Risvegli di ribellione

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Dopo una notte priva di sogni, Brigida era uscita dalla sua stanza all'alba, senza far rumore. Le era stata assegnata una stanza spaziosa vicina a quella della sorella, ed era stato alla sua porta che era andata a bussare. Ma nessuno le aveva risposto. Sapeva che quel momento sarebbe arrivato, era certa che prima o poi anche Simonetta si sarebbe opposta alla vita che le era stata assegnata senza chiederglielo. Ma ora davanti a quella porta chiusa era certa che le conseguenze della sua scelta avrebbero travolto entrambe.

"Cercavo proprio voi due". Piero le era arrivato alle spalle senza farsi sentire, cogliendola impreparata. "Voglio vedervi immediatamente nel mio studio" aveva poi aggiunto con un tono che non ammetteva replica.

"Ser Piero, mia sorella non si sente bene: dovrete fare a meno di lei questa mattina" aveva però risposto prontamente Brigida.

"Non voglio sentire scuse!" aveva detto l'uomo aprendo la porta della camera della nuora. Davanti a lui un letto intonso, gli scuri lasciati aperti dal giorno prima. Si era voltato e aveva tirato dentro per un braccio Brigida e le aveva chiesto immediate spiegazioni.

"Forse è già uscita per andare in Ognissanti"

"Non mentitemi, non sono uno sciocco" le aveva urlato l'uomo dopo averle dato un forte schiaffo che l'aveva gettata a terra.

"Volete la verità? Voi e vostro figlio siete stati in grado di tenere mia sorella sotto il vostro stesso tetto. Palazzo Medici è di sicuro un luogo più accogliente" aveva risposto Brigida sfidandolo. 

"Siete due sgualdrine fatte della stessa pasta. Vi manderei entrambe via di casa ma non posso rovinare tutto quello che ho fatto fino adesso per portare la mia famiglia avanti. Vestitevi e andate a riprendere vostra sorella. Tiratela fuori dal letto di Giuliano, fatele fare un bagno e preparatevi per la cena. La nostra ospite farà il suo ingresso a Firenze domani e tutto dovrà essere perfetto e voi, di certo, non rovinerete i miei piani. Farete quello che vi ordinerò e io fingerò che questa notte non sia mai esistita"

"Non siete il nostro padrone, messer Piero. Simonetta ha il diritto di scegliere di essere felice. Sapete, arriva per tutti il momento in cui si devono fare delle scelte. Andrò a Palazzo Medici ma la riporterò indietro solo se lei lo vorrà. Sarà una decisione sua, non vostra".

Brigida si era alzata da terra, si era sistemata i lunghi capelli color dell'ebano e aveva guardato dritto negli occhi l'uomo.

"Ricordatevi, le nostre vite non vi appartengono". Era determinata a proteggere entrambe a qualunque costo.


La venere di FirenzeWhere stories live. Discover now