Capitolo 10

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Ed eccomi qui. A fissare il cielo e bere questo liquido che mi accende un fuoco nella gola, ma che continua a lasciare il mio corpo freddo e la mia mente persa, mentre Vincent accanto a me blatera qualcosa su Scarlett, già ubriaco perso.
Mentre Alex è bloccato in un letto di ospedale, in bilico tra la vita e la morte alla quale lui era pronto, ma io no. Come un funambolo, separato dal terreno da un filo sottile e fragile. Davanti a lui la vita, una nuova vita alla luce del plenilunio con me. Sotto di lui l'abisso della morte che me lo avrebbe strappato per sempre. E il filo era il suo corpo. Un corpo già malato, poi ferito a cui io avevo aggiunto il morso. Quante possibilità aveva di sopravvivere?
Con un ringhio furioso lancio la bottiglia di vodka contro la roccia, spargendo schegge di vetro e quello che resta del liquido attorno a noi.
- Ehi! Che stai facendo?- biascica Vincent, trasalendo.
Mi alzo in piedi di scatto, guardandolo con il volto deformato per la rabbia. Non rivolta a lui, ma a me stesso.
- Ho fatto una cazzata fratello...- abbaio. - Avrei dovuto cercare di rendere gli ultimi momenti di Alex indimenticabili, avrei dovuto rimanergli accanto! Invece ho peggiorato la situazione! Lui sta morendo, sta soffrendo perché non ho voluto accettare di vederlo morire! E io sono... bloccato qui dalla paura! Perché non riesco a trovare il coraggio di vederlo in una maledetta stanza d'ospedale!- grido.
Poi urlo. Urlo con tutto il fiato che avevo nei polmoni, squarciando la notte e facendo tremare il terreno. O forse è solo il mio corpo a fremere. Continuo a urlare, fin quando il grido non diventa un singhiozzo spezzato e i tremori dei fremiti che mi fanno cadere a terra. Grido finché la gola non inizia a lanciarmi scosse di dolore.
- Vai da lui Damien! Anche se questi sono i suoi ultimi istanti, anche se stesse soffrendo, ti vorrebbe accanto! Va a dirgli cosa provi!- esclama Vincent afferrandomi per un braccio e facendomi alzare.
Io lo guardo con aria confusa.
- Vai o giuro che ti prendo a pugni finché non ritorni in te- aggiunge, stringendo la presa. Le sue iridi si cerchiano di arancio e sento un calore improvviso salire dalle sue dita.
Mi libero con uno strattone e lui mi indica con un gesto la strada verso l'ospedale.
Per un attimo un lieve sorriso mi increspa le labbra, volto le spalle al mio migliore amico e corro nel bosco. Mi muovo rapido tra gli alberi, ignorando i rami bassi che mi colpiscono, o le foglie bagnate che si attaccano alle mie scarpe.
Il mio sangue scorre veloce nelle vene, bruciando, mentre il licantropo si rivela, facendomi procedere a quattro zampe.
Quando arrivo in prossimità dell'edificio ho i muscoli tesi e il respiro tremante. Sento le mie zanne pungere sulla lingua e i miei artigli grattare il terreno.
Cerco di calmarmi e di controllare il lupo mannaro, nonostante la luna piena, ma non è facile con i suoi raggi che mi penetrano la pelle. O con l'odore di malattia e morte che mi raggiunge anche qui.
Chiudo gli occhi e penso alle iridi azzurre di Alex, al suo sorriso e a quei momenti in cui le nostre labbra si sono unite. E i rumori si fanno meno intensi, mentre gli odori si dissolvono. Riapro lentamente le palpebre. La mia vista non è più coperta dal velo rosso.
Entro in fretta in ospedale, guardandomi attorno. Melissa McCall, la nonna di Yuki, è davanti al bancone della reception. Una voce parla dagli altoparlanti con urgenza, ma io non ci faccio caso. Mi avvicino a lei, ignorando anche il via vai caotico.
Quello che non mi aspetto è lo sguardo triste e di compassione che mi lancia nell'istante in cui mi nota.
- Damien...-. Cerca di avvicinarsi, ma io mi allontano, scuotendo la testa.
La sorpasso senza dire una parola e inizio a correre per i corridoi, cercando di seguire il profumo di Alex.
Qualcuno mi afferra e arresta la mia corsa. Io mi rivolto contro di lui, mostrandogli i denti accuminati, ringhiando. Un ringhio più forte sovrasta il mio, ricacciando il mio lupo in un angolo del mio corpo.
Mio padre Derek mi circonda le spalle in un abbraccio, mentre io tento di liberarmi dalla sua presa.
- Damien... mi dispiace. Non puoi fare più niente- mormora al mio orecchio.
Il mio cuore... il mio corpo si spacca.
Alex Bane è morto...

Bite to SaveWhere stories live. Discover now