58. Bara(re)

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«Qui fuori fanno a gara a chi si sente più uomo.» canticchia lui, divertito, mentre al carosello si unisce anche Matthew, il quale, prima, è andato a prendere il cellulare di Violante: ormai Jannik è il suo migliore amico.
«Non dirmelo tu quanto forte sono.» Violante indica Christian, come se fosse una gara a rifargli l'inedito.

«Tu non puoi capire, è scoppiato un putiferio.» Matthew saluta Jannik, inquadrando poi l'altoatesina e l'allievo di Lorella. «Lei ha fatto un paragone nautico, dicendo che le veniva il vomito quando hai perso il quarto game del secondo set...»
«No, Matteo, non puoi capire tu: io sto letteralmente morendo, non so neanche come l'abbia salvata, alla fine.» il tennista scuote la testa, distrutto.

«Ma, se cade il sole, tu fattene una ragione, tra tutte queste persone, ormai, non lo sai? E c'ho paura pure questa sera, ho paura di stare da solo, con i miei brividi sulla schiena, è una vita terremoto.» Mida attira a sé Violante, posandole un braccio sulle spalle e lo stesso fa con Gaia che, ignara di tutto, passava semplicemente di lì.
«Ma hanno capito che non ho vinto niente?» Jannik storce il naso di fronte a quell'euforia immotivata.

«Adesso ti spiego come abbiamo vissuto l'incontro: io ho cominciato a capire come giochi e ho previsto il tuo primo ace, la tua ragazza vive su un altro pianeta e addirittura ha capito come mai stessi facendo schifo, quella laggiù è Stella ed è colpa sua se hai quasi perso...» Matthew comincia a inquadrare chi affolla quell'angolo della casetta, beccandosi un gestaccio da parte di Stella.

«Simone è una garanzia, Sarah anche, Holy ha fatto sbroccare Violante perché non capisce nulla di tennis, ha detto che non vali come esempio per la tenuta mentale in quanto sei un fenomeno, ha detto che stai con la ragazza più bella della casetta e Violante l'ha insultato in tedesco.»
«Quando comincia a parlare in tedesco con chi non capisce il tedesco, la situazione non è grave, bensì gravissima.» Jannik ride.

«Infatti guarda come sta.» Matthew torna a inquadrarla, canterina e spensierata. «Poi ha criticato l'accento e l'inedito di Holy, dicendogli che è simpatico come il tuo vomito...»
«Scusati con lui da parte mia, quando riesci.» Jannik scuote la testa, devastato.
«Lui? Gli voglio bene, ma è un pirla, Violante gli ha solo detto quello che pensiamo tutti.»

«E i due con cui si è ubriacata pur senza bere?»
«Lui è Mida, sostanzialmente gli ha detto che le fa schifo nelle cover ma ha intuito che Dimitrov avrebbe sbagliato sul finale e l'ha fatto storpiandogli l'inedito che, invece, le piace, quindi è scalmanato dal tuo ultimo game. Lei, invece, è Gaia, ballerina, di Napoli, probabilmente Mida spera che ci sia del tenero, vedremo.»
«Siete messi veramente male, lasciatelo dire.»

«Mai quanto te.» Matthew ridacchia, vedendolo combattere contro un capogiro.
«Non hai idea. Tu come stai? Con Mew?»
«Io bene, se fossi anglofono direi che siamo in una situationship ma sto cercando di portarla in mio favore.
Esco, così possiamo parlare in maniera umana.» gli dice, afferrando Violante per un braccio. «Vivi, vieni a salutare Jannik?»

«Non voglio litigare, Schatz.» Violante si rivolge all'altoatesino, incredibilmente veloce ad accantonare l'euforia caciarona che l'aveva contagiata mentre si dimenava con Mida e Gaia.
«Dai, la mia prima crisi di coppia.» Matteo la trascina con sé, portandola via dal casino.
«Quanto male stai?» la ragazza cerca gli occhi del fidanzato, con una preoccupazione tangibile nelle pupille e sul viso.

«Speravo molto meno, dopo aver vomitato credevo di riprendermi, cosa che, in realtà, in campo è successa ma, ora, mi sta tornando su tutto. Credo di aver mangiato qualcosa che mi ha fatto male, non di essere messo tanto peggio, però l'adrenalina mi ha tenuto su e, adesso che non c'è più, ho un piede e mezzo nella bara. Spargi le mie ceneri sulla vetta alpina che preferisci e salutami Aßen, scusa se non ho fatto in tempo a partecipare alle Olimpiadi di Parigi, a portarti a casa una medaglia d'oro, a far risuonare l'inno di Mameli in Francia e...»

Zweisamkeit | Jannik SinnerWhere stories live. Discover now