Capitolo 35

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Torno in camera, trovando per fortuna Sandy che dorme con il ragazzo di prima. Dovrei essere contenta per lei, ma ora provo solo invidia. Mi distendo sul letto, non togliendomi nemmeno i vestiti. Rimango per un tempo indefinito a guardare il soffitto, pensando e ripensando a ciò che è successo.

È un incubo. Mi ripeto per autoconvincermi. Quando scoprii di Caleb, la prima cosa che mi venne da fare fu andare da Kira e confidarmi con lei, urlandole pure il mio dolore. Ora, invece, sono svuotata, priva di compassione nei suoi confronti. Mi sento tradita. Mi sento uno schifo.

Quando guardo l'ora sul comodino, segna le due passate.
È un attimo che il corpo reagisce, si alza ed esce fuori dal dormitorio femminile per raggiungere quello maschile. Non può finire così, non può Thalion voltarmi la schiena, dopo avermi scagliato una bomba del genere. Non può uscirsene pulito, e io non posso rimanere in silenzio subendo sempre.

Col telefono gli mando un messaggio, sperando che sia sveglio.
Sanaz 🌻: "Scendi. Sono sotto"

Thalion🐍: "Vai a dormire, domani parliamo" mi arriva subito la risposta.

Sanaz 🌻: "O scendi, oppure salgo su e sveglio non solo Ian, ma tutto il dormitorio. Muovi il culo."

Visualizza, ma non risponde. Mi allontano dalla porta d'ingresso per andare verso il giardinetto, lontano dalle persone che dormono. Lo vedo arrivare vestito esattamente com'era, confermando che, anche lui non si è cambiato. Ha gli occhi rossi, quasi quanto i miei e le gote del medesimo colore.

«Era meglio parlarne domani, a mente più lucida»
«Non hai capito, io non voglio più parlarti Thalion» sbotto. «Sei una persona di merda, sei veramente una persona di merda» alzo il tono, avvicinandomi pericolosamente a lui. Lo spintono dal petto, ma non oppone resistenza, si lascia colpire.

«Mi dispiace» sussurra; quando arriva al tronco di un albero, non può indietreggiare più.
«No che non ti dispiace, se così fosse non mi avresti mentito» dico, stavolta le lacrime, tornano prepotenti a mostrarsi deboli di fronte a lui,
«Mi dispiace» ripete, anche lui con la voce sgretolata.
«Thal, mi guardavi negli occhi e continuavi a mentirti. Ti ho chiesto più volte che rapporto avessi con Kira e stavolta non hai deviato la domanda, hai mentito spudoratamente guardandomi in faccia. Non ti senti una persona orrenda guardandoti allo specchio?» urlo a diritto, consegnandogli in mano il mio dolore.

«Hai fatto tanto per me, mi hai salvato persino da me stessa, hai tirato fuori la vera Sanaz, quella che non sapevo nemmeno di conoscere, ma a che prezzo? Poi sei stato tu ad uccidermi. Mi fai schifo», lo guardo con disgusto, almeno con gli occhi, perché il mio cuore ancora non ne è capace.

«Dimentichi che io sono stato ferito a mia volta, Sanaz. Lo hai detto anche tu, sai bene che Kira è una di quelle persone che, quando entra nella tua vita poi non se ne va tanto facilmente e così ha fatto anche con me, ma amava Caleb e io mi sono fatto da parte, perciò non volevo provare amore, non sono pronto, non ne sono più capace, l'amore fa male, fa questo, fa schifo, vedi?» replica e ora anche lui piange.

«No Thalion, non è l'amore a fare schifo, sono le persone di merda come voi. Hai avuto mille occasioni per dirmelo, mille. E invece hai scelto, perché è una scelta quella di farmi soffrire. Ti senti meglio adesso? Soddisfatto? Ti fa stare meglio? No, perché io... », mi fermo a metà, perché crollo in ginocchio e riverso sull'erba fresca tutto ciò che provo. I singhiozzi mi squarciano il petto, metto una mano lì, sopra il cuore, per paura che possa spaccarsi da un momento all'altro.

Mi sento vulnerabile, debole e mi odio. Vorrei tornare a essere priva di emozioni, essere un robot che cammina.
Thalion si poggia sui talloni e prova ad accarezzarmi la schiena, ma come mi sfiora mi allontano come se la sua pelle bruciasse al tatto.

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