Avanti e Indietro

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Io ero Avanti.

E lui Indietro.

Vorrete sapere cosa significa, immagino.

Semplice: io ero proiettata verso il futuro, con tante aspettative e piani che avremmo potuto attuare insieme.

Lui non poteva fare a meno di guardare al passato e rivivere ogni giorno i demoni che lo divoravano pezzo per pezzo.

"Non è colpa sua, Agata. Renditi conto della situazione in cui è: ha perso entrambi i genitori in un brutto incidente, sua sorella se ne è andata senza fare ritorno ed è rimasto solo." La psicologa continuava a ripetermi quelle parole, e io cominciavo a stancarmi: avevo capito che non era colpa sua.

Perchè non lo è mai stata, cazzo.

Ma come posso aiutarlo a risalire? A vedere del buono?

"Tempo."

L'orologio però non si fermava.

Non ero arrabbiata, amavo Josh.

Davvero.

Come potevo avercela con una persona che ammiravo per essere ancora in vita?

Io molto probabilmente sarei già morta, dati i suoi trascorsi .

La verità è che si meritava di vivere al meglio e volevo davvero aiutarlo.

Ma non sapevo come comportarmi.

E lui a sua volta era talmente disilluso che non accennava a una soluzione.

Limbo.

Eravamo proprio in un limbo, tra il vivere davvero e il sopravvivere.

E no, non solo lui.

Anche io.

Perchè se lui non era felice, io a mia volta ero triste.

Infelice.

Non è un modo per fare la vittima: avrei voluto assorbire tutto il suo dolore e svuotargli il cuore dall'inquinamento che vi si era instillato.

Avrei tanto voluto vivere i suoi demoni al posto suo.

Non potevo, e questo mi faceva sentire la persona più impotente e inutile del pianeta: come posso fare?

"Josh" mi avvicinai al letto e gli diedi un leggero bacio sulla guancia.

Avevamo la nostra intimità, ma in alcuni periodi capitava a stento di condividerla.

È normale.

"Agata...Che ore sono?" Sbattè le palpebre e mi guardò intensamente.

Nonostante i demoni del passato, lui mi amava.

Non riusciva a sconfiggere loro, ma questo non significava si arrendesse con me.

Solo, non riusciva a lasciarseli completamente alle spalle.

E questo non gli permetteva di essere spensierato come invece meritava.

"Le undici. Ho preferito non svegliarti, siccome ieri sei tornato tardi da lavoro." Lavorava in un' officina e aveva turni lunghi e faticosi, perciò nei giorni liberi preferivo lasciarlo dormire a lungo.

"Ho sognato una cosa, sai" mi sorrise lievemente e mi sciolsi a quella vista: nonostante i suoi 27 anni sembrava un ragazzino.

Lo adoravo.

"Ah sì? Cosa?" Mi incuriosii e attesi una sua riposta, che non tardò ad arrivare.

Allungò il braccio e aprendo il comodino afferrò una scatolina.

"Agata...Non è nemmeno la prima volta che mi capita questa cosa. Mi appare sempre mia madre, e mi dice che devo...Sposarti." Spalancai gli occhi e misi una mano sulla bocca.

Insomma, era un po'...Curiosa, come cosa.

"So di non essere costretto, ma lo voglio. Avrò tanti, tantissimi spettri da combattere, e lo sai. Ma se mia madre, la donna che ammiravo di più al mondo, mi dice che devo farlo...Lo farò. Perché ha ragione, diavolo. Voglio farlo, siccome ti amo." Cercai di metabolizzare il tutto, ma era davvero difficile.

Gli saltai addosso e lo abbracciai più che potei.

L'amore non era solamente scopare o scambiarsi i regali.

Era soprattutto questo.

"Lo vuoi anche tu?" Mi guardò con i suoi occhioni blu e non potei fare a meno di sorridere: sette anni prima me ne ero innamorata fin dal primo istante.

"Sì! Sì, Josh!" Lo baciai e in quel momento mi resi conto che aveva sconfitto uno dei boss che lo torturavano da anni.

Aveva deciso di buttarsi.

E io ero fiera di lui.

Ed era solo uno dei milioni di motivi per i quali lo amavo.

Avrei sorretto una spada per difenderlo fino alla fine, perché non avrei voluto altro se non stare al suo fianco e vederlo stare bene.

Io e Josh.

Senza TitoloHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin