⤷ 𝒗𝒊𝒊𝒊. 𝑻𝒖?!

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Avete presente quella sensazione che all'improvviso vi pervade e vi fa capire che qualcosa di brutto accadrà? Bene, perché è proprio la stessa sensazione che stamani ho cercato di reprimere e ora mi trovo con una ruota a terra

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Avete presente quella sensazione che all'improvviso vi pervade e vi fa capire che qualcosa di brutto accadrà? Bene, perché è proprio la stessa sensazione che stamani ho cercato di reprimere e ora mi trovo con una ruota a terra.

Ma se si trattasse solo della ruota non mi importerebbe, d'altronde può capitare a chiunque; il vero problema è che tra tutte le persone di Monaco che sarebbero potute venire in mio soccorso, viene proprio lui: Max Verstappen.

Ma prima di arrivare a questo spiacevole evento, che non è passato inosservato a occhi indiscreti, lasciate che vi descriva quella che apparentemente era una bella giornata.

Sono ancora le 7:00, io sono al centro del letto e perlustro la mia camera che sembra un campo da guerra. Alcuni vestiti sono sul letto, come se fossero la cornice di un quadro, la sedia è ricca di altrettanti vestiti e i miei bozzetti sono sulla scrivania con non so quante altre cose.

Sul pavimento ci sono solo alcuni dei fazzoletti che ho utilizzato a causa del pianto liberatorio in cui sono scoppiata quando mi sono resa conto di non avere idee per il progetto a cui sto lavorando.

Sbuffo, già stanca di questa giornata e con la sola voglia che essa si concluda il più in fretta possibile.

Nonostante ciò, un sorriso è presente sul mio viso perché oggi è il solstizio di primavera. La stagione migliore. La stagione del mio compleanno e l'unica che sappia portarmi tranquillità in un anno sempre pieno di sorprese (più spiacevoli che piacevoli).

E proprio per godermi questa giornata di sole e l'aria primaverile, ho chiesto il permesso per andare via prima da lavoro che mi è stato, fortunatamente, concesso dal mio capo.

Mi sono alzata, lavata e vestita prima di andare in cucina a preparare la colazione. Qualche minuto più tardi una tazza di caffè e un piatto di pancake fumanti mi aspettano a tavola e da sola mi godo quel momento.

Mia mamma mi diceva sempre che fare colazione è il pasto più importante e proprio per questo dovrebbe essere consumato in compagnia per goderselo al meglio.

Non ho mai ritenuto che ciò fosse del tutto vero. Certo, fare colazione insieme a chi si vuole bene è bello, ma la mattina non sono particolarmente socievole e preferisco stare in silenzio, comoda nel mio pigiama, a mangiare.

Livia non ho idea di dove si trovi.
Prima ho bussato alla porta della sua camera ma non mi ha risposto e quando sono entrata non l'ho trovata. Sinceramente non mi interessa, se la nostra convivenza sarà così che ben venga.
Non ho voglia di litigare di prima mattina.

Quando termino di mangiare mi decido che è arrivata finalmente l'ora di andare a lavarmi e prepararmi come si deve per andare a lavoro.

Sin dall'età di dieci anni sapevo che avrai voluto essere un architetto d'interni. I miei genitori, come forse chiunque altro genitore, mi spingevano a compiere un percorso di studi più importante - a detta loro, anche se non sono d'accordo con questa affermazione - come medicina o giurisprudenza.

𝐊𝐄𝐘 || 𝐌𝐕Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora