Kosaru Kondo, sorella del comandante della Shinsengumi, ha deciso di cambiare aria e vita, trasferendosi da fratello e dai suoi amici storici Hijikata e Sougo. Qui inizierà la carriera come medico della polizia, incappando di tanto in tanto nelle lo...
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Gli occhi le bruciavano, ma nonostante questo cadde in un sonno leggero e si lasciò cullare dal calore della spalla di Gintoki e le prime luci dell'alba. L'aria era fresca di prima mattina, ma Kosaru riusciva a sentire soltanto l'odore di disinfettante e sangue, che si era incrostato sulle sue mani.
Improvvisamente il silenzio venne spezzato da un gemito silenzioso e sussultò quando sentì il petto di Gintoki alzarsi e abbassarsi velocemente come se avesse appena imparato a respirare. <<Scimmietta...>> sussurrò con voce bassa e roca, che bastò a Kosaru per alzare la testa dal suo petto e guardarlo seriamente, mentre l'ultima lacrima scendeva dalla sua guancia.
Si asciugò il volto con il dorso della mano, ma non riusciva a provare rassicurazione, piuttosto era ancora molto preoccupata e arrabbiata con lui. <<Oh...finalmente ti sei svegliato>> sussurrò accennando un sorriso.
Gintoki si mise lentamente seduto, posando le mani a terra per mantenersi in equilibrio. I suoi occhi erano stanchi, più del solito e aveva ancora una brutta cera. <<Ah..che botta>> sussurrò portando una mano sul petto.
<<Non sforzarti, la ferita è ancora fresca>> la sua voce era piatta, stanca , come se le lacrime della notte precedente l'avessero liberata da qualsiasi forma di emozione.
Nel momento in cui provò ad alzarsi in piedi, Gintoki la fermò prendendole il polso ed obbligandola a sedersi di nuovo a terra. Cercava il suo sguardo, ma Kosaru non ebbe il coraggio di alzare gli occhi per paura di imbattersi nuovamente nel suo pianto disperato.
<<Sei...sei stata tu?>>
Le sue parole erano un sussurro, come avesse timore di rivolgersi con quel tono gentile, pacato e non cinico come era solito fare. <<Vedi di tornare a riposare...>> lo liquidò, sentendo il suo sguardo pesare su di lei come se volesse leggerle l'anima.
<<Perchè lo hai fatto?>> abbozzò un sorriso, ma nonostante cercasse di parlare con ironia, come al suo solito, risulto ancora troppo gentile.
Con ancora lo sguardo rivolto a terra e la mano che stringeva ancora il suo polso, Kosaru strinse i denti per non lasciare che nessuna lacrima cadesse a terra. <<Vedi di tornare a dormire, hai perso troppo sangue...idiota>>
Il singhiozzo successivo la tradì e sapeva che adesso non poteva più nascondere le sue lacrime nonostante i capelli corti coprissero il volto. Sentì un ghigno stanco da parte di Gintoki e le sue dita che si intrecciavano sicure fra i capelli per spostarli dietro l'orecchio e mostrare il volto. <<Ma guardati...stai piagnucolando come una mocciosa. Non sto mica morendo eh>>
Tremò sotto il suo tocco, chiuse gli occhi ma non voleva crollare di nuovo, non davanti a lui. Aveva paura, paura di mostrarsi così disperatamente preoccupata per lui. <<Morendo?>> sussurrò stringendo i pugni. <<Hai perso così tanto sangue che è un miracolo che tu ti sia svegliato così presto. Come puoi parlare con tanta leggerezza?>>