Prologo - Sigilli Spezzati (seconda parte)

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Narell Traynor, l'erede del Guardiano del Garadrion, era un giovane umano con i capelli corvini e gli occhi azzurri, limpidi come i laghi ghiacciati che costellavano la sua regione natia.

    Anoyon lo vide avvicinarsi alla carrozza sulla quale lei aveva viaggiato, che si era appena fermata nel cortile antistante al castello in cui il ragazzo era nato e cresciuto, per aprire personalmente lo sportello.

    «Ben arrivata a Pietraluce, mia signora» le disse. «Avete fatto un buon viaggio?»

    L'elfa accettò la sua mano tesa e lasciò che l'aiutasse a scendere dalla carrozza. «Sì, mio lord, vi ringrazio. Ricordavo più insidiose le strade del Garadrion.»

    «Siamo in estate. Ancora pochi mesi e saranno esattamente come vi aspettavate di trovarle. L'Era del Risveglio è iniziata in un momento davvero propizio.»

    L'ottimismo di Narell Traynor rese Anoyon profondamente triste. Se solo sapeste, mio giovane signore, pensò prima di rispondergli che aveva ragione. Perché ormai non aveva più dubbi: nell'istante in cui le loro mani si erano sfiorate, l'elfa si era sentita attraversare da un fremito, una sensazione che non aveva più provato da quando la magia aveva abbandonato il mondo; e aveva capito che la creatura che aveva atteso per così tanti secoli era finalmente al suo cospetto.

    «Mio padre si scusa per non essere riuscito ad accogliervi di persona» continuò il ragazzo, ignaro dei pensieri della sua ospite. «Purtroppo è stato trattenuto nel suo studio. Vi accompagnerò da lui, sperando non dobbiate aspettare troppo.»

    «Va bene così» lo rassicurò lei. «Gli sono grata per aver accettato di ricevermi, nonostante il poco preavviso. So che per la vostra famiglia è un momento delicato.»

    «Mia madre non partorirà prima di un paio di mesi. Non preoccupatevi.» Narell la invitò a seguirlo, e i due si addentrarono nell'imponente Forte Traynor, da sempre la dimora dei signori del Garadrion.

    Anoyon entrò volentieri nel castello di pietra grigia. Nonostante fosse ancora estate, nella regione all'estremo nord del regno faceva già piuttosto freddo: l'aria era pungente e il cielo velato di bianco, come se minacciasse neve. L'elfa si era chiesta spesso come facessero i garàd, gli umani che abitavano sui monti Radanor, a vivere nel posto più isolato e gelido di Bersiell, nonostante la bellezza dei suoi panorami e di Pietraluce, la capitale, fosse innegabile.

    «Non pensavo che avrei mai vissuto questo giorno» disse a un tratto Narell. «Credete che riuscirò ad assistere al Risveglio? Oppure potrebbero volerci ancora secoli, prima che gli dèi tornino su Bersiell?»

    «Mi sopravvalutate, mio lord» rispose l'elfa. «Nemmeno io posso dirlo con certezza: i sigilli si sono spezzati, e ciò vuol dire che noi bersierani siamo finalmente riusciti a mondare i nostri peccati. Tuttavia, il momento giusto per tornare lo conoscono solo i Dormienti.» Avrebbe voluto dirgli di più, ma da parte sua, che portava con sé una verità dimenticata, sarebbe stato crudele. Perciò si limitò a sorridergli, e s'intenerì nel vederlo arrossire e distogliere lo sguardo. D'altronde era un ragazzo che non aveva ancora diciott'anni, e Anoyon sapeva di essere estremamente bella.

    Raggiunsero i piani superiori del castello, dove si trovava lo studio di lord Eógan Traynor, intrattenendo conversazioni frivole ma piacevoli. La porta della stanza era chiusa, e l'elfa capì che il Guardiano non era ancora pronto a riceverla.

    «In fondo al corridoio c'è una sala per la lettura, se volete accomodarvi» le propose Narell. «Potrei farvi preparare del tè, se lo gradite.»

    «Aspetterò qui. Sono stata seduta a lungo, sulla carrozza.»

    Il ragazzo annuì, poi si schiarì la voce. Il sorriso che Anoyon gli aveva rivolto l'aveva reso impacciato. «Cosa comporta la vostra visita?» le domandò. «Cosa cambierà, ora che l'Era del Risveglio è giunta?»

    L'elfa pensò che, per loro due in particolare, sarebbe cambiato tutto; ma tenne per sé quelle parole tenebrose e, facendo tamburellare le dita sull'elegante bisaccia che le pendeva da un fianco, rispose: «Non molto, finché gli dèi non torneranno. In qualità di Caposquadra degli studiosi del Culto dei Dormienti, sono qui per presentare a vostro padre il mio rapporto sui cambiamenti subiti dal Varco e fargli firmare alcuni documenti che avranno valenza storica per i posteri. Farò la stessa cosa con gli altri Guardiani, naturalmente, e con sua maestà il Re. È grazie agli sforzi compiuti dalle vostre casate, dopotutto, se la Lunga Pace è stata garantita così come volevano gli dèi e se l'Era del Risveglio è giunta».

    «Capisco.» Gli occhi azzurri di Narell s'illuminarono. «Voi c'eravate quando... Avete incontrato gli dèi, mia signora?»

    Lei gli sorrise di nuovo, sorniona. «Non sta bene ipotizzare l'età di una donna, mio lord. Neanche se è immortale.»

    Il giovane avvampò ancora e tentò di bofonchiare delle scuse, ma fu interrotto dal cigolio della porta dello studio di lord Traynor e dalle parole di quello che doveva essere il suo siniscalco.

    «Prego, lady Caposquadra» disse l'uomo, un garàd dal viso squadrato e i capelli biondi. «Perdonate l'attesa.»

    Anoyon annuì, poi rivolse a Narell un inchino appena accennato. «Grazie per avermi accompagnata, mio giovane signore. Solein te'irèn shari. Nella mia lingua, è un augurio di buona fortuna.» Gli voltò le spalle ed entrò nello studio, senza sapere che il giovane Traynor avrebbe ricordato quelle parole, nonostante non ne conoscesse il significato, per tutti gli anni a venire.

L'Era del Risveglio - Il VarcamondiWhere stories live. Discover now