Ci avevo creduto davvero, alla mia bugia, almeno per un secondo.
Ma no, non ti amavo. Io non sapevo niente di come ci si innamora.
E tu invece, non hai mentito nemmeno per un momento? Se non ho mai potuto avere il tuo amore, allora odiami, ti prego. Forse almeno questo darà un senso a tutto. Forse almeno questo mi farà sentire vivo.
«Vuoi del caffelatte?» dopo aver bussato due volte sulla cornice della porta, cautamente sua madre si affacciò nella sua stanza. Paulina era stesa al buio, sul letto, il viso illuminato dalla luce lattiginosa del cellulare.
«Grazie.» rispose distrattamente, senza invitarla a entrare.
Con un sospiro, sua madre lo fece lo stesso. «Aurora è rientrata dall'ospedale nel pomeriggio. Adele dice che sta bene. Un po' provata, certo. Si tratta pur sempre di un'operazione.»
«Lo so.» rispose Paulina senza smettere di guardare lo schermo del cellulare. Aurora l'aveva avvisata con un messaggio appena era rientrata a casa.
Ho abortito.
Le aveva scritto solo questo, e Paulina aveva solo potuto immaginare cosa avesse significato per lei affrontare il viaggio fino a Torino, aspettare il suo turno in quella bianca sala d'attesa dell'ospedale dove si era recata insieme a sua madre, che le stringeva forte la mano dicendole che non si doveva preoccupare, che sarebbe stato veloce, che conosceva la ginecologa, che le avrebbe fornito tutto il supporto di cui avrebbe avuto bisogno.
Camila posò la tazza fumante sulla sua scrivania, ma esitò prima di uscire. «E tu come stai?» le chiese. Una domanda a cui Paulina in quei giorni si era ostinata a rispondere bene, senza dare spiegazioni. «Sei rientrata due settimane fa e non hai ancora messo il naso fuori casa. A stento esci dalla tua stanza. E non hai intenzione di tornare indietro per dare gli esami.»
Sua figlia abbassò il cellulare e sollevò lo sguardo. «Non è da te. Mi dici che cosa è successo, tesoro?» Aveva ragione. Da quando era rientrata era assente e distratta. Stava sempre a guardare lo schermo del cellulare. Non faceva che scambiarsi messaggi con Aurora. Tutto il resto era solo quel che serviva a far passare il tempo tra un messaggio e l'altro.
«Non sto bene.» rispose in un soffio. «Ho sprecato tutto l'anno appresso al ragazzo sbagliato.» Sua madre sedette sul letto e con un gesto affettuoso le accarezzò la spalla. Sprecato era una parola forte, ma non voleva sminuire il dolore di Paulina. Solo ricordarle che le sarebbe stata vicina. «Non dovrei nemmeno piangere per lui. Invece fa un male...»
S'interruppe. La sua voce si stava spezzando. «Non me la sono sentita di dare gli esami.» disse, solo per cambiare argomento. «Mi dispiace. So che ti aspettavi di meglio da me.»
Ma Camila spalancò gli occhi, sorpresa. «Tesoro, no. Tu hai già superato le mie aspettative, ricordi?» sorrise per poi darle un leggero bacio sulla fronte. «Non devi chiedere troppo a te stessa. Conosci i tuoi limiti, e voglio che tu ne tenga sempre conto.»
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𝐂𝐎𝐍𝐓𝐑𝐎𝐋𝐔𝐂𝐄
Romance🔞 [𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐀] «𝑆𝑒𝑖 𝑝𝑒𝑟𝑓𝑒𝑡𝑡𝑎, 𝑐𝑖𝑛𝑐𝑖𝑎𝑟𝑒𝑙𝑙𝑎, 𝑝𝑒𝑟 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑚𝑖 𝑝𝑖𝑎𝑐𝑒 𝑟𝑜𝑣𝑖𝑛𝑎𝑟𝑡𝑖.» *** Curiosa studentessa di arte terapia, con il naso a punta sempre immerso tra le pagine di un manuale di psicologia, P...