7. Il principe azzurro

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Tutto sotto controllo, tranne i sentimenti
Pure mentre dormo io digrigno i denti
Cerco un equilibrio che mi tiene insieme [...]
Dovresti sapere
Che io ormai sono bravo a cadere
🌻🌻🌻🌻

Il ristorante affacciava su Piazza Barberini, con una terrazza dalla quale si scorgeva il cupolone di San Pietro.

Probabilmente era il posto più costoso nel quale avesse messo piede in vita sua, pensò Manuel.

"Capisco che potete avé fatto 'na colletta pe' portcacce qua, ma semo sicuri che sti soldi bastano?"

Si stava già preoccupando come il morto di fame che era sempre stato.
Anche se all'inizio della conoscenza con suo padre non si era fatto scrupoli a chiedere denaro, più l'aveva conosciuto e più lo vedeva come un vero essere umano. E non lo aveva davvero mai abbandonato.
Stupidi sentimenti.
Stupida empatia.

Perché seppur fosse una persona quadrata e perfettona -come Simone- all'apparenza, sotto quella scorza abitava un uomo con l'animo semplice e focoso che aveva semplicemente imparato a domarlo per bene.

Si rispose da solo a quella domanda quando i suoi occhi incontrarono un paio che assomigliavano ai propri.

Nicola si alzò da una tavolata rotonda posta vicino alla terrazza panoramica, i denti bianchi scoperti in un sorriso alla vista di suo figlio.
Viola e Anita sedevano l'una affianco all'altra e osservarono la scena facendosi da parte come il resto dei presenti.

Il cuore gli fece una capriola nel petto mentre l'uomo lo abbracciava calorosamente "Pa'?"

Manuel aveva un sorriso stampato in faccia, non gli pareva vero.

"Tanti auguri, Manuel", disse con ancora la mano a contatto col suo collo, sfiorandogli col pollice la guancia in una specie di carezza.

"Ma nun c'avevi quel meeting importante?"

Nicola rise della sua cecità
"Eri tu il mio meeting importante."

"'Sto stronzo...", disse a bassa voce divertito, facendo ridere ulteriormente suo padre.

Una volta seduti a tavola parlarono del più e del meno: di come sia Anita che Dante avessero deciso di prendersi una pausa dalle relazioni, dei voti a scuola, di aneddoti divertenti causati dallo shock culturale in Giappone.

Sì, si può dire che parlarono tutti un po' di tutto.
Tutti, eccetto il festeggiato.

Simone era una presenza costante alla sua sinistra.
Non ci interagiva da quando l'aveva beccato come un ladro a possedere il diario nel quale vomitava la sua anima.

E in realtà, non sapeva nemmeno quale fosse il modo migliore per farlo.

Frequentarsi con Nina lo stava facendo diventare asociale?
Gli sembrava d'essere più bravo nel relazionarsi con gli altri.

Mangiò, evitando di guardarlo a lungo come si fa col sole; ma vedeva Simone, come si vede il sole, anche senza guardare.

La memoria continuava a singhiozzare su quel momento della sera precedente, in cui si era preso il suo dolore.

Se ne vergognava perché era stato un gesto intimo.

Fin troppo intimo.

GirasoliWhere stories live. Discover now