Senza perdono

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Quando, come sepolcro in agguato, il tempo incalza...
(Dylan Thomas)

Emily e Thunder quasi non dormirono e anche così il tempo fu a malapena sufficiente: lavorando senza sosta e al massimo delle loro possibilità erano riuscite a elaborare una strategia e avevano dotato quasi tutte le bacchette di un gran numero di incantesimi di protezione e anche di qualche incantesimo di attacco, in caso le cose si fossero messe davvero male. Restavano alcune decine di bacchette su cui non avevano avuto il tempo di operare, e per ovviare al problema decisero che le ultime file dello schieramento sarebbero state occupate soltanto da guerrieri con armi No-Mag, difesi dai compagni che si trovavano più avanti.
— D'accordo, ancora una volta — Thunder camminava avanti e indietro sull'erba congelata. — Io prendo metà dell'esercito, tu invece...
— Thunder, è la quinta volta che ripassiamo la strategia. — Emily roteò gli occhi. — Calmati, andrà tutto bene. John Spaccone Pall crede già di avere la vittoria in pugno, fingi che abbia ragione e gli faremo una brutta sorpresa.
— Hai messo in giro la voce?
— Altroché. Ora tutti credono che tu non sia stata in grado nemmeno di mantenere la maledizione Imperius su tutti i soldati e che gran parte del tuo esercito abbia disertato. Una parte ancora maggiore di quella che l'ha fatto davvero — Emily le lanciò un'occhiataccia, che Thunder ricambiò. — Pall si sta già immaginando con il mantello del Primo Incantatore e nessuno ti considera una minaccia. Senza offesa.
— Se solo avessimo avuto il tempo di pre-incantare tutte le bacchette...
— Abbiamo fatto quello che potevamo, ora dobbiamo solo attenerci al piano e sperare che vada tutto per il verso giusto.
Thunder non rispose. Aveva una brutta sensazione, si sentiva a disagio e la sua sicurezza vacillava pericolosamente.
Dovette dare ragione al suo intuito nel momento stesso in cui si voltò:
— Buon Lewis! — indietreggiò, pallida in viso. Puntate contro di lei c'erano le armi di un intero esercito. Emily, accanto a lei, sbuffò come se avesse appena trovato un Bundimun sotto il divano di casa sua, più che come se stesse per essere ridotta a brandelli. Sfoderarono immediatamente le loro bacchette, ma erano due streghe contro almeno duecento No-Mag.
— Noi non siamo pedine nel vostro gioco! Non moriremo e non uccideremo i nostri simili per una stupida battaglia che non ci riguarda neppure. — disse una donna. — Le streghe non meritano neppure di starci, nella nostra Inghilterra.
— Ottima idea sciogliere la maledizione Imperius, eh? — la canzonò Emily. Si chiese come facesse a scherzare con tutte quelle armi puntate contro il suo petto, tra rivoltelle e bacchette e fucili, buon Lewis, i fucili.
Thunder aveva commesso un errore: aveva permesso a Tina di emergere e di parlarle di pietà e di giustizia. A che pro? Come aveva potuto essere così ingenua? Aveva dimenticato che c'era un obiettivo superiore in ballo?
Eppure Tina non era stata soltanto una ragazza dal cuore tenero: Tina era un'Auror, e lei era Thunder, una Grindelwaldiana e futura Prima Incantatrice. Aveva trascorso tutta la sua vita ad allenarsi per la battaglia e quella paura non faceva che renderla ridicola, così se la scrollò di dosso. Certo, avrebbe comunque voluto sapere se i fucili sparassero soltanto in linea retta o se potessero sparare più colpi contemporaneamente. Giusto per sapere però, non perché fosse spaventata.
Guardò alle sue spalle: gli altri Grindelwaldiani avrebbero iniziato di lì a poco a radunarsi per assistere allo scontro.
— Voi non capite, questo riguarda anche voi... Grindelwald... lui ha... — respira Thunder, respira. — spareremo solo per ferire, non per uccidere. Abbiamo pozioni che possono guarire molto in fretta. Ma è di vitale importanza per tutti noi vincere questo scontro, perché quell'uomo, Gellert Grindelwald, ha intenzione di sottomettere il vostro mondo, oltre che il nostro. Vi renderà tutti schiavi al suo servizio. — annaspò in cerca di aria mente il collare si stringeva. Ancora un'altra frase. — Trascinerà tutti voi, tutti noi in un massacro solo per soddisfare la sua sete di potere.
— Ammettiamo pure che sia vero. Tu sei una delle persone che lo aiutano e che trarrebbero beneficio dal nostro sterminio. — sottolineò un No-Mag. — Mi sembra un motivo in più per ucciderti, per uccidervi entrambe. — un grido di assenso si levò dall'esercito.
— No, non è così. Io sono qui per... — Thunder guardò Emily, con le labbra violacee e la vista sfocata. — per... — Tentò di ignorare la stretta del collare ma il dolore era troppo forte. Ormai era troppo tardi: capì dallo sguardo di Emily che le era perfettamente chiaro che si fosse infiltrata tra i Grindelwaldiani per colpirli dall'interno. La sua copertura era definitivamente saltata. Se solo fosse stata più brava a nascondere il dolore, forse più tardi avrebbe potuto dire a Emily che aveva mentito per tenere a bada i No-Mag. Ma una menzogna non avrebbe fatto stringere il collare. Tutti i No-Mag tacquero, incerti sul da farsi.
Emily però non sembrò affatto sorpresa. Aggiunse: — lei è qui per combatterlo, — e poi le puntò la sua bacchetta alla tempia. — Dice la verità. Il collare percepisce quando non siamo fedeli aL Signore Oscuro e tenta di soffocarci.
Tina sentiva la punta fredda della bacchetta di Emily a contatto con la sua pelle. Era sicura che sarebbe morta; chissà quante onorificenze Emily avrebbe guadagnato per aver smascherato e ucciso una spia. E comunque, se non l'avesse uccisa lei di lì a poco ci avrebbe pensato il collare.
Newt, vivi una bella vita, spero che un giorno potrai perdonarmi. Chiuse gli occhi.
Emily lanciò il suo incantesimo.
Ma Thunder non morì. Quando riaprì gli occhi, aveva solo una vaga idea di essere preoccupata per qualcosa, solo che non ricordava più per cosa. — Scusatemi, cosa stavo dicendo? — si sentì dire.
— Niente di particolare, — le disse Emily. Si tirò su il cappuccio del mantello e le sussurrò: — aiutami a lanciare la Maledizione Imperius sui sobillatori. E facciamolo in fretta, avremmo dovuto essere già in posizione.
Thunder mise da parte ogni scrupolo e lo fece: usò la Magia Oscura su tutti i No-Mag più recalcitranti. Che urlassero, che cercassero di scappare non importava, non importava che i loro volti fossero l'immagine del terrore, perché era ciò che bisognava fare. Era già abbastanza grave che avessero perso dei soldati inutilmente. La sua coscienza rimase a guardare, chiusa nel silenzio più assoluto. Quando ebbero finito, nessuno degli altri No-Mag aveva molta voglia di ribellarsi.
— Non fermatevi davanti a nulla — Thunder sollevò la bacchetta è fissò sui suoi No-Mag uno sguardo impenetrabile. — Uccidete, se serve.
— Buona fortuna, Thunder — disse Emily prima di dileguarsi.
Fu in quel momento che John Pall arrivò. Il suo esercito era immenso e marciava senza esitazione, a ritmo sicuro, i passi erano come cannonate che fendevano l'aria. Quello che immaginava fosse il secondo in comando era altissimo, una montagna nera di cui Thunder riusciva a malapena a intravedere la cima. La sua bacchetta era aguzza e stranamente spigolosa, il legno sembrava essere stato lavorato a malapena.
— Non mi avevi detto che era un Mezzogigante, — sussurrò a Emily, prima di ricordarsi che non era più lì.
Ebbe l'impressione che il cielo si fosse fatto improvvisamente più scuro e che il suo mantello non bastasse più a proteggerla dal freddo.
Lei e John Pall rimasero immobili a guardarsi negli occhi, quattro occhi smorti a causa dell'uso della Magia Oscura. Quelli di Thunder erano stanchi e cerchiati di nero, quelli di John Pall attraversati da un muto trionfo.
Il Signore Oscuro si materializzò tra i due. Aveva le braccia aperte in un gesto plateale e le labbra erano atteggiate in un sorriso che non si estendeva agli occhi. Annunciò: — Gli eserciti sono in posizione! — e la sua voce sembrò percorrere per intero la scogliera.
A quel punto nel cielo apparvero sette piattaforme d'argento simili a cesti di enormi mongolfiere senza pallone. Strizzando gli occhi per vedere meglio, Thunder notò che i Grindelwaldiani al completo occupavano le piattaforme. Tutti erano in attesa, silenziosi come se stessero per assistere a qualcosa di sacro. Non sapeva che alla sua vittoria avrebbe assistito un pubblico così vasto, ma sapeva che avrebbe stupito tutti e quell'idea le creava un indescrivibile senso di eccitazione.
Il Signore Oscuro consultò un orologio da taschino dall'aspetto incredibilmente prezioso e l'attimo dopo lo fece sparire in una nube di fumo tra le sue dita.
— L'ora è giunta, — disse. — Il Primo Incantatore, o la Prima incantatrice, dovrà dimostrare attraverso il suo valore di essere la persona che condurrà tutti noi verso la vittoria e verso la gloria che meritiamo. I primi due sfidanti sono John Pall e Thunder. — Dall'alto si udì un educato applauso. Più che a una battaglia, sembrava che i Grindelwaldiani stessero per assistere a un elegante spettacolo teatrale. — Conoscete le regole: non uccidete ma siate spietati. Mostrate la forza dei vostri incantesimi ma non trascurate la prontezza delle vostre menti. Siate all'altezza dell'importanza della nostra missione: siamo qui per un Bene Superiore, e la Storia ci ringrazierà.
Gellert Grindelwald sparì così com'era comparso. Ci fu un lunghissimo istante di silenzio, in cui anche le onde del mare sembrarono trattenere il fiato. Le folate di vento le posavano carezze sul volto, appena più forti e sarebbero state schiaffi. La mano che stringeva la bacchetta era congelata al punto da farle male. Sollevò lo sguardo: vide i grandi occhi di Emily che la fissavano da una delle piattaforme sospese nel vuoto.  Per un attimo le sembrò che sorridesse, come se lo trovasse divertente. Certo, del resto non sei tu a rischiare la pelle.
Poi un corvo gracchiò e la battaglia ebbe inizio.

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⏰ Terakhir diperbarui: Jun 01 ⏰

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