Kosaru Kondo, sorella del comandante della Shinsengumi, ha deciso di cambiare aria e vita, trasferendosi da fratello e dai suoi amici storici Hijikata e Sougo. Qui inizierà la carriera come medico della polizia, incappando di tanto in tanto nelle lo...
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Quel maledetto incubo turbava i suoi sogni da mesi, ma con gli ultimi avvenimenti a Edo, era riuscita a dimenticarsene per un po'. E probabilmente fu questo il motivo che la spinse a non rivelare questo segreto ai suoi cari fratelli, perchè in fondo il peggio era passato.
Ma quando i suoi occhi iniziarono a riaprirsi, nonostante pregasse di non aprirli mai più, si rese conto che avrebbe dovuto fare i conti con la realtà e la paura più grande, a quel punto, sarebbe stato affrontare il giudizio di suo fratello e quello degli altri due.
Quella era la sua camera, il suo letto, perciò pensò di essere da sola, ma quando si alzò lentamente per mettersi seduta, vide l'argentato seduto sulla sedia vicino alla porta. Leggeva Jump, probabilmente non si era neanche accorto che fosse sveglia, perciò tentò di scivolare giù dal letto, nonostante la testa le facesse molto male.
<<Ti conviene rimanere nel letto, sono stato pagato da tuo fratello per questo>> disse con la solita voce piatta.
<<Non è il momento di scherzare, devo parlare con loro>> disse una volta averlo raggiunto. <<Non puoi impedirmi di uscire>>
<<MMh...>> annuì senza ascoltarla veramente, mentre sfogliava l'ennesima pagina. <<In un altro contesto ti avrei già buttata nel letto, ma se lo facessi... mayo-boy mi sgozzerebbe>>
<<Come fai a fare certi pensieri in un momento del genere?>> esclamò sconvolta Kosaru, mentre si avvicinava alla serratura della porta, che riuscì ad aprire facilmente. <<È stato facile.... dov'è l'inganno?>>
<<Tuo fratello e gli alti due stanno parlando con quell'uomo. Hanno pagato l'agenzia tutto fare per tenerti lontana da lui mentre il resto della Shinsengumi si è mobilitato per dei sopralluoghi o qualcosa del genere>> spostò lo sguardo su di lei per qualche istante. <<Devi averla fatta grossa...>>
<<Io non ho fatto un bel niente!>> sbraitò spalancando la porta.
I primi a sbucare fuori furono Shinpachi e Kagura, che la seguirono da dietro mentre camminava a passo spedito verso l'ufficio di suo fratello e fu allora che vide Otae cercare di origliare come meglio poteva.
<<Sono qui...>> sussurrò lasciando andare la porta. <<Sei sicura di voler entrare? Quel tipo sembra pazzo, non ha fatto che ripetere di volerti uccidere e la pazienza di Hijikata ha quasi raggiunto il limite>>
<<Si, posso immaginare... lo conosco bene purtroppo>> annuì. Kosaru era terrorizzata, ma se c'era una cosa che la stava spingendo a proseguire con quella storia, era il fatto che voleva spiegare la sua versione e nessuno meglio di lei sapeva com'erano andate le cose quella notte.
Così chiese gentilmente a Otae di spostarsi e con un gesto veloce spalancò la porta. <<Questa storia non vi riguarda!>>
<<O diavolo...avevo chiesto a quell'idiota di tenerla d'occhio>> sospirò Hijikata, mentre Kondo si avvicinava alla sua sorellina con uno sguardo preoccupato sul volto.