva più tempo possibile con Nina, spesso e volentieri fermandosi da lei la notte e le ore nelle giornate gli sembravano dilatarsi a dismisura, ogni giorno di più.

Non pensava che avrebbe dovuto scusarsi. Eppure, c'erano poche cose che facevano impazzire Manuel Ferro quanto il silenzio.

Mancavano poco meno di ventiquattro ore al suo compleanno.
Si alzò un'ora prima del solito, fece una doccia seguita da una completa rasatura della barba e poi entrò nella sua "vecchia" camera.

Simone dormiva profondamente, i primi raggi del sole filtravano dalla finestra impigliandosi tra i suoi ricci.

Si costrinse a guardare altrove.
Prese una sua felpa dall'armadio e lasciò il pizzino di carta dentro il libro di latino del minore, per poi sgattaiolare in corridoio.

Portò la felpa alle narici e inspirò profondamente.
Non l'avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, ma l'odore dell'amico era confortante e inebriante.
Tra le sue cattive abitudini rientrava quella di 'prendere in prestito' i suoi vestiti e poi liquidare un Simone -solitamente- scocciato con: "Ma che davero è tua?? Ah. Vabbè l'ho presa pe' sbaglio"
" 'O sai che me vesto al buio"
"La mia sta' a lava' ".

L'ansia si era leggermente affievolita, ma il vuoto che sentiva nel petto ancora non riusciva a colmarsi.

Sospirò.

La felpa bordeaux gli cadeva leggermente grande nelle spalle, dopotutto gli piaceva la roba di Simone anche per quello.
Con quella era a suo agio, un po' come sentirsi a casa. Accogliente.

C'era solo un posto in cui sentiva la necessità di andare per stare meglio.

Ripassò per la sua nuova camera e afferrò il casco e un quadernino, per poi scendere le scale e intascarsi le chiavi di Paperella.

🌻🌻🌻

"Manuel..."

Nessuna risposta.

"Che ore sono?", ritentò Simone biascicando quelle parole.

Il ragazzo aprì un occhio e, a malincuore, si ricordò che l'altro non dormiva più lì, accanto a lui.
Il posto che aveva sempre occupato in modo spaventosamente naturale da quando l'aveva conosciuto.

Si trascinò pigramente fuori dal letto, rabbrividendo al contatto col pavimento freddo.
Era novembre inoltrato e le temperature si erano abbassate di botto da un paio di giorni anche durante le ore di sole.

GirasoliWhere stories live. Discover now