Una lussuosa macchina nera.

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Era un giorno noioso come altri, lì a Belleville. La sveglia intonò il suo stressante bip bip bip e mi alzai, come ogni mattina. Ogni volta la stessa routine noiosa e deprimente. Vado in bagno, mi lavo i denti, mi profumo, mi metto la divisa scolastica, prendo lo zaino e qualche biscotto da mangiare durante il tragitto e chiamo Mikey, che da quest'anno viene a scuola con me. Ma quanto ci mette Mikey per prepararsi?! Ci mette sempre troppo tempo, troppo. Finalmente scende e usciamo di casa insieme. La scuola è distante 3 km da casa, da fare di prima mattina sono pesanti per una palla di lardo come me. Appena siamo abbastanza lontani dalla visuale di Donna Way mi accendo una Malboro ed aspiro. Dio, quanto è dolce questo sapore. Arriviamo appena suona la campana, e Mikey, dopo avermi salutato, corre in classe. Io sto fuori a fumare un'altra sigaretta. Passano nemmeno 5 minuti che vedo una lussuosa macchina nera fermarsi davanti alla scuola. Spengo subito la sigaretta contro il muro, pensando fosse un professore. Da quella lussuosa macchina esce un ragazzo basso, con i capelli neri schiacciati sulla fronte e ai lati, è molto carino. Indossa la divisa della nostra scuola: un nuovo compagno? Ew. Saluta l'uomo che stava alla guida e tutto sorridente si dirige verso l'entrata. Mentre si avvicina noto che ha un piercing al labbro. No, non ti avvicinare a me, no, vattene, pensavo. E invece no, si è fermato davanti a me. "Hey, sono Frank, tu? Forse siamo compagni di classe!" Ma questo qua esattamente cosa vuole? Stavo per chiedergli perché aveva avuto il coraggio di rivolgere la parola ad un rifiuto come me. "..non credo che tu sia un mio compagno, Frank. Comunque sono Gerard, Gerard Way." Ecco, ben fatto Gerard! Ti sei giocato un potenziale amico!, quanto posso essere stupido? Dopo la mia risposta il ragazzo si è messo le mani in tasca, mi ha guardato meglio e mi ha dato la mano e mi ha alzato in piedi. "Andiamo a vedere se siamo in classe insieme, allora" ha detto lui tutto sorridente. Ho sbuffato e siamo entrati a scuola. Appena entrati era come se al posto del blocco per disegnare e le matite avevo dei mattoni, tutto mi diceva di andarmene e morire. Andando avanti mi accorgo che io e il nanetto stavamo percorrendo la stessa strada. Arrivato davanti alla porta della classe mi fermo e mi blocco appena poso lo sguardo sul suo viso, così vicino al mio. Scuoto la testa. "Beh, Frank, questa è la mia classe. Mi spiace di aver infranto i tuoi sogni di diventare amico di uno schifo." Ho sfoggiato uno dei miei sorrisi più finti e ho aperto la porta, e lui mi ha seguito a ruota senza dire una parola. Il prof. Bryar ha sorriso appena mi ha visto varcare la porta con quel nano dietro. Stavo per urlargli "COSA C'E' DI STRANO OGGI" ma lui ha cominciato subito a parlare. "Oh, Way, vedo che hai già conosciuto il nostro nuovo compagno! Presentacelo tu!" Dopo queste parole il mio colorito biancastro si è subito trasformato in rosso per la vergogna. "Di lui so solo che si chiama Frank, che è basso e che ha avuto il coraggio di parlarmi. E' contento adesso?" forse l'ho detto con tono troppo arrogante, ma non fa nulla, va bene così. Mi sedetti al mio solito banco di legno pieno di scritte e disegni fatti da me, l'unico banco per due dell'intera classe ad essere occupato da una persona sola. Bryar mi ha guardato malissimo."Beh, grazie Way, sempre molto simpatico" seguirono le copiose risate dei compagni più stupidi "Frank.. Frank Iero! Giusto? Scegli un posto, ce ne sono tanti a disposizione!" Frank si guardò attorno, fissando i posti vuoti accanto alle ragazze di classe, che appena l'hanno visto si sono messe nei banchi vuoti, così per essere da sole con lui. Abbiamo il nuovo gigolò della classe, non bastavano quelli che ci sono già?, pensai. Dopo un attimo di silenzio, si avvicinò al mio banco. "Gerard, posso sedermi accanto a te? Non sei uno schifo come hai detto, sai?" Senza dire una parola, con tutti gli sguardi dei presenti, ho spostato lo zaino dalla sedia accanto alla mia per farlo sedere. Si sentivano alcune oche che sussurravano fra loro "ma lo hai visto quello nuovo?! E' pazzo! Vuole sedersi accanto a GERARD WAY, te ne rendi conto? Si è scavato la fossa!" Che bella reputazione.
Il prof è rimasto basito dalla scelta di Frank, ha scosso la testa e ha cominciato la lezione dicendo "Beh, Frank, spero ti troverai bene con noi!" Io ho immediatamente preso il mio blocco da disegno e, osservando il volto di Frank di profilo, ho cominciato ad abbozzare un disegno del suo volto. Non se n'era accorto, finché il ragazzo che avevo seduto davanti (non so il nome di nessun compagno, figuriamoci il nome di un tipo come lui) ha urlato "MA CHE FAI, LO DISEGNI!? FROCIO", a seguire le solite risate dei compagni. Frank diventò subito rosso, e anch'io. Frank ha fissato il disegno per un po' e poi ha detto, molto arrabbiato "se mi disegna a te interessa? Mica sta disegnando te." Poi ha strappato il foglio dal blocco, l'ha guardato sorridendo, l'ha piegato e se l'è messo nella tasca della giacca scolastica. "a me piace, a te cosa importa? Se gli dici frocio, forse lo sei anche tu" ...cosa è appena successo? Frank ha preso le mie difese? Probabilmente è consapevole che ha preso simpatia per la persona sbagliata. Sono Gerard Way, io. Quel Gerard Way di cui tutta la scuola (professori e professoresse compresi) parla male. Sono il "drogato frocio" della scuola, dovrebbe starmi alla larga, come fanno tutti.

Subito dopo le parole di Frank tutta la classe si è zittita e la campanella che segnava la ricreazione ha suonato il suo assordante driin noioso. Ho preso di fretta le Malboro dallo zaino e l'accendino, e sono andato a passo svelto dietro la cisterna della scuola, posto dove vado solo io. Non mi sono accorto che Frank mi stesse seguendo velocemente, con il suo pacco nuovo di Malboro in mano. Mi sono seduto a terra, come sempre, e mi sono accorto di lui, che arrivò affannato. "G-Gerard, uhh, ignora quello la, mi piace molto il disegno che hai fatto e il fatto che hai scelto proprio uno sgorbio come me da disegnare... Me lo presti l'accendino?" Piccolo, non ha capito ancora come vanno le cose in questa scuola. Dopo essermi acceso la sigaretta, ho passato l'accendino a lui. L'ha accesa anche lui e me l'ha ridato, sedendosi difronte a me, con le spalle appoggiate alla cisterna. "Non parli molto, eh Gee?" Gee? Mi piace. "Frankie, io non parlo mai con nessuno. Non hai visto? Mi odiano tutti." Frank non mi ha risposto, ha guardato a destra continuando a fumare. E' bellissimo. Non ha detto niente sul fatto che mi hanno detto frocio, probabilmente non gli interessa se lo sono davvero. "Gerard, non ti incazzi quando ti chiamano frocio? Cioè, io ho cambiato scuola per questo. Mi dava fastidio quando mi insultavano per quello che sono. Mi chiamavano pansy." Non ci posso credere. No, è uno scherzo, vero? Esiste un altro gay qui a Belleville? "Frank, sei gay a...anche tu?" era il primo a cui l'ho detto direttamente, wow. Che passi da gigante, eh Gerard? Mi ha guardato e si è messo a ridere. "Certo, non si vede? Guardami!" Oh mio dio. Non mi riuscì a trattenere e mi scese una lacrima. Frank ha spento la sigaretta appena ha visto la lacrima e si è avvicinato subito, fermando il suo percorso. "Hey, non piangere. Perché poi? Va tutto bene." Da così vicino potevo sentire il suo profumo, ed era dolcissimo. Al sole il suo labret scintillava. Annuì leggermente e gli misi in bocca la mia sigaretta, era abbastanza per altri tre tiri. Mi sono alzato e l'ho guardato, era ancora seduto a terra. "Sei più nano di quanto pensassi quando ti ho visto da seduto, sai?" e mi misi a ridere. Io che rido? Io?! Questo ragazzo sta portando tante cose buone, mh. Al che si alza anche lui e comincia ad urlare "Che ci posso fare se sono basso?! Non prendermi in giro." sembrava arrabbiato, ora. Dio, mi sento così in colpa adesso. "Scusami, non volevo farti stare male" il sorriso si levò dal mio volto orrendo e tornai come al solito, refrattario all'allegria, alla vita. Presi il mio pacchetto di Malboro che avevo lasciato a terra e me ne andai. Frank mi guardava da lontano. Continuai a camminare imperterrito. Gerard no, non qui. Non puoi piangere qui solo perché hai bruciato la tua unica opportunità di avere un amico in tutta la tua vita, no. Va avanti.
Quel nano si mise a correre per raggiungermi, e mi prese da un braccio per fermarmi. I miei capelli mi bloccavano la visuale laterale, non riuscivo bene a vedere il suo viso. "Gee, scusa se me la sono presa tanto, ma odio essere preso in giro. È un altro dei motivi per cui me ne sono andato dall'altra scuola. Scusami." Sono una persona orribile, okay. Sto rendendo una merda il suo primo giorno in questa scuola. "Non fa nulla, sono io a dovermi scusare. Non pensavo ti desse così fastidio." Mi scostai i capelli dal lato in cui c'era Frank, e lo guardai facendo un finto da sorriso da so-che-faccio-schifo. "Andiamo in classe adesso, o prenderanno per drogato anche te." Ha riso. Camminando il suono della sua risata mi rimbombava in testa, era meravigliosa. Si sentiva che era una risata rovinata dal fumo, ma era dolcissima. Le ore rimanenti passarono male, tranne per il fatto che mi guardava tutto il tempo e appena mi giravo a guardarlo i nostri sguardi si incrociavano e diventavo paonazzo. Gli altri stupidi compagni continuavano a lanciarmi palline di carta nei capelli e bigliettini con scritto "hai trovato il fidanzatino frocetto?" o cose del genere. Frank li prendeva mentre li leggevo e li strappava in pezzetti piccolissimi. Ne arrivarono un paio anche a lui, ma erano numeri di alcune ragazze della nostra classe. "Jamia", "Lindsey". Conoscevo solo i loro nomi, per la loro fama da poco-di-buono. E avevano mandato proprio loro i numeri a Frank, con cuoricini rosa e baci fatti col rossetto. Mi viene da ridere pensando al fatto che loro non sanno che è frocio come me. Quando ho visto cosa c'era scritto sui suoi bigliettini li ho presi e li ho strappati mentre li aveva ancora in mano. Non ha fatto nessun commento, ha sorriso guardando i biglietti strappati. La campanella ha suonato per l'ultima volta quel giorno e siamo usciti dalla scuola. Lui se n'è andato salendo sulla macchina nera di sta mattina, si è messo quasi completamente fuori dal finestrino e ha urlato "Ciao Gerard Way". Quel ragazzo mette in imbarazzo, ma è dolcissimo. Ho aspettato Mikey per tanto, lento com'è ci mette un sacco.
Nel tragitto da casa a scuola ho finito il pacco di Malboro (8 sigarette), puzzavo di fumo come non mai. Ma tanto Donna non se ne accorge.
"Gerard, Mikey! Com'è andata a scuola?" ha chiesto Donna. "Bene ad entrambi, ho un nuovo compagno." Non ho aggiunto altro e sono andato nella mia stanza, ho gettato lo zaino per terra e mi sono lanciato sul letto a peso morto, sorridendo. Esistono speranze anche per me, allora.

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