Capitolo 41- ibrida

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ANGOLO AUTRICE (per favorfavore leggete)
Salveeeeeeee.
Inizio col dire che sono FELICISSIMA del fatto che il libro ha addirittura raggiunto le 6.08 K visualizzazioni.
Per non parlare dei 500 voti a favore. WOW.
Ed il merito di tutto ciò é di voi lettori quindi GRAZIEEEEE!!!!!
Quindi tanto per renderci almeno un pò più contenti ho deciso di pubblicare questo capitolo in anticipo. Spero che vi piaccia come gli altri.

Poi vi volevo consigliare di leggere una storia scritta da una mia amica, -giulia22-, che anche se é un genere diverso é MAGNIFICA.
Si chiama don't leave me, please.
Detto tutto questo vi auguro una magnifica lettura. :)





Qualcosa si mosse accanto a me nel letto, e mi impediva di dormire in santa pace. Lo presi per farlo stare fermo, ma trovai solo un ammasso di piume. Tirai lo stesso e qualcuno cadde accanto a me.
- Io dovrei scendere...- disse Ramon. Non volevo aprire gli occhi, volevo solo dormire. Anche se sentivo che mi stavo dimenticando qualcosa.
- Dafne? Mi lasci l'ala?- chiese ancora lui con voce dolce.
L'ala... Sangue... Tanto sangue....Ramon!
Aprii gli occhi di scatto e mi misi a sedere. Lo guardai attentamente, nessuna ferita, entrambe le ali si muovevano in modo leggiadro. Il gesso era stato tolto dal suo braccio, che non ne aveva ormai alcuna necessità. Solo una cosa mi rattristava: una lunga cicatrice attraversava il letto di Ramon, dalla spalla fino al fianco opposto.
Era enorme.
La accarezzai dolcemente con le mani.- Ti fa male?- chiesi guardandolo finalmente negli occhi... In quei magnifici occhi neri che mi avevano stregata e rapita un tempo.
- Quasi per niente, grazie a te.- giusto, il calice di sangue. Guardai sul comodino dove era rimasto solo un bicchiere vuoto, e delle magnifiche rose rosse, legare tra loro.
Sorrisi tra me e me, poi lo baciai. Lo strinsi a me con tutta la passione che avevo in corpo, tutto l'amore che provavo. Lui ricambiò, prendendomi per i fianchi e facendomi sedere sulle sue gambe. Io allacciai le mie gambe dietro la sua vita, sotto le ali, continuando ad intrecciare i suoi capelli alle mie dita e giocando dolcemente con le nostre lingue. I canini erano lunghi, come tutte le volte che aveva le ali in mostra.
Li circondai dolcemente con le labbra, per poi accarezzarli con la lingua.
Mi era mancato. Tanto. Troppo.
Avevo bisogno di lui, avevo fame di lui... E ero stata ad un passo dal perderlo per sempre.
Mi staccai un secondo e gli diedi un sonoro schiaffo.
- Perché?- chiese dopo essersi massaggiato la guancia dolorante.
- Quello era perché mi stavi per lasciare.- dissi con decisione.
- E questo é perche non l'hai fatto.- dissi ricominciando a baciarlo.
Mi ferì con i canini ma io gli impedii di allontanarsi. Allora succhiò avidamente dal mio labbro tutto il sangue che ne usciva, ed era parecchio.
Volevo stare con lui per sempre. A quel punto mi resi conto di una cosa, una cosa di cui mi sarei dovuta rendere conto molto tempo prima. Io non avevo nessun per sempre davanti. Io morivo come gli umani. Lui aveva ancora un eternità dinanzi a se. Io no. Sarei invecchiata mentre lui sarebbe rimasto per sempre diciottenne. Non potevo permetterlo.
Volevo diventare come lui.
Dovevo diventare come lui.
Dovevo essere un vampiro.
Mi separai di malavoglia dalle sue labbra invitanti. Notai i canini lunghi e le ali nere, era questo ciò che volevo diventare? Si, se fossi stata con lui.
Allora insiprai con calma e poi lo guardai seria.
- Trasformami in un vampiro.-
Dissi velocemente. Lui mi guardò sbalordito. Non se lo aspettava?
Certo che no.
- Non sai quello che dici.- disse anche lui serio.
- Ramon, ti amo, voglio vivere per sempre con te e non posso farlo da umana. Ramon... Ti supplico... Non potrei mai sopportare un giorno di invecchiare,di morire mentre tu resti sempre così.- dissi quasi piangendo.
Non voleva? Perché!?
- Ma tu non invecchierai.- disse quasi ridendo.
- Cosa ti passa per la testa? Tu arriverai felicemente ai diciotto anni, come me, e poi ci fermeremo, insieme, e vivremo per l'eternità.- continuò.
- Io sono umana... Non mi fermerò.-
A quel punto mi guardò con occhi sbarrati.
- Tu... Dafne tu non sei umana..-
- si... Sono una specie di cacciatrice, ma questo n- mi bloccò posandomi un dito sulle labbra.
- Non sei neanche una cacciatrice.-
Disse serio.
- Cosa!?- io.. Io ero sicura di ciò che mi aveva detto Nick.
- Dafne... Io ho bevuto il tuo sangue... So esattamente cosa sei.- disse guardandomi negli occhi.
- E cosa...cosa sarei?- chiesi titubante.
- Dafne... Ragiona un attimo... Sei una figlia di un licantropo. Di Anthia, ma non ti sei mai trasformata, se anche con la luna piena.-
Io annuii tentando di seguire il suo ragionamento.
- Hai detto di aver visto un sogno su te da piccola, giusto? Ed é stato questo secondo mio fratello ad averti reso una cacciatrice.- io annuii ancora.
- Chi era tuo padre nel sogno?-
- Era un vampiro.- e a quel punto capii... Capii cosa ero veramente: ero un ibrido.
- Sono... Sono un ibrido, vero?-
-Si.-
- Ma non ha senso!-
- Perché?-
- I vampiri bevono sangue... E i licantropi si trasformano... Io non ho mai fatto nessuno dei due!-
- Non ti basta la luna piena per trasformarti perché non sei completamente un licantropo. Per il sangue... Beh, io credo che i tuoi genitori sapessero la verità e almeno ogni settimana ti davano carne al sangue.-
Io rimasi pietrificata: i miei genitori... Sapevano? Loro avevano sempre saputo ogni cosa e non me ne avevano mai parlato?
- Dobbiamo parlare con i tuoi, Dafne.- disse Ramon.
- Forse sanno anche altre cose, che ci potrebbero tornare utili.-
Io annuii ancora scombussolata.
-si... Ma quando?-
- Ora chiaramente.- disse alzandosi.
- Co...cosa? Come?-
- Apriamo un portale!-
- Ma tu devi riposare!-
- Sono un vampiro, non devo riposare.- disse porgendomi la mano per alzarmi.
La presi, ma nel momento.in cui mi alzai una fitta al braccio mi fece grugnire.
- I punti!- dissi scocciata.
- Ti fanno male?-
- Si, ma posso resistere.- dissi, ma lui non mi lasciò la mano, e continuò a fissarmi.
- Io... In teoria i vampiri potrebbero curare le ferite... Ma... Non ho mai provato.-
- Lo faresti?- chiesi speranzosa, finalmente avrei detto addio a quella maledetta fasciatura.
- Si.-
Disse, slegandomi la fascia.
Lentamente la tolse, facendomi un poco di male tutte le volte che la mia pelle ferita rivedeva la luce.
Quando ebbe finito la gettò a terra, e mi baciò, delicatamente, poi con più passione.
Spostò la bocca sul mio collo, lasciando una piccola scia di baci. Poi raggiunse la ferita. Mi tolse i punti ed io sopportai il dolore. Faceva meno male a toglierli che a metterli. La ferita si aprì un pò, meno di come era il giorno prima.
Poi ci passò sopra la lingua ruvida. Alternava la lingua ad i baci facendomi rabbrividire.
Mi alzò il braccio e continuò sino al gomito.
Volevo baciarlo, morivo dalla voglia di baciarlo.
Continuò finché il mio taglio fu guarito del tutto, lasciando solo una leggera cicatrice, come fosse un graffio, bianca.
Non parlai. Osservai il suo operato attentamente, prima di baciarlo con passione, e prima di poter finalmente utilizzare quel braccio per accarezzare le sue magnifiche ali.

The Winged WolfDonde viven las historias. Descúbrelo ahora