9. Nessuno è più al sicuro

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A mezzanotte inoltrata, un vento ghiacciato soffiava su tutta la città. L'uomo della scientifica tirò fuori da una delle tasche del giubbotto la carta d'identità della ragazza e ne lesse i dati personali.

"Margot Vidal, anni 23. Luogo di nascita: Saint Joseph". Probabilmente era una studentessa fuori sede qui.

Il commissario Gautier osservava impassibile la scena del cadavere ormai esangue, mentre fumava la sua solita sigaretta.

"Dunque, cosa sappiamo della ragazza?" chiese l'uomo allisciandosi i baffi pensieroso.

"La ragazza è stata trovata dal custode del parco. Pare che l'uomo sia stato colpito alla testa e sia svenuto. I residenti nei palazzi vicini hanno udito le sue urla e hanno chiamato la polizia. Comunque è sopravvissuto. Si riprenderà. Quanto alla vittima invece... presenta diversi tagli lungo tutto il corpo. La morte della ragazza però è avvenuta in seguito al taglio alla gola. Fortunatamente i chiodi sono stati conficcati nelle mani, nei piedi, sulla fronte e sul petto solo dopo che la ragazza è stata uccisa, quindi non deve aver sofferto troppo" disse l'esperto della scientifica.

"Il cadavere è stato posizionato a rovescio, per fare una cosa del genere, deve per forza esserci stato un complice, una persona che lo aiutasse, o forse più di una...", ipotizzò il commissario.

"Sì certo, naturalmente è stata la prima cosa che abbiamo pensato, anche perché si tratta di un corpo umano".

"Chi potrebbe fare mai una cosa del genere? E soprattutto a che scopo? O ci troviamo di fronte a un pazzo omicida, che potrebbe colpire ancora, o"...

"... O lei non è a conoscenza di un altro dettaglio importante di cui stavo per parlarle. C'è un'altra cosa commissario... Si allontani...".

Marcel e l'uomo della scientifica si spostarono più lontano.

"Cosa vede?"

"Sembra come se il corpo fosse stato posto lì per comunicare qualcosa. Guardi come i paletti si uniscono ad altre linee e punti. Sono stati tratteggiati con una polvere. Sembrerebbe polvere di mattone rossa. Certamente l'autopsia chiarirà ogni dubbio" disse l'esperto.

Gautier indietreggiò ancora di più, per analizzare la scena del crimine nel suo complesso e notò che i paletti e i punti e linee tracciati lungo il cancello formavano una figura geometrica intricata e a reticolato. Il commissario trasse dalla tasca un foglio con una penna e unì i punti.

"Lei è esperto di simbologia o cose del genere?" chiese Gautier al collega mostrandogli la figura.

"No mi dispiace".

"Questa è la figura che ne è uscita dalla macabra opera d'arte che il nostro assassino ha voluto consegnarci" disse ironicamente il capo della polizia.

"Certo che ci vuole sangue freddo e una certa ferocia per arrivare a tanto".

"Già" sospirò il commissario. "Sembra come se gli assassini avessero voluto compiere una sorta di rito. Credo sia presto per capire. Indagheremo a fondo":

Marchand, l'agente di polizia paffuto e un po' impacciato, si avvicinò ai due colleghi con aria agitata.

"Cosa c'è?" chiese Marcel.

"Commissario... l'uomo anziano che era svenuto si è svegliato... è ancora in stato di shock, ma parlerà appena sarà possibile" rispose l'agente di polizia.

"Molto bene, la sua testimonianza sarà fondamentale" disse Gautier, che nel frattempo osservava la figura che aveva tratteggiato sulla carta, come per trovare delle risposte.

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