Valentina camminava per i corridoi di Azkaban con un passo lento e apparentemente indifferente, ma dentro di sé ogni muscolo era teso. Ogni movimento doveva sembrare naturale, ogni parola casuale. Non poteva rischiare che Tristan notasse qualcosa. Le sue giornate erano scandite da una routine che sapeva ormai a memoria: colazione, prigionieri che litigavano, guardie che passavano, e lei che faceva finta di non esserci.
Ma quando la notte calava e la prigione sembrava dormire, Valentina cambiava, Iniziando a preparare il piano. L'incantesimo che aveva in mente era rischioso, complicato, ma anche l'unico modo per scappare da quel posto. Ogni sera, mentre tutti si ritiravano nelle loro celle, lei si rifugiava in un angolo nascosto della prigione, dove Tristan non l'avrebbe trovata. Lì, dietro a pile di libri polverosi, dava vita alla sua magia segreta.
Ma il piano richiedeva qualcosa di più. Non bastava solo l'incantesimo, c'era bisogno di un alleato. E quell'alleato era Mattheo.
Il primo giorno in cui Valentina provò ad avvicinarsi a lui, il suo cuore batté forte. Sapeva che non sarebbe stato facile riconquistare la fiducia di Mattheo, soprattutto dopo tutto quello che era successo tra loro. Lui non la guardava nemmeno, come se fosse diventata un'ombra tra le altre. Ma Valentina non si arrese. Aveva deciso che, qualunque cosa fosse successo, avrebbe fatto di tutto per dimostrargli che non era cambiata, che potevano ancora essere una squadra.
A cena, per esempio, provò a incrociare il suo sguardo. Si sedette vicino a lui, ma quando Mattheo alzò gli occhi, lei abbassò velocemente lo sguardo, temendo che potesse notare troppo.
"Ti serve qualcosa?" le chiese Mattheo, senza girarsi, ma con un tono che tradiva una curiosità non troppo evidente.
Valentina annuì, ma non rispose subito. Un silenzio imbarazzante cadde tra loro. Tristan, che stava mangiando un po' più lontano, non sembrava accorgersi della tensione tra loro, ma Valentina sapeva che ogni suo movimento sarebbe stato osservato. Decise di parlare per prima.
"Cosa stai facendo?" gli chiese, sperando di sembrare casuale.
Mattheo alzò gli occhi, ma non disse nulla per qualche secondo. Poi, con voce bassa, rispose: "Sto cercando di capire cosa vuoi da me."
Il tono era piuttosto freddo, ma Valentina non si lasciò scoraggiare. "Non voglio nulla che tu non voglia darmi", rispose, cercando di essere sincera. "Voglio solo che tu sappia che non sono cambiata."
"Non posso fidarmi di te," disse Mattheo, scuotendo la testa.
Valentina si morse il labbro. "Lo so. Ma se non ci proviamo nemmeno, come possiamo sapere se è possibile?"
Mattheo non rispose, e dopo un momento, si alzò. Valentina rimase lì, con un groppo in gola, guardando la sua figura allontanarsi. Era chiaro che lui non era ancora pronto a credere in lei. Ma avrebbe dovuto provarci. Perché se non l'avesse fatto, sarebbe stato troppo tardi.
Nei giorni seguenti, Valentina riprese a cercare ogni occasione per avvicinarsi a Mattheo, anche senza parlare. Un sorriso veloce, uno sguardo furtivo, piccoli segnali che sperava potessero accendere qualcosa in lui. Ma Tristan, ogni volta che vedeva Mattheo vicino a lei, sembrava diventare più inquieto.
Era evidente che qualcosa non andava. Le sue mani non si fermavano mai, giocherellando nervosamente con i suoi capelli o con il cucchiaio durante i pasti. Spesso, gettava uno sguardo sospettoso a Valentina, ma non diceva nulla. Le sue parole erano più taglienti che mai, e Valentina sapeva che se non fosse stata cauta, avrebbe rischiato di rovinare tutto.
Una sera, dopo cena, mentre Valentina si stava allontanando per nascondersi e continuare i suoi esperimenti con l'incantesimo, Tristan la fermò.
"Dove vai?" chiese, con la voce che nascondeva una punta di minaccia.
"Vado a leggere," rispose lei, cercando di sembrare tranquilla. "Ho bisogno di un po' di tempo da sola."
Tristan la fissò per un istante, gli occhi scuri che sembravano penetrare la sua anima. "Non è che stai cercando di scappare, vero?" chiese, con un sorriso sarcastico.
Valentina gli rivolse uno sguardo provocatorio. "Non posso scappare. Siamo in una prigione, Tristan. E tu sei qui a ricordarmelo ogni giorno."
Lui si avvicinò, afferrandola per un braccio. "Se cerchi di fare qualcosa di stupido, te lo farò pagare."
Valentina non si lasciò intimorire. "Sei tu quello che ha paura," disse, tirandosi via dalla sua presa. "Non io."
Mentre Tristan la guardava allontanarsi con una smorfia sulle labbra, Valentina si rese conto che stava rischiando molto. Ma non poteva fermarsi. Non ora.
Una notte, quando la prigione era completamente silenziosa, Valentina si ritrovò di nuovo nell'angolo nascosto dove si era rifugiata per giorni. La polvere si alzava nell'aria mentre apriva un vecchio libro di incantesimi. Doveva concentrarsi. La magia che stava cercando di lanciare non sarebbe stata facile da realizzare, ma sapeva che se funzionava, sarebbe stata la sua via di fuga.
All'improvviso, sentì un rumore alle sue spalle. Si girò di scatto, il cuore in gola. Ma non era Tristan. Era Mattheo.
"Ti ho vista," disse lui, a voce bassa. "Cosa stai facendo?"
Valentina si sentì paralizzata per un momento. Non sapeva se dirgli la verità o mentire. Alla fine, decise di essere onesta. "Sto cercando di uscire da qui," disse, guardandolo negli occhi. "Non posso farlo senza di te."
Mattheo la fissò in silenzio, poi si avvicinò lentamente. "Perché dovrei aiutarti?"
"Perché io non voglio essere qui," rispose lei, il suo sguardo diventato più deciso. "E tu, Mattheo, lo sai."
Nel frattempo, Tristan continuava a osservare Valentina da lontano, senza capire del tutto cosa stesse succedendo tra lei e Mattheo. Ma qualcosa non andava. Le sue azioni sembravano sempre più sospette. E il pensiero che potesse esserci un piano segreto lo infastidiva.
Presto avrebbe dovuto scoprirlo.

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inferno | Mattheo Riddle (18+)
Fanfiction⚠️STORIA ADATTA A UN PUBBLICO ADULTO, CONTIENE SCENE SESSUALI E LINGUAGGIO ESPLICITO E VIOLENTO È il sequel di "portami in paradiso | Mattheo Riddle", lo trovi sul mio profilo!