Capitolo 9- I feel safe with you

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ELIOT POV

È stata una delle notti più merdose della mia vita. Dopo aver salutato Colin, mi sono gettato sul letto e ho iniziato a piangere talmente tanto che avevo paura di esaurire le lacrime.

Ho buttato fuori tutto quello che mi tenevo dentro da cinque anni.

Ero riuscito ad addormentarmi, ma ovviamente gli incubi hanno avuto la meglio. Ho rivissuto alcuni spezzoni della mia vecchia vita. Droga, risse, affari illegali, mio fratello che mi pregava di stare con lui e la parte peggiore di tutte, mia madre che mi ricattava e poi mi picchiava.

Dopo questo ero corso in bagno a vomitare anche l'anima, Colin si era svegliato ed era stato al mio fianco tutto il tempo. Mi aveva riportato a letto e si era addormentato sul pavimento, mentre io continuavo a vagare nei pensieri.

Avevo paura di dormire e rivivere tutto. Avevo svegliato Col e l'avevo rispedito in camera sua e solo verso le sei del mattino, ovvero un'ora fa, ero riuscito a dormire senza incubi.

Un'ora di sonno è tutto quello che ho ottenuto da questa notte. E ora con un gran mal di testa, le occhiaie e il viso completamente bianco e stravolto, mi preparo per portare le ragazze in università.

La macchina di Denise è ancora dal meccanico e chissà quando ritornerà. Dane mi ha detto più volte che sarebbe andato a prendere anche Michelle e Bailey, ma non mi fido perciò gli ho esplicitamente detto che a loro avrei pensato io o Colin e con loro stesse sono rimasto d'accordo così.

Mi serve un caffè, mi sembra di stare per svenire da un momento all'altro. Oggi dovrò anche affrontare una lunga litigata con la stronza, devo essere lucido e in forze.

Colin mi raggiunge in cucina, già pronto per andare chissà dove. Gli porgo una tazza e ci verso il caffè. «Dove stai andando?»

«A portare le ragazze in università.» risponde con ovvietà.

«Le accompagno io.» non transigo su questo. Già ieri non ho potuto per via del lavoro.

«El dai, a stento ti reggi in piedi. Riprendi le forze per quando più tardi parlerai con tua madre.» apprezzo che si preoccupi ma quando mi parla come se fossi un poppante mi fa imbestialire.

«Col ti ho detto che ci penso io, ce la faccio.» non rischierei di mettere in agitazione Bailey se pensassi di non potercela fare.

«Non mangi da ieri, dopo stanotte qualcosa potresti metterlo sotto i denti no?» mi rivolge uno sguardo severo, indicando un pacco di biscotti lasciato accanto alla macchina del caffè.

«Il cibo al momento mi fa venire la nausea, mangerò più tardi, ora vado.» e senza aspettare che mi risponda, prendo le chiavi della sua auto e mi dirigo a casa di Bailey.

La trovo già fuori ad aspettarmi perciò accosto vicino a lei così che possa salire subito.
«La tua amica?»

«Oggi non si sente bene, ci sono solo io. Il mio gigante?» penso si riferisca a Colin. Mi infastidisce un po' che si siano dati dei nomignoli.

«Ha lasciato a me l'onore.» le sorrido e metto in moto.

«Non hai una bella cera, sicuro di stare bene? Ce la fai a guidare?» si sta agitando e non va bene.

«Ho solo avuto una brutta nottata, non ti agitare riesco a guidare.»

«Va bene, ma dovresti prendere qualcosa.» la vedo rilassarsi, ma comunque abbasso il finestrino del tutto, almeno le arriverà un po' d'aria fresca.

«Più tardi lo farò.»

Rimaniamo in silenzio, io concentrato sulla strada, lei che guarda fuori dal finestrino.

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