Spiegazioni

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Mi sveglio nauseata e maledicendomi per aver bevuto troppo, però lo ammetto mi è servito. Ho un ricordo vago di quello che è successo. Ricordo di essere caduta un paio di volte sperduta nel campus mentre correvo non so dove, poi ricordo di aver urlato contro Luke che lo odiavo, che mi faceva schifo ma probabilmete era stato solo un sogno. E meno male.

Apro gli occhi ignorando il senso di fastidio e di giramento di testa. Mi guardo intorno mugugnando qualcosa alla ricerca della mia compagna di stanza. Tende blu... questa... oddio... QUESTA NON è LA MIA STANZA!

Mi alzo di scatto in ansia e mi guardo intorno. Sulla sedia, con la testa appoggiata alla scrivania c'è Luke che sembra dormire... a petto nudo. Ma allora, non è stato un sogno che gli ho urlato contro quelle cose.

Mi vergogno per quello che ho fatto un po': urlargli dietro da ubriaca non è il massimo della buona figura che una persona può fare, nemmeno una prova di coraggio. Ho bevuto perché ero debole, perché ero ferita, perché avevo bisogno di pensare ad altro. Non sto incolpando Samantha per avermi aiutato con il metodo più veloce ed efficace, ma sbagliato; sto incolpando me per non aver rifiutato e affrontato il... dolore?

Cerco di alzarmi senza fare troppo casino, cerco le scarpe che mi sono state tolte: sono sotto il letto.

''Che stai facendo?''

Sbatto la testa dallo spavento.

''Cristo Luke!'' mi massaggio la testa nel punto in cui l'ho sbattuta.

''Scusa...'' ha la voce roca per il sonno.

Lo sento avvicinarsi poi si sdraia e allunga un braccio per prendere le scarpe, giustamente lui ci arriva mentre io no. Corta come sono (-.-) Le prende la non me le consegna, le mette più vicino poi mi guarda.
Se qualcuno dovesse entrare proprio in questo momento penserebbe che abbiamo dei seri problemi: siamo sdraiati entrambi su un fianco con la testa sotto il letto che ci guardiamo. Rimaniamo fissi a guardarci per qualche minuto buono. Non voglio parlare perché so che appena uno dei due pronuncia una sola parola scoppia una guerra e io sono stanca di combattere contro di lui, sono stufa di combattere contro le mie emozioni.

Abbasso lo sguardo per non sostenere più quei due occhi celesti che mi fissano, per non posare lo sguardo su quelle labbra carnose che ho ancora voglia di baciare, per non osservare come si stuzzica il piercing. Peccato che abbassando lo sguardo lo poso sul suo petto nudo, sodo.

Cristo.

Ho deciso: mi metto a pancia in su così sono costretta a guardare la rete del letto.

''Perché hai bevuto in quel modo, Bianca?''

Cosa? La sua voce mi riporta alla realtà e mi sembra quasi strano essere di nuovo in compagnia sua. Non rispondo, scrollo solo le spalle. Non gli dirò che ho bevuto per causa sua.

''E perché mi hai urlato contro?''

Mi immobilizzo letteralmente a quelle parole. Me lo chiede come se non ne avesse la più pallida idea! Ma io lo schiaffeggio e vedi come glielo faccio tornare in mente!

''Ehi...'' appoggia due dita sul mio mento per farmi girare il viso dalla sua parte.

Se mi giro e lo guardo negli occhi potrei piangere, io mi conosco, lo so. Non devo farlo, non devo girarmi. Ma mi giro.

Il suo sguardo è intenso nel mio e posso scommettere che sta cercando di capire a cosa sto pensando. Adotto la mia espressione migliore da indifferente, distaccata.

''Volevo solo bere...''

''E perché sei venuta qua?''

Scrollo le spalle. ''Non ricordo.'' E' la verita.

Blue eyes ~Luke HemmingsWhere stories live. Discover now