Origine e contesto: Il Namokar (o Navkar) Mantra è il mantra più sacro del Giainismo, risalente a circa 2500 anni fa. La sua recitazione inversa (pratiloma) è una pratica esoterica sviluppata nei contesti monastici Digambara intorno al V-VI secolo d.C., descritta in alcuni testi come il "Mulachara" e il "Bhavana-Rahasya".
Il mantra standard è: "Namo Arihantanam, Namo Siddhanam, Namo Ayariyanam, Namo Uvajjhayanam, Namo Loye Savva Sahunam"
La forma inversa inizia da: "Sahunam Savva Loye Namo, Uvajjhayanam Namo..." e prosegue a ritroso.
Significato esoterico della recitazione inversa: Nel Giainismo, la recitazione inversa simboleggia il processo di "nirjara" (eliminazione del karma) in forma accelerata. Si basa sul principio che mentre la recitazione standard costruisce una scala ascendente verso la liberazione, la forma inversa dissolve gli strati dell'ego uno dopo l'altro, partendo dal più grossolano (i monaci ordinari) fino ad arrivare alla pura coscienza degli Arihant (esseri illuminati).
Pratica tradizionale: Nei monasteri Digambara, questa pratica viene eseguita durante specifici periodi di ritiro spirituale (pratima):
Il praticante digiuna per 24-48 ore per purificare il corpoSiede in padmasana o ardha-padmasana rivolto a nord o estRecita il Namokar Mantra standard 9 volteQuindi inizia la recitazione inversa, 108 volteCon ogni ciclo, visualizza i cinque tipi di esseri onorati nel mantra che si dissolvono uno nell'altroConclude con uno stato di meditazione chiamato "samayika" (equanimità)
Si dice che questa pratica possa accelerare la dissoluzione del karma accumulato e portare a esperienze di "kevala jnana" (conoscenza infinita) temporanee, offrendo un assaggio dell'illuminazione finale.

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Mantra e loro spiegazione
SpiritualDescrizione dei vari mantra presenti nel buddismo e nell'induismo, con i loro consecutivi effetti benefici sul corpo e l'anima, ed i relativi chackra