𝐃𝐑𝐀𝐆𝐎𝐍𝐒 𝐊𝐈𝐍𝐆𝐃𝐎𝐌 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]

𝟱. 𝗰𝗵𝗶𝗹𝗱𝗵𝗼𝗼𝗱 𝗯𝗮𝗹𝗹𝗮𝗱

La neve si era sciolta nel giro di qualche settimana, grazie ad una coraggiosa sfera di sole. L'inverno sarebbe durato quanto la lunga estate, ma nonostante ciò, qualche farfalla bianca aveva cominciato a svolazzare tra i fiori del Parco degli Dei. Sfogliai la pagina del libro che mi posava sulle gambe, cercando di comprenderne il testo, ma i miei pensieri erano altrove. Sentivo di aver bisogno di più tempo per guarire, ma contrariamente a quanto credevo, Visenya mi aveva ridato speranza. Una speranza che pensavo di aver dimenticato per sempre.

"Sorella!"

Il mio cuore sobbalzò all'instante. Non udivo quella voce melodiosa da così tanto tempo, che quando alzai lo sguardo per accertarmi che fosse lui, quasi inciampai nei miei stessi piedi. "Lucerys!" replicai con gioia. Mio fratello, subito dopo l'incoronazione di nostra madre, aveva insistito per rimanere ad Approdo del Re, ma in quanto Regina, Rhaenyra si era assicurata che suo figlio adempisse ai propri doveri. Infatti egli aveva preso possesso del Trono di Legno, a Driftmark.  Al suo fianco, Rhaena Targaryen, formalmente mia cugina, sentimentalmente sorellastra. "Come state?" domandai, sinceramente colma di felicità nel rivederli.

 Entrambi si sorrisero complici, prima di rivolgersi nuovamente a me. "Stiamo bene Rhaella..A dire il vero, siamo qui per chiederti una cosa" avanzò coraggiosamente la fanciulla dalla pelle color del cacao. In verità, lo avevo già compreso. Soltanto due amanti si guardano in quel modo, come se ci fosse una calamita a tenerli incollati, ed era una sensazione che avevo cominciato a provare anch'io. "Vogliamo sposarci," buttò fiori Lucerys. "E noi ci domandavamo..si, noi ci chiedevamo se ti andasse di partecipare. So che non è il momento perfetto per chiederti una cosa del genere ma.."

"Certo che si, fratello mio!"

❝🐞🐉❞ 

"Perzys jentys yn lanta headsto nykeā saelie vāettan(*1).." canticchiai, mentre cullavo Visenya tra le mie braccia. Quella era una ninna nanna che aveva sempre avuto effetto su di me, cantata da Daemon quando ero una bambina. Una ballata che parlava direttamente ad un drago.  La bimba gracchiò tendendo le proprie mani verso i miei capelli. Non aveva nessuna intenzione di mettersi a dormire, infatti Rhaenyra le aveva provate tutte, prima di cederla a me. "Solo se ne hai voglia" mi aveva detto. Io avevo accettato con piacere.

 "Hen issa elēni: se perzyssy emagon se odre emagon issare addemmagon. Rūsīr ānogar. Rūsīr udra hen perzys. Rūsīr gīda laesi, naejot letagon se hāre, naejot ao nyke vāettan..(*2)  Gli occhietti violacei di mia sorella si spalancarono di entusiasmo. Come poteva comprendere, a quell'età? Eppure, quando terminai la mia ballata al drago, Visenya fermò la mano a mezz'aria. Mi fissò, per breve tempo, in un religioso silenzio.

E poi..

"V-Va-Vaessia!" balbettò.

Nel momento in cui realizzai di averla sentita parlare, mi si bloccò il respiro. Ero sola in quella stanza, ero l'unica a poter testimoniare di aver davvero udito la voce di Visenya. E la cosa ancor più sorprendente, era il fatto che ella avrebbe potuto dire qualsiasi altra parola. Eppure, lei aveva ricordato il nome del mio drago. Percepii gli occhi gonfiarsi di lacrime: queste ruzzolarono veloci oltre le mie guance quasi stessero lottando per chi dovesse arrivare prima. Non esistevano parole capaci di descrivere quel momento. Avevo creduto per lungo tempo di aver fallito come madre, e come donna, quando in realtà - come sorella – avevo fatto anche più.

*Sputa fuoco, capo alato, ma due teste a una terza canto(1)

*Dalla mia voce: i fuochi hanno parlato, e il prezzo è stato pagato. Con la magia del sangue. Con parole di fiamma. Con occhi chiari. Per legare i tre, a te canto(2)