𝟮𝟲. 𝘁𝗵𝗲 𝗾𝘂𝗲𝗲𝗻'𝘀 𝗷𝘂𝘀𝘁𝗶𝗰𝗲

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Il pettine si infilò tra i miei capelli scuri con fluidità, senza trovare intoppi

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Il pettine si infilò tra i miei capelli scuri con fluidità, senza trovare intoppi. Alle mie spalle vi era mia madre, che - con sguardo concentrato - snodava le mie punte mentre canticchiava. Sembrava di buon umore. "Siete felice.." constatai con sollievo, e gli occhi ametista di Rhaenyra intrappolarono i miei. Parvero sorridermi. "Mi sento più leggera," mi rispose, lasciando cadere una ciocca di capelli, per afferrarne un'altra. "Nonostante la morte del Re." i denti del pettine scivolarono nuovamente tra i miei fili di carbone. "E so che avrei dovuto piangerlo più a lungo, ma.. la vita ci pone dinanzi una scelta difficile, e noi dobbiamo andare avanti." La vita non si ferma perché un evento si è concluso, compresi.

"Non dovete sentirvi in colpa, Madre. Presto porterete avanti il retaggio di vostro padre e sarete la Regina perfetta che Westeros abbia mai desiderato". Ella mi sorrise, posando il pettine. Poi cominciò ad intrecciarmi i capelli, preparandoli alla giornata che avremmo affrontato. Dinanzi a noi un futuro ancora incerto albeggiava al di là del mare.

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Un forte brusio proveniente dalla Sala del Trono si mescolò all'aria, già tesa e vibrante. La maggior parte delle persone si era già affrettata ad entrare, in fervida attesa di Rhaenyra. Daemon, invece, si era trattenuto per qualche secondo o poco più, nel corridoio. Quando mi avvicinai a lui per salutarlo, mio padre rilasciò un sospiro di sollievo. "Kepa.." la mia voce uscì fuori tremolante, più di quanto mi aspettassi. Non sapevo perché, ma mi sentivo estremamente agitata. Sull'attenti. La visione non si era ancora palesata. "La mamma presto sarà incoronata..Ho paura," ammisi dunque, e Daemon si ritrovò a scuotere la testa. "No, figlia mia. Non è da Targaryen temere. Siamo sangue antico, il trono è nostro per diritto di nascita."

Mi aggrappai alle sue mani, alla ricerca di coraggio. Daemon mi strinse con egual forza. "Ma il popolo.. e i nobili. Non tutti accetteranno una Regina. Rhaenyra è forte, ma anche vulnerabile: come un'arma a doppio taglio, la sua passione potrà guidarla, ma anche rovinarla.."

"Ti fidi di tua madre?" mi interruppe durante quel discorso dettato dall'ingiustificata paura. "Ho visto il potere, ho visto corrompere e distruggere.." Daemon mi afferrò il volto tra le mani con la delicatezza di una piuma "Rhaenyra è diversa. E non permetterò che le ingiustizie la divorino. La proteggerò, anche se ciò dovesse portarmi a sfidare il mondo intero." Tirai su col naso, gli occhi lucidi e carichi di sentimenti. "Grazie, Kepa"

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Lord e Lady provenienti dai Sette Regni erano giunti ad Approdo del Re

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Lord e Lady provenienti dai Sette Regni erano giunti ad Approdo del Re. Chi per dovere, chi per curiosità. Mi sorpresi di notare come quasi nessuno avesse rifiutato di presenziare all'incoronazione benché certa che, se ve ne fosse stata la possibilità, si sarebbero rifiutati. Ma la nostra fazione era riuscita ad imprigionare i Verdi - che ora erano costretti ad assistere, braccia legate dietro la schiena - e nessuno avrebbe osato replicare di contro a quell'evento. Alicent, dopo un solo mese e mezzo di prigionia, sembrava invecchiata. Le occhiaie profonde, e i capelli rossi arruffati, non le donavano l'aspetto grazioso che un tempo l'aveva caratterizzata. Al suo fianco Aegon, che teneva per mano il piccolo Daeron: la chioma slavata era unta sulle punte. Il suo volto indurito dalla collera, ma anche dalla paura. Il mio sguardo slittò oltre Otto, ancora tutto tronfio e pieno di se nonostante le condizioni. Ser Criston, aperto sostenitore dell'usurpatore, non alzò lo sguardo una sola volta. Aemond, fermo e immobile come una statua divina, increspò le labbra in un accenno di sorriso e mi rassicurò con un cenno del capo. Ed infine, non per importanza, la dolce Helaena, che era stata risparmiata da quella vergogna. Libera dalla prigionia,  in uno dei migliori vestiti che l'avessero mai avvolta, sedeva accanto a Jacaerys. Finalmente felice.

D'un tratto, le trombe spezzarono il chiacchiericcio, annunciando l'arrivo della Regina Nera. Mi affrettai a raggiungere il mio posto, accanto a Daemon e i miei famigliari, e attesi con struggente agitazione di vedere gli stendardi neri calare alle spalle del Trono di Spade. La Delizia fece il suo ingresso in sala sotto i forti raggi di sole del mezzogiorno. Era avvolta in un abito nero e ricamato con draghi d'argento, il portamento fiero mentre attraversava la navata. Occhi ammaliati, occhi sospettosi, scrutavano la sua figura oltre la folla. Ma nessuno osò fiatare. Forse neanch'io riuscii a farlo, ipnotizzata dalla sua forza e dal suo dolore: aveva atteso quel giorno, aveva combattuto per quel momento, e finalmente si sarebbe presa ciò che le spettava di diritto. Maestro Gerardys annunciò la sua incoronazione, quando ella giunse ai piedi del Trono. Si inchinò ad esso, prima di rivolgersi all'intera sala. "Io, Rhaenyra Targaryen, giuro di proteggere il popolo dei Sette Regni. Di difendere la nostra dinastia, il nostro sangue e il nostro onore.." il maestro si avvicinò con passi lenti e misurati, agguantando tra le mani la corona di Viserys, per posarla sul capo della Regina. "La mia spada sarà sempre pronta a difendere la giustizia e la libertà."

Poi Rhaenyra tornò a rivolgerci le spalle. Salì gli scalini, e si fermò a qualche passo dal Trono di Spade. Con le dita, ne saggiò la durezza e la freddezza. Sapevo che, nonostante non potessi vederne il viso, i suoi dolci occhi ametista fossero gonfi di orgoglio. "Sedete, Vostra Grazia." E Rhaenyra non se lo fece ripetere due volte. Si sedette, e strinse i braccioli di ferro con le sue mani fino a fondersi con esso, e attese che tutti noi ci inchinassimo.

Orgogliosa, e spaventata al contempo, chinai il capo e mi inginocchiai. Il suo regno avrebbe segnato l'inizio di una nuova era, la sua determinazione avrebbe guidato la dinastia verso la gloria. In risposta, tutti i presenti seguirono le mie azioni. Ma allora per quale motivo sentivo che il Trono di Spade non avrebbe perdonato quel drastico cambiamento?

Il brusio della politica è un suono che non si spegne mai.

𝐃𝐑𝐀𝐆𝐎𝐍𝐒 𝐊𝐈𝐍𝐆𝐃𝐎𝐌 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Where stories live. Discover now