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POV DARIO (parte 2)

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POV DARIO (parte 2)

Stavo sfrecciando in autostrada col finestrino abbassato. Tornavo a casa diverse ore dopo che il mio patrigno mi aveva suggerito di andare; la sua irascibile moglie mi aveva sorpreso durante i preparativi per il viaggio, e aveva imbastito una tale scenata che i pianti di Mattia durante le coliche erano sembrati gli acuti di Mariah Carey.

Il motivo mi era chiaro. Lei non voleva soltanto che restassi; stava giocando al tiro alla fune con me, perché non sopportava che trascurassi la mia famiglia per tornare da Eliana. Anche se detestavo il suo atteggiamento, non potevo ancora affrontarla; avremmo litigato, e il mio ritorno a casa sarebbe stato costellato dai sensi di colpa.

Avevamo già attraversato alcuni momenti bui in passato. Come molti adolescenti, anche io avevo deciso di fare di mia madre la mia peggior nemica, soprattutto a causa del ritorno improvviso di mio padre; mi ero allontanato da lei, lei da me, prima che tutto tornasse faticosamente alla normalità. Ogni tanto, temevo ancora di smarrire me stesso e tutto ciò che avevo.

Così l'avevo accontentata restando fino a cena, e solo allora ero stato libero di andare. A quel punto, il mio unico pensiero era mia moglie. Ero appena sceso dal traghetto, la strada verso casa era ancora lunga, e io fantasticavo su di lei; la immaginavo a letto, pulita, profumata, così stanca per il viaggio da non avere trovato le forze per chiamarmi.

Probabilmente si stava chiedendo che fine avessi fatto. Neanche io le avevo più scritto, perché mi ero convinto di volerla sorprendere entrando in camera di soppiatto, scaldandola coi miei baci e dandole il risveglio appassionato che meritava.

Era sempre stato evidente che Eliana fosse una donna speciale. Aveva cresciuto una figlia da sola, lavorando e facendo sacrifici; aveva sognato di laurearsi, e aveva fatto anche quello. Quando la incontrai la prima volta, mi parve illogico che fosse ancora single.

Così attraente, piena di vita e indipendente, Eliana non aveva bisogno di un uomo, ma lo voleva lo stesso. E io volevo essere il fortunato che avrebbe scelto, quello che la faceva sentire donna dopo tanti anni in cui era stata soltanto una mamma.

Allora vivevo a Catania già da un po', ma conoscevo soltanto i miei colleghi dell'università. Dato che non amavo frequentarli, non ero riuscito a ingrandire la mia cerchia di conoscenze. Erano persone cordiali, ma se gli stereotipi sui fisici avessero avuto un volto, sarebbe stato il loro. Le loro passioni erano i fumetti, la saga del Signore degli Anelli e i manga. Io amavo l'astronomia e i libri, ma non ero affatto un fanatico. Dentro di me pulsavano passioni irrefrenabili. Ma le tenevo per me, chiuso in una rassicurante solitudine. Spesso avevo temuto di non trovare ciò che stavo cercando.

Ma poi mi piacque Eliana.

Lei non aveva mai nascosto di essere stata attratta dal mio carattere riflessivo e rassicurante, e io non l'avevo biasimata: per l'abitudine che avevo di nascondere alcune parti di me, non le avevo mostrato nient'altro. A letto aveva appreso qualcosa. Ma ogni volta che si era avvicinata a scoprire quegli aspetti di me che faticavo ad accettare, mi ero tirato indietro e avevo aggiunto un altro strato alla mia maschera. Eliana voleva vedere in me un brav'uomo. Anche io avevo bisogno di sentirmi così. Decisi allora che le avrei nascosto il mio passato e che avrei iniziato a vivere una vita creata su misura.

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