Capitolo 12: 𝐶𝑜𝑛𝑓𝑖𝑛𝑖 𝑖𝑛𝑣𝑖𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖

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«C-cosa?» cercai di dire poggiandomi alla parete dietro di me. «C-come è possibile?»

Lui rimase immobile, unì le mani di fronte a sé e mi guardò. Non sembrava affatto scosso per ciò che era appena accaduto, anzi, i suoi abiti non avevano nemmeno una piega, né un granello di polvere. Era come se fosse rimasto lì, in piedi, per tutto il tempo. Ma io lo avevo visto a terra e sapevo che aveva avuto anche lui quella strana visione.

«Non lo so. Non ho mai sentito parlare di questa conseguenza dopo il Patto di Sangue.» osservò squadrandomi.
«Credevo che sapeste tutto.» commentai cercando di ricompormi dallo shock.

«Credevo che voi aveste fatto un Patto di Sangue in passato ed evidentemente non è così.»
«Non vi servirà a nulla saperlo ora.» sventolai una mano in aria. «Avete...»

Mi fermai. Non sapevo se in ogni Patto di Sangue si verificasse una visione; quindi, chiederglielo era una chiara ammissione di colpa.

«Sì, ho avuto una visione. E voi?»
Alzai gli occhi al cielo.
«Come funziona? Quanto distanti dobbiamo essere perché questa cosa del ficcanasare nei pensieri dell'altro non avvenga?» sbuffai.

«Non lo so. Come per ogni magia, c'è sempre un antidoto.» disse solenne. «Ma torniamo a noi, avete avuto una visione anche voi?»

«Sì.» risposi aggrottando le sopracciglia e spostando lo sguardo proprio fra me e lui, nel punto in cui avevo visto la scena. «Era un bambino in lacrime, sofferente e...»

Bussarono alla porta interrompendoci.
«Vieni avanti, Kev.»
«Tutto bene?» chiese il galoppino affacciandosi con cautela.
«Perché non dovrebbe?» risposi.
Lui scrollò le spalle guardando il suo Re.

Che insulso leccapiedi. Alzai gli occhi al cielo.
Fedele e leale. Non leccapiedi. Mi ammonì.
Sbuffai di nuovo irritata.

«Siete libera di muovervi per il castello come preferite accompagnata da una guardia, ma vi proibisco di scendere a Lysbail.» affermò.
«Come se potessi mai scappare da qui senza onorare la mia parte dell'accordo.»
«Non è per questo che ve lo proibisco.»
Provai ad ascoltare i suoi pensieri, cercando di portare a mio favore quella spiacevole conseguenza del patto, ma non riuscii a sentire nulla.

«Voglio vedere Cali e voglio esserci anche io quando proverete a riportarla indietro.» dissi.
«Sarà sempre nella serra delle Rose, dove nessuno può accedere a parte me e voi.»

«Bene, allora vi aspetto lì.»
«Non stasera. È stata una lunga giornata. Prendetevi del tempo per riposare.»

Lo disse con un tono cupo. Il Principe non spiccava di certo per la sua generosità; perciò, non era difficile capire che mi stava nascondendo qualcosa.
«Mi sento fresca come una primula all'alba, non preoccupatevi per me.» dissi.

«Ingannatrice.» fece un passo avanti e la stanza divenne sempre più piccola, cupa, l'aria attorno a me rarefatta.
Quello era il suo potere.
Una minaccia che ti toglieva fiato.
«Solo perché abbiamo stretto un patto, non significa che possiate disobbedire ai miei ordini.»
Sorrisi soddisfatta e con malizia.

Qualsiasi cosa farai a me, lo sentirai anche tu.
«Non mettete alla prova la mia tolleranza al dolore.» disse minaccioso. «E ora andate nelle vostre stanze.»

L'indomani, quando mi destai, trovai di fianco a me Nisha, con degli abiti in mano e un sorriso gentile.
«Buongiorno, Nisha.» sbadigliai.
«Buongiorno, Freya» disse calzando un po' troppo il mio nome.

Balzai in piedi piuttosto di buon umore. Mi avviai verso il bagno.
«Come state?» chiese lei seguendomi. «Ho saputo del vostro... accordo, con Vostra Signoria.»

Figlia del Caos - Darkness & DeceptionWhere stories live. Discover now